Era una serata strana.

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SMUT!

Questa è una storia un po' strana, non so bene come descriverla, sicuramente è nata dalla foto che ho messo come copertina, mi ha subito ispirato.
Spero vi piaccia, avevo bisogno di scrivere un qualcosa del genere.
P.s lo smut è diverso dalle mie altre storie, mi è sembrato più giusto 'strutturarlo' in questo modo per questa storia, non so perché.
-Deb. (Su twitter sono @ozceans)

Era una serata strana, una di quelle fantastiche sere di cui il giorno dopo ricordi con malinconia le vibrazioni positive, ormai andate perdute con l'arrivo del mattino.
Non li puoi catalogare quei momenti, quelle risate sconnesse e rumorose, le battute non-sense e le cuscinate in faccia, cazzate cazzate e cazzate, eppure tu sei felice, respiri a fondo guardando il soffitto e ti senti felice.
Era una serata strana che combaciava con la natura di Gennaro, il ragazzo pallido con grandi borse permanenti sotto agli occhi, l'aspetto incoerentemente affascinante e un carattere indecifrabile.
Era una notte tranquilla, parallela all'indole serena, pacata ma ugualmente inusuale di Alessio, che si viveva la vita così come gli arrivava, al massimo migliorandola con una battuta idiota.
Erano a casa del primo, Antonio, Cesare e Leonardo erano andati via da una buona mezz'ora che i restanti due ragazzi avevano passato sparando qualche cazzata commentando la sera appena conclusa e ridendo talvolta.
Si erano trasferiti sul letto matrimoniale e l'avevano distrutto attorcigliandosi con le coperte per trovare una posizione confortevole che apprezzarono particolarmente dato il mal di schiena causato dallo scomodo divano su cui avevano fumato diverse canne con gli altri.
La stanza era illuminata solo da una luce da notte tenue posizionata vicino alla testata del letto, rilassando ulteriormente l'atmosfera.
Alessio era poggiato sui propri gomiti permettendogli una posizione distesa che gli lasciava però alzato il busto.
Gennaro invece era completamente stravaccato quasi alla fine del letto, il corpo immerso nelle pieghe delle coperte, la testa poggiata al braccio lungo disteso, di cui la mano era esterna al materasso e ciondolava in fuori.
Quest'ultimo sentiva la testa girare, così come vedeva le quattro mura traballare , eppure era completamente lucido.
Sapeva di esserlo, ma si disse il contrario e giustificò così la sua inspiegabile voglia dell'amico.
Lo guardava imbambolato, soffermandosi su dei particolari che per la prima volta apprezzava davvero: la linea perfetta della mascella, le ciglia scurissime che sbattevano più spesso del solito a causa dei vari drink che aveva buttato giù.
"Gennà mi passi una sigaretta?" Aveva detto dal nulla, continuando a guardare l'oscurità che si espandeva indefinita fuori dalla finestra.
Gennaro non fece niente per qualche secondo, poi pigramente rimosse un braccio dalle coperte e lo allungò fino a prendere le Marlboro rosse vicine a lui, si dovette contorcere per aprirle senza scomodarsi, se ne mise una in bocca e l'accese con l'accendino che aveva lasciato all'interno del pacchetto metà vuoto.
Alessio si voltò e inarcò un sopracciglio quando Gennaro aspirò abbandonandosi sul materasso, le gambe larghe, un braccio piegato dietro la testa e l'altro sul petto.
"Fai lo stronzo?"domanda palesemente retorica, quand'era che il maggiore non faceva lo stronzo?
Gennaro lo fissava impassibile, si sentiva stranamente eccitato e allo stesso tempo rilassato.
Alessio gli sparò qualche altro insulto ridendo, celando l'inquietudine mista a eccitazione che gli stava montando dentro.
Si ammutolì per contemplare la bellezza che ultimamente aveva scovato nel compagno.
Questo aveva i capelli in disordine sulla fronte, gli ricoprivano l'occhio sinistro.
Si portava la sigaretta alla bocca con lentezza, lambendola con le labbra grandi, aprendo poi la bocca con una strana grazia per far uscire il fumo denso.
"Vieni a prenderne una, se vuoi" disse freddo, dopo quelli che sembrarono anni.
Si sentiva su di giri, aveva voglia di cose che nemmeno lui riusciva a capire.
Alessio sbuffò, mentre dentro di lui qualcosa sembrava muoversi agitato.
Si alzò e rimase in ginocchio sul letto, così si avvicinò a Gennaro e allungò la mano verso il pacchetto, che velocissimo quest'ultimo si affrettò ad afferrare.
"Che stai facendo?"chiese con finta freddezza.
Gennaro rise aspramente, poi alzò la schiena creando uno spazio vuoto sotto essa per nascondervi le sigarette.
Alessio bordottò un 'fottiti' poco convinto, arrivò vicino al biondo, per arrivare alla sua schiena dovette infilarsi fra le sue gambe aperte ricoperte da dei comodi pantaloni della tuta.
"Dammele"sarebbe stato più autorevole se non avesse riso istericamente.
Gennaro gli afferrò il polso che stava tentando di raggiungere l'obbiettivo.
Alessio allora lo guardò prima interrogativo, poi completamente sbigottito da quanto fosse vicino e quanto fosse bello.
La sigaretta fra le labbra schiuse, gli occhi celesti e lucidi carichi di elettricità.
Gennaro inspirò a lungo, poi usò la mano che non teneva il polso dell'altro per prendere la cicca e portarla alla bocca di Alessio, il quale come dettato da un istinto primordiale la schiuse e inspirò sfiorando le dita di Gennaro con le labbra, apprezzando quel contatto più dell'agognato tabacco.
Il biondo sentì i brividi percorrerlo e desiderò quelle labbra sottili sulle sue.
Alessio espirò piano e il fumo inglobò entrambi.
Si guardavano come mai si erano guardati prima, scordandosi perché lo stessero facendo e come fossero finiti così vicini, uno steso e l'altro a sovrastarlo.
Entrambi eccitati, il puzzo di fumo a confondere e schiarire al contempo i pensieri.
Gennaro riportò la sigaretta a se e fece un altro tiro, senza mai scollare gli occhi da Alessio, enfatizzando ogni movimento mentre fumava, si leccò le labbra e spense la carta infuocata sul cuscino fregandosene delle future lamentele della madre.
Mentre il fumo gli invadeva i polmoni si alzò di poco aiutandosi coi gomiti, ogni molecola gli urlava di espellere la sostanza nociva che bruciava follemente, ma lui imperterrito non mollava, si avvicinò ulteriormente al ragazzo, il quale, con gli occhi sgranati, spostava lo sguardo prima sulle iridi maliziose del maggiore, poi sulle sue labbra che si facevano sempre più meravigliosamente vicine, restò immobile come un naufrago che si lascia incantare dal canto delle sirene e si fece catturare con piacere quando Gennaro poggiò con delicatezza le labbra a quelle schiuse del moro ed espulse il fumo che arrivò alla gola dell'altro e in parte fuoriuscì ai lati.
Quando la sostanza fu finita Gennaro fece per staccarsi nonostante avesse dato di tutto per continuare a percepire il suo amico su di se, quell'infantile contatto gli aveva fatto esplodere mille cose nella testa, e nei pantaloni.
Con riluttanza si allontanò di qualche millimetro ma la mano grande di Alessio si poggiò sul suo viso.
Non aveva bisogno di altro per capire cosa fare.
Aderì meglio le loro labbra inclinando la testa e le loro lingue si fecero avanti sfacciate, come due corridori che aspettavano da ore l'inizio della maratona.
Mugolarono insieme sollevati da quel calore e da quel contatto.
L'eccitazione salì e la stanza sembrò andare a fuoco.
Il più grande, che si trovava sotto l'altro, gli circondò il collo con le braccia e lo portò a stendersi completamente su di lui, schiacciando le marlmoro sotto di loro
"Cazzo"
"Le ricompri tu"avvertì Alessio staccandosi, Gennaro rise forte e riprese a baciarlo sorridendo.
Ci sarebbero state mille cose da dire, mille bestemmie, domande, esclamazioni riguardo quella situazione assurda, eppure sembrarono essersele scordate.
Era una serata strana.
Più i secondi passavano più il bacio si faceva più spinto e i loro corpi più intrecciati.
Era tutto completamente giusto, erano giuste le dita di Gennaro fra i capelli di Alessio, quelle del moro che gli esploravano il busto e il petto, curiose di scoprire quel corpo sconosciuto e bellissimo.
Si staccarono e provocarono uno schiocco sonoro.
Alessio gli lasciò baci intorno alla bocca rossa e gonfia, poi cominciò a baciargli e mordergli e leccargli il collo lungo e ricoperto da una leggera e quasi impercettibile barba.
Succhiò un punto vicino al pomo d'Adamo e un 'Alessio' strascicato uscì sensuale dalla gola di Gennaro.
Era tutto così naturale, le braccia di Gennaro che si stringevano più forti al suo collo lo fecero spalmare su di lui.
I sospiri di Gennaro fra i capelli di Alessio facevano girare la testa a quest'ultimo e il primo si beava delle attenzioni del secondo, che gli serbava una tortura dolce.
"Baciami di nuovo"soffiò Gennaro, Alessio interruppe il suo lavoro e alzò il viso dalle sue clavicole, lo trovò a guardarlo implorante e deciso assieme, le guance tinte di rosso, lo sguardo penetrante.
Alessio si tuffò sulle sue labbra e ad entrambi sembrò di fare una doccia calda dopo una fredda giornata.
Si baciarono con più trasporto di prima, coinvolti in un piacere condiviso e cosciente.
Gennaro non pensò a niente quando alzò il bacino di scatto incontrando quello dell'altro.
Alessio spalancò la bocca facendo cozzare i loro denti e un verso gutturale rotolò fuori da essa.
Gennaro si sentì compiaciuto, molto più di tutte le volte che aveva fatto godere una ragazza, eppure quello non era neanche un vero gemito.
Decise di voler sentire ancora quel suono e altri come quello rimbombare nella stanza semi buia e nelle sue orecchie.
Alzò di nuovo il bacino, per poi riabbassarlo e rialzarlo ancora e ancora.
Sentiva tutto formicolare e una follia incontenibile montargli nel petto.
Alessio riusciva a malapena a partecipare a quel bacio, muoveva le labbra con difficoltà e le mani sudate erano immobili vicine alle spalle di Gennaro.
Si sentiva intrappolato nei movimenti e nei sospiri dell'altro.
Sentì di avere bisogno di altro, di più contatto.
Spinse dall'alto verso il basso col proprio bacino, unendosi ai movimenti del ragazzo sotto di lui, il quale ansimò in modo acuto e si staccò dal bacio, colto di sorpresa.
Era come nella musica, trovarono subito il ritmo giusto, non si dovettero sforzare ed era tutto così perfetto e naturale e meraviglioso, eppure pochi minuti prima erano a distanza su quel letto, a farsi i fatti loro.
Alessio buttò lo sguardo in basso e il formicolio alle mani e ai piedi aumentò notevolmente vedendo Gennaro sotto di lui che si dimenava, gli occhi chiusi e i capelli ovunque, la bocca schiusa e perfetta, il maglione nero spostato che mostrava parte del ventre piatto e pallido.
Gli raggiunse le labbra e morse l'inferiore.
"Sei bellissimo" disse poi.
Gennaro aprì gli occhi di scatto, sembrò pensarci su.
"Zitto e continua"rispose, Alessio rise di gusto.
Era così assurdo eppure così spontaneo, erano Alessio e Gennaro, come sempre, avevano solo trovato una nuova cosa bella da condividere.
Gennaro non pensava ad altro che a volerne di più e volere far godere il compagno.
Portò una mano verso il basso ventre di esso e gli sbottonò i pantaloni, dopodichè la intrufolò all'interno dei boxer e Alessio impazzì al contatto delle dita fredde intorno al suo sesso.
Restò fermo per un po', Alessio si sentiva morire e si mosse contro esse.
Gennaro sorrise, lanciò uno sguardo alla faccia deliziosamente spaesata di Alessio e iniziò i movimenti.
Fece quello che faceva a se stesso e la cosa sembrò essere molto apprezzata, dato che la stanza si riempì dei gemiti del più piccolo, come il petto del più grande si riempì di soddisfazione e compiacimento.
Con l'altra mano prese il mento di Alessio e se lo avvicinò per poi baciarlo con dolcezza, aumentando i movimenti nelle sue mutande.
Percepiva sotto i polpastrelli le vene del membro duro, la pelle delicata e tesa, la peluria che si scontrava col suo polso quando arrivava alla base del sesso.
Gli piaceva da impazzire.
Alessio gli respirava pesantemente in bocca mentre con la lingua la esplorava.
Mosse il pollice sulla punta delicata e umida di liquido preseminale.
Il moro si immobilizzò, poi la necessità di contatto superò l'intorpidimento causato dal piacere e si mosse ancora più freneticamente contro la mano stranamente esperta dell'amico.
Il bacio si spinse più a fondo, come i movimenti si fecero più veloci e decisi.
Quando Gennaro gli succhiò sensualmente il labbro Alessio mugolò rocamente, delle scosse di piacere lo invasero e si svuotò nella mano del compagno.
Gennaro lo accompagnò muovendosi adesso lentamente, trovando estremamente piacevole la sensazione appiccicosa fra le dita.
Ma a quel punto niente poteva più stupirlo.
Con un po' di riluttanza estrasse la mano, Alessio aprì gli occhi e li dovette sbattere un paio di volte per mettere a fuoco la figura del ragazzo sottostante che lo osservava con uno sguardo incoerentemente innocente e eccitato.
"Cazzo Gennà"buttò Alessio, indeciso se preoccuparsi della bellezza disarmante del maggiore, o di ciò che era successo.
Iniziarono a sorgere nelle loro teste tanti punti interrogativi, l'orgasmo di Alessio sembrava aver portato entrambi coi piedi per terra.
Le domande, le inquietudini e i dubbi che andavano crescendo non li fecero pentire, solo infransero la bolla che si era creata intorno a loro durante l'atto.
Alessio rotolò su un fianco e fissò il soffitto bianco.
Sentì Gennaro muoversi fra le coperte, voleva vederlo e contemplarlo, così mise da parte la vergogna e raccolse al suo posto un po' di coraggio e si voltò.
Il biondo era immerso nelle lenzuola aggrovigliate, i vestiti scombinati, i capelli disordinatissimi, lo sguardo perso.
Il moro si issò sui gomiti per osservarlo meglio, alla vista di quel corpo perfetto si sentì sollevare.
"Gennà"
L'interpellato si voltò, lo guardò come se cercasse di leggerlo dentro, forse per capire se avesse i suoi stessi pensieri.
"Stai zitto okay?"disse rocamente, allungando una mano e richiamandolo vicino.
Non se lo fece ripetere due volte e, impacciato, gli si sdraiò vicino -appiccicato- a lui, lo circondò con un braccio, poggiò la testa sul suo petto e face incontrare le loro gambe che si intrecciarono.
Adesso nella stanza si potevano udire solo i loro -adesso innocentemente regolari- respiri.
I pensieri non fanno rumore, si sa.
"Dormi?"chiese all'improvviso Alessio.
Gennaro fece un verso strano con la gola spacciandolo per una risposta positiva.
"Bene"
Il biondo stava per chiedere cosa volesse che
"Io volevo solo una sigaretta"
continuò, ma si fece scappare una risata rovinando la frase bastarda.
Gennaro non riuscì a non unirsi alla sua risata, gli dolsero gli addominali da quanto rise.
Gli strinse delle ciocche di capelli scuri fra le dita facendogli alzare il viso e portò la bocca al suo orecchio
"Allora fottiti"
Era assurdo come riuscisse a passare dalla risata più sguaiata alla frase più fredda o seria.
Alessio si fece beffa del suo tono duro e rise di gusto, alzò il viso dal suo petto e poggiò le labbra su quelle carnose e soffici di Gennaro.
Era una serata strana.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 08, 2023 ⏰

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