Quella mattina in casa eravamo solo Jace ed io,i nostri genitori avevano ripreso a lavorare già da due settimane quindi eravamo spesso soli in casa. Spostai il lenzuolo che probabilmente ,dopo che mi ero girata e rigirata tutta la notte per il caldo,era più stropicciato dei miei quaderni scolastici:non li avevo più tolti dallo zaino.L'ultimo giorno di scuola infatti ,i gavettoni erano un clichét e sicuramente i miei libri non si erano salvati;appena arrivai a casa letteralmente lanciai lo zaino ancora umido nel ripiano più alto dell'armadio e dopo un'intera estate ci sicuramente avrei trovato sopra tipi di muffa mai scoperti . Dopo aver aperto la finestra,non sorprendendomi che l'aria fosse ancora molto umida,andai in cucina.Abitavo in un appartamento a dieci minuti dal centro,non particolarmente grande,ma abbastanza ampio da non dover condividere la camera con Jace. Mentre mangiavo dei cereali rigorosamente light(probabilmente mia madre,per quanto mangiavo aveva paura che a breve sarei morta di diabete,quindi cercava di limitare i danni),lui mi chiese ridacchiando :"Pensi di restare a casa a scartavetrarmi i coglioni oggi?"Rimasi con la testa fissa sui cereali sospirando rassegnata per la sua volgarità a cui mi ero ormai abituata.
Non volevo fare nulla di particolare quel giorno,ma in ogni caso non sarei rimasta a casa.Probabilmente avrei preso il motorino e mi sarei inventata qualcosa strada facendo,quindi gli risposi:"Non penso mr.Simpatia,ma credo di tornare per cena".
In quel momento mi fermai con il cucchiaio a mezz'aria: pensai che forse avrei dovuto comportarmi d'adulta e chiamare Chad.