Tutto ciò che era successo la sera precedente continuava a ripetersi nella mia testa quasi fosse un film: la giornata bagnata dalla pioggia, Samuel che mi dava un passaggio in macchina, il bar pieno di fumo e di musica, il bacio che avevo dato a Ian e Samuel che mi riportava a casa per la seconda volta.
Uno spiraglio di luce era riuscito ad insinuarsi nella mia camera attraverso le tapparelle, che la sera prima avevo trovato già abbassate. Girai il capo verso il comodino alla mia sinistra, dove avevo posizionato la sveglia: erano appena le otto del mattino e sapevo che quel sabato sarebbe stato lungo.
Diedi nuovamente le spalle alla sveglia e chiusi gli occhi cercando di far diminuire il mal di testa, le mie tempie pulsavano e mi chiesi come fosse possibile dato che non avevo bevuto molto la sera prima; forse era per tutto ciò che era successo.
La porta della mia camera si aprì lentamente e un facio di luce illuminò il pavimento: «Tesoro, sei già sveglia?» sussurrò mia madre entrando in punta di piedi.
«Si.» mormorai sospirando. Avevo l'impressione che il mio alito puzzasse ma non avevo la minima voglia di alzarmi per raggiungere lo spazzolino che era in bagno; ci sarei andata sicuramente più tardi ma, in quel momento, avevo voglia di rimanere nel mio letto a riflettere, o semplicemente a fissare il bianco soffitto.
«Io e papà stiamo andando. Torneremo domani sera, d'accordo?» mia madre si avvicinò e mi accarezzò la fronte. Ricordai di quando i miei genitori mi avevano informato che sarebbero stati via un weekend e, finalmente, era arrivato. Avrei avuto casa tutta per me!
«D'accordo.» risposi sbadigliando. La osservai salutarmi con la mano e sentii mio padre dirmi che mi voleva bene, poi rimasi completamente da sola e la casa piombò in uno dei suoi classici silenzi.
Dieci minuti dopo mi ero lavata i denti e avevo fatto sparire quel terribile alito da serata passata con amici e alcol. Legai i capelli neri in una coda scomposta ed entrai in cucina per fare colazione: pancakes e una bella tazza di caffè. Andai, poi, in salotto e osservai di come il sole aveva già illuminato la stanza, rendendola più luminosa. Aprii la porta-finestra e, con ancora in mano la tazza di caffè, appoggiai i gomiti alla ringhiera del terrazzo di casa: il parco di fronte a casa era giò ghermito di famiglie e bambini che ridevano o correvano qua e là, un gruppo di signore camminava lentamente sul marciapiede con delle buste della spesa. Il profumo era quello di una mattina umida, fresca e gli uccellini canticchiavano. Stava arrivando la primavera, una delle stagioni che preferivo di più.
Sorrisi e bevvi un sorso di caffè; la tazza fumante mi scaldava il palmo della mano mentre un'arietta fresca mi faceva venire i brividi e la pelle d'oca.
«Mamma, andiamo a giocare!» esclamò un bambino nel terrazzo accanto, «Ci sono già tutti quanti.» e saltellò per vedere meglio i suoi amici che si dondolavano sulle altalene o che scendevano dagli scivoli.
Rientrai in salotto e misi la tazza sul tavolino di vetro davanti al divano, poi mi buttai su quest'ultimo a peso morto e accesi la televisione. Osservai diversi programmi e così la mattina passò. Quando spensi la tivù era già mezzo giorno e mezzo. Feci partire la musica e poi entrai in cucina canticchiando.
«Cosa posso mangiare?» domandai a me stessa aprendo il grosso frigorifero attaccato alla parete, in fondo alla cucina. Tirai fuori del prosciutto e del formaggio: un panino o due mi sarebbero bastati. Così preparai il mio pranzo e mi sedetti nel piccolo tavolo in cucina a mangiare.
Dopo pranzo mi avviai verso il bagno e riempii la vasca di acqua calda, versandoci dentro anche del bagnoschiuma alla vaniglia, il mio preferito.
SAMUEL
Arrivai a casa di Keyla il prima del previsto. Avvertire la mia compagna di studi che sarei arrivato prima non era nei miei programmi: per quanto mia madre mi avesse ripetuto di chiamarla o di mandare anche un semplice messaggio, io ero uscito di casa e mi ero buttato fra le strade della città.
STAI LEGGENDO
Qualcosa di nuovo (#Wattys2016) || COMPLETATA ✅
RomanceDAL PROLOGO «e l'ultima coppia è formata da Samuel Miller e Keyla Harris.» Mi girai immediatamente perché sapevo che lui era in una delle ultime file. I suoi occhi neri incrociarono le mie iridi verdi e le sue labbra si innarcarono in un sorriso...