Capitolo 16

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Alexi uscì silenziosamente dalla stanza.
"Allora?"
La voce di Madama Wislow la fece sobbalzare. La donna, vedendo il suo sgomento, rise del panico che le si era dipinto in viso.
"Avanti cuor di leone, sbrigati che ho voglia di bermi una tazza di tè."
Si sedettero al tavolino del salotto con davanti due raffinatissime tazze di fine ceramica bianca.
"Quindi, hai qualcosa per me oppure no?"
Alexi ebbe un fremito. "Sì. Ho scoperto che ci sono dei documenti, il Governo stava facendo delle indagini su di lui. Sembra fosse coinvolto in qualcosa di poco chiaro, o almeno lo sospettavano. Pensa sia possibile che avesse qualche rapporto con..." lasciò cadere la frase.
Lo sguardo di Madama Wislow si infiammò. Alexi vide i suoi occhi farsi piccoli piccoli e riempirsi di incredulità e sospetto.
"Dunque è vero... Chiunque abbia lasciato quell'incisione doveva essere a conoscenza di qualcosa che mi è sempre stato tenuto nascosto. Eppure... No, Thomas. Non riesco nemmeno a prendere in considerazione l'idea! Era l'uomo più pacifico e tranquillo che si potesse incontrare. Non discuteva mai con nessuno, non aveva nemici. Non posso proprio credere che avesse tramato alle spalle del Governo! Non Thomas."
Alexi era incerta se sbilanciarsi o meno fornendole anche altre informazioni, ma decise di rimanere sul vago. Avrebbe potuto giocarsi quella carta un'altra volta.
"Non credete che... magari... possa aver avuto dei contatti con i Miserabili?"
La donna scattò. "Assolutamente no!"
Aveva alzato la voce, aveva il fiato corto e lo sguardo perso in pensieri troppo dolorosi per essere espressi verbalmente.
"Vattene. Fuori da questa stanza. Ora!"
Alexi si alzò velocemente, evitando la tazza che Madama Wislow aveva scagliato in mezzo al salotto con tutta la rabbia che aveva in corpo. Corse fuori dalla porta d'ingresso, chiudendosela frettolosamente alle spalle. Sentì forti singhiozzi provenire dall'interno e provò pena per la donna.
Si voltò facendo un profondo sospiro e andò a scontrarsi dritta contro un petto muscoloso.
"Ehi ragazzina, attenta a dove cammini."
Alexi alzò la testa confusa.
"Kyle! Che cosa ci fai qui?"
Il ragazzo alzò le spalle. "Ho dei... compiti da sbrigare."
"Oh." Alexi distolse lo sguardo, piena di frustrazione. "Ma certo, la contessa."
Kyle non rispose, il che equivalse ad un'ammissione.
"Non ti trattengo." gli disse senza guardarlo negli occhi.
"Alexi..."
Lei aspettò che le dicesse qualcosa, qualunque cosa. Una scusa, un mi dispiace, un ti amo. Ma non disse altro.
Alexi si voltò. Temeva che avendolo davanti ancora per un istante sarebbe scoppiata a piangere e non voleva mostrargli quanto potere esercitassero le sue decisioni su di lei.
Stava per andarsene quando sentì un calore salirle in corpo. Una sensazione lieve, poi sempre più forte. Un fastidio, che crescendo diventò rabbia e poi furore, tormento, ira.
Si voltò e gli tirò un pugno nello stomaco, usando la stessa foga che aveva visto poco prima nel gesto di Madama Wislow. Kyle si piegò in due, sorpreso e senza fiato.
Alexi sentì la mano dolere. Ricordò le parole che le aveva detto Kyle durante uno dei loro addestramenti: non colpire mai di rabbia, finirai solo per farti male. Quando combatti fallo di testa e non di pancia.
Lei lo aveva appena aggredito di pancia. Aveva usato tutta la sua disperazione per colpirlo come non aveva mai colpito nessuno.
Improvvisamente si sentì più leggera.
"Sei un idiota. E ora divertiti al tuo appuntamento."
Kyle avrebbe voluto dirle qualcosa, anche se non sapeva nemmeno lui esattamente cosa, ma non riusciva ancora a parlare e lei si stava allontanando a passi decisi. Vide il suo vestito rosa ondeggiare via da lui e non riuscì a trattenere un sorriso. Quella era la sua Alexi.
Impulsiva, forte, orgogliosa.

"Stai scherzando?"
Ileene fissò Alexi in un misto di stupore e divertimento. "Lo hai preso a pugni?!"
Erano sedute nella loro stanza. Kryzia era ancora in giro per sbrigare le ultime commissioni mentre Madama Wislow era impegnata con l'ennesimo trattamento di bellezza prima del matrimonio. Entro poco sarebbe rientrata, giusto in tempo per la cena.
Alexi arrossì.
"Non so cosa sia scattato in me, ero talmente arrabbiata con lui... come ha potuto tenermi nascosta una cosa simile?!
"Non saprei, davvero. Kyle è sempre stato così complicato nei rapporti personali. Sembra che abbia molte difficoltà a fidarsi degli altri, soprattutto di chi gli è molto vicino. Forse temeva la tua reazione."
Alexi scosse la testa. "Sono un soldato proprio come lui! Sono in grado di gestire queste cose, dovrebbe saperlo. Non ne sarei stata felice, ma lo avrei accettato!"
"Lo so," Ileene le lanciò uno sguardo pieno di compassione "ti conosco, so che sei forte. Hai combattuto più di tutti noi per arrivare fin qui."
Alexi rimase seduta in silenzio, mordicchiandosi l'interno della guancia nervosamente.
Una cameriera bussò delicatamente alla loro porta.
"Perdonate il disturbo, una recluta chiede di poter vedere Miss Dorotha."
Le ragazze si scambiarono uno sguardo perplesso, sistemandosi in una posizione più decorosa.
"Fatelo accomodare, grazie."
La ragazza si fece da parte e sulla porta comparve Kyle.
"Io credo che andrò ad incipriarmi il naso." disse Ileene senza alcuna esitazione, svignandosela il prima possibile da quella imbarazzante situazione.
Non appena rimasero soli, Kyle iniziò a parlare.
"Ho fatto una grande scoperta!" le disse con entusiasmo.
Lo sguardo di Alexi non lo incoraggiò a proseguire, ma cercò di ignorarla e andare avanti.
"Marleen mi ha parlato della spia. Lo ha fatto in maniera vaga e per puro caso, ma ha parlato di un uomo! Capisci? È un enorme passa avanti!"
Alexi si lasciò sfuggire un sorriso sorpreso, ma solo per un istante.
"Bene, ora dobbiamo solo trovare un modo per escludere tutti gli altri ed individuarlo senza alcun dubbio in quanto? Ventiquattr'ore?" gli disse sarcastica.
"Potresti anche dirmi 'bravo'." le rispose con lo stesso tono.
"Potresti anche dirmi 'scusa'." gli disse stizzita.
"Ehi, sei tu che mi hai preso a pugni!"
Alexi roteò gli occhi. "Non provare a fare la vittima adesso."
"Vittima? Ci ho messo cinque minuti per riprendere fiato! Certo che sono la vittima!"
Alexi gli lanciò uno sguardo infuocato e lui alzò le mani in segno di resa, ridendo. "Ok, ok piccola killer! Come vuoi. Mi dispiace, avrei anche potuto avvisarti, ma come vedi ho avuto ragione, è stato un ottimo piano!"
"Kyle queste non suonano affatto come delle scuse."
Il ragazzo stava per ribattere quando qualcuno bussò nuovamente alla porta. Ileene sgattaiolò velocemente fuori dal bagno per non destare sospetti.
"Vi prego di perdonarmi, ma é appena tornata Madama Wislow, in compagnia di un soldato."
I tre uscirono rapidamente. Salutarono con riverenza la donna e poi rivolsero il loro sguardo verso il giovane che stava alla sua destra.
"Buonasera Peter." lo salutarono Alexi e Ileene.
Kyle si irrigidì.
"Stavo proprio raccontando a Madama Wislow del nostro ultimo incontro e delle scuse che vi ho posto doverosamente." raccontò allegro.
La donna fissò Kyle.
"E tu chi diavolo saresti?"
Kyle fece un piccolo inchino. "Buonasera, perdonate l'intrusione, sono la recluta che ha riaccompagnato al Castello Dorotha, quella notte. Ero passato per sincerarmi delle sue condizioni."
La donna lo guardò sospettosa, ma sembrò che il ragazzo la convincesse. "Molto bene." rivolse la sua attenzione ad Alexi. "Peter mi stava dicendo di averti invitata al matrimonio ma che tu non hai risposto."
Alexi si bloccò. Avrebbe voluto sprofondare. Possibile si trovasse davvero in una situazione tanto assurda?
Guardò prima la donna, poi Ileene, Kyle e in fine Peter.
"Non vedo perché non dovresti andarci."
Alexi si lasciò scappare un colpo di tosse. "Io... beh sapete, il regolamento, non ci è concesso..." farfugliò confusa.
"Oh, quello stupido regolamento! Non l'ho letto in quarant'anni e di certo non inizierò oggi. Peter è un ottimo partito, conosco la sua famiglia da anni. Un bravissimo ragazzo, abile soldato. È una festa, maledizione, se non ci si diverte nemmeno alle feste tanto vale morire."
Con quella frase per Madama Wislow la faccenda era chiusa.
Peter fece un sorriso raggiante che Alexi fu costretta a ricambiare al meglio, ma anche a quella distanza poteva sentire Kyle ribollire di rabbia. Temeva potesse esplodere da un momento all'altro. Lanciava a Perer sguardi glaciali carichi di odio e disprezzo.
Ben ti sta, si disse, almeno adesso sai come mi sento!

Rebel - Risorta dalle ceneriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora