Un piccolo esemplare di Mika curioso

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Pov. Federico

Che Mika fosse curioso, bhè, questo è risaputo da praticamente tutti, ma non pensavo che arrivasse addirittura a questi livelli. Siamo stesi sul divano grigio di casa mia, e il libanese si diverte a indicare qualsiasi mio tatuaggio sia alla portata della sua mano e chiedermi quale sia il significato. Più volte gli ho spiegato che me li faccio quasi tutti senza un motivo, (ok forse tutti ma shhh) ma lui non ne vuole sapere, e ogni volta tira fuori la scusa di non avermeli guardati ancora tutti.

Lo so che può sembrare un atteggiamento paranoico, ma alla fine amo questi momenti di tranquillità che si vengono a creare tra di noi, e non ho mai il coraggio di interferire, così lo lascio fare. Infondo lo ammetto, con il suo italiano non ancora perfetto, quando cerca di spiegare una figura colorata che non riesce a capire cos'è mi fa morire dal ridere.

La sua testa è abbandonata pigramente sulla mia spalla, e i suoi occhi vagano da una parte all'altra del mio petto nudo.
Il suo dito si ferma sul tatuaggio che ho finito di colorare solo qualche mese fa, e anche se sul quel disegno si è già fermato innumerevoli volte mi domanda:

"Ma perché ti hai tatuato dei denti gialli che mangiano dei tantacoli di un polipo?"

Io trattengo una risata e lo correggo, senza però riuscire a trattenere un sorriso:

"Tentacoli Mik, si dice tentacoli, e poi te l'ho già spiegato. Il disegno l'ha creato il mio tatuatore, mi è piaciuto e quindi me lo sono fatto incidere sul corpo."

Aggrotta leggermente la fronte, e la sua espressione è davvero imparagonabile a qualsiasi altra nel mondo...è davvero adorabile:

"Ma quindi...tuo tattoist ha denti gialli e mangia tanta...tentacoli di polipo?"

Gli scompiglio i capelli e roteo gli occhi. Ok, ho detto che mi fa morire dal ridere ma a volte non riesco mai a capire se è serio o mi sta prendendo in giro. A giudicare dalla sua espressione, però, dev'essere realmente perplesso:

"No, ha solamente fatto un disegno, tutto qui."

"Ti ha fatto male?"

Io annuisco e gli indico il punto dove si vedono le costole leggermente in rilievo sulla pelle:

"Qua è il punto in cui ho dovuto mordermi una mano per non urlare."

Mi fissa stupito in volto, oddio, e adesso cosa frulla in quella sua testolina? Penso,mentre lui se ne esce con un'altra delle sue sparate:

"Ma...se già ti faceva male tattoo...perché tu doveva farti ancora male mordendoti una mano?"

"Mika è un modo di dire, non mi sono mica messo a mangiarmela."

Annuisce soddisfatto e i suoi occhi tornano a vagare sul mio petto, soffermandosi però, poco dopo sul mio collo:

"E invece questo specie di labirinto per pac-man? Perché ci hai fatto una stella rossa qui?"

Domanda posando il suo dito proprio al centro del mio collo, dove si trova il tatuaggio di una piccola esplosione. Abbassando rapidamente la testa provo a morderlo ma riesce a toglierlo in tempo:

"Ahhh, stronzo di meeerdaaa."

Lo stringo leggermente a me, in un gesto affettuoso, di cui non rendo nemmeno conto, poi ridacchio:

"Guarda che effetto che mi fai..." Sorride alla mia affermazione e mi lascia una carezza tra i capelli:

"Ma tu...sei convinto di noi...di questa cosa tra noi?"

Mi domanda all'improvviso, con una nota indecisa nella voce. Giro la testa per trovarmi con i miei occhi puntati nei suoi, gli lascio un bacio sull'angolo delle labbra e sorrido, cambiando discorso:

"Sai che ti ho dedicato una frase nei miei Baci Perugina?"

Mika scatta seduto sul divano come se gli avessero appena comunicato che Melachi ha avuto dei cuccioli, e mi guarda pieno di aspettative:

"Davvero??? Tu fa vedere dove?"

Gli rivolgo l'ennesimo sorriso della giornata e scuoto la testa:

"Mi hanno dato alcune scatole, sono di là in cucina...saranno almeno un centinaio di cioccolatini, ma tu hai tutto il tempo di questo mondo."

Con espressione contrariata, mi afferra per le spalle e prende a scuotermi, nemmeno tanto piano,iniziando a piagnucolare:

"Ma Fedèèè, tu è uno stronzo di meeerdaaa, non puoi dirmi tu la frase?"

Scuoto energicamente la testa e Mika si alza completamente dal divano, si stiracchia facendo scrocchiare leggermente le ossa della schiena e mi guarda in tono di sfida:

"Facciamo una...competition,come la chiamate voi?"

"Una sfida?"

"Yes! Una sfida! Chi trova prima il cioccolatino vince, e chi perde..."

Mi guarda con uno strano sorrisetto che gli illumina il volto, e visto che non sembro capire inizia a muovere le sopracciglia in modo piuttosto eloquente:

"Oh...tu ha capito."

Io scatto a sedere e lo guardo in tono competitivo. Di sicuro non mi lascerò battere da lui, diamine. Sto per alzarmi quando il suo sorriso splendido lascia spazio ad un'espressione più imbronciata, e oserei dire anche triste. Lo guardo curioso e gli cingo i fianchi attirandolo verso di me e appoggiando la testa all'altezza del suo stomaco:

"Ehi,che succede? Ti sei appena reso conto che non hai possibilità di vincere?"

La mia frase sembra turbarlo ancora di più perché con un gesto abbastanza freddo si stacca da me e punta i suoi occhi nei miei:

"Io non posso leggere bigliettini...ricorda?"

Spalanco gli occhi, accorgendomi solo ora dell'enorme cagata che ho detto: certo che Mika non può vincere, è dislessico, e io me ne sono completamente dimenticato, diamine. Mi alzo anche io in piedi mettendomi di fonte a lui. La differenza di altezza fa sembrare tutto questo un contesto in cui una persona qualsiasi scoppierebbe a ridere, ma sinceramente non mi interessa:

"Scusami...non mi sono ricordato...di quella cosa..." Lo guardo negli occhi e vedo che la sua espressione triste è ancora lì, così cerco di consolarlo come meglio posso:

"Ti va se andiamo di là e proviamo a leggerli insieme, così provi a dirmi quali sono le frasi che più ci rappresentano?"

Mika fa un sorrisetto davvero dolce a annuisce con espressione rincuorata. Poi mi lascia un bacio così intimo sulla fronte che non posso fare a meno di arrossire provocando una risatina dal libanese. Mi guarda e poi annuncia:

"Ma io so già la frase che ci rappresenta!"

Con il tono più delicato che posso usare per una battuta del genere gli rispondo:

"Si? Me la vuoi scrivere?"

Osserva la mia espressione divertita ma anche leggermente spaventata per la reazione che può avere, e scuote energicamente la testa:

"Ahhhh Fedèz, stronzo di meeerdaaa."

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