-Ciao.
-Ciao.
-Tutto bene?
-Si.
-Sembri stanca.
-No.
-Sicura?
-Si.
-Non sei di molte parole, oggi.
-Scusa.
-Non fa niente.
-Ok.
-Qualcosa non va?
Lei sospirò:- Ma cosa vuoi da me? Te ne vai? Non ho voglia di parlare, ok? Sparisci!
Lui rimase in silenzio, seduto vicino alla ragazza.
Uno.
Due.
Tre.
Quattro.
Cinque.
E alla fine il silenzio gli divenne insopportabile.
-Davvero vuoi che me ne vada? Perché se lo vuoi, me ne andrò.
Lo guardò, gli occhi gonfi per le lacrime che gridavano "no, no, non andare, ti prego"
E invece abbassò lo sguardo rendendolo muto.
-Si. Si. Voglio che tu te ne vada.
Il ragazzo la guardò per un attimo, poi si alzò. E se ne andò.
Mentre lo guardava allontanarsi, cercando di nascondersi dietro ai capelli scuri, lei lasciò scivolare le lacrime sul viso, incurante degli sguardi delle persone che osservavano la scena.
Solo in quel momento capì. Non poteva lasciarlo andare via. Non lui.
Si alzò, lasciando la borsa sulla panchina, non le sarebbe neanche importato se gliela avessero rubata, doveva solo corrergli incontro, nulla era più importante.
-Aspetta! Ti prego, aspettami!
E il ragazzo si voltò.
Gli si gettò letteralmente tra le braccia permettendogli di accarezzarle i capelli e di sussurrarle qualcosa all'orecchio.
Lei sorrise, un sorriso debole, ma sincero:- E adesso?
-E adesso lascia che mi prenda cura di te.