Capitolo 44.

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Altre due notti con i Dolenti erano passate, portandosi via la vita di altri due Radurai.
Mancava solo un giorno al sacrificio e Thomas non si era ancora svegliato. Certo, come tutti gli altri aveva urlato come un dannato durante la Mutazione, ma alla fine era caduto in un sonno profondo.
Le lezioni di tiro con l'arco continuavano, ma le facevo soprattutto con Newt.
Gally sembrava che cercasse in ogni modo di evitarmi e la cosa mi faceva soffrire. Continuavo a ripetermi che era giusto così e che ognuno ha bisogno dei propri spazi, ma dovevo ammettere di iniziare a sentire la sua mancanza. 
Pensavo che si fosse abituato a vedermi legata a Newt, ma a quanto pare mi sbagliavo.

Se soffriva a causa mia, forse era un bene che mi stesse lontano.
Dal mio canto invece, ero riuscita piano piano a riprendermi da quello che era successo con Glader. Newt mi era stato vicino in questo processo di guarigione e di questo gli ero grata. Come promesso da Alby, il pazzo era rimasto recluso nella Gattabuia solo perché non era più possibile esiliare qualcuno, ma mi immaginai che il leader stesse prendendo in considerazione di utilizzare anche lui come potenziale pasto per i Dolenti.

Mentre aspettavo che Newt arrivasse per la lezione, scagliai un'altra freccia contro un albero e questa andò a conficcarsi proprio nel centro esatto del tronco.
La mia mira era migliorata di gran lunga negli ultimi giorni ed era merito del continuo allenamento. Stavo per scagliare un'altra freccia, quando un movimento improvviso tra i cespugli colse la mia attenzione.
Puntai l'arco contro il fogliame e attesi in silenzio che qualcosa uscisse allo scoperto.
Aguzzai la vista quando il movimento si ripeté una seconda volta e notai una piccola luce rossa tra i rami.

Puntai la freccia verso quest'ultima e la scagliai con il doppio della forza che impiegavo normalmente. La freccia andò però a conficcarsi nel terreno, mancando il bersaglio.
Solo dopo pochi secondi capii che non ero stata io a non averlo centrato, ma era il bersaglio a essersi spostato.
Qualcosa mi camminò veloce vicino ai piedi e lo seguii con lo sguardo.
Era una lucertola alquanto strana, sembrava quasi fatta di metallo e i suoi occhietti rossi permettevano di notarla anche nel fitto del bosco.

Caricai un'altra freccia, con la quale seguii tutti i movimenti del piccolo animaletto.
Il perfido mostriciattolo si spostava a destra e a sinistra con una velocità incredibile. Quando all'improvviso si fermò in un punto, tirai la corda per scagliare la freccia.
Proprio all'ultimo la bestiaccia si spostò di lato e anche io feci altrettanto con l'arco. Senza esitare scagliai la freccia. Solo dopo alcuni secondi mi accorsi di averla lanciata in direzione di Newt, che era comparso dal nulla.

Urlai per attirare la sua attenzione e lui si spostò appena in tempo. Gli corsi incontro col cuore in gola e mi accorsi di averlo ferito a un fianco.
"Ma sei impazzita?" mi chiese toccandosi il taglio. "Io ritardo di qualche minuto alla lezione e tu mi punisci così?"
"Scusami, Newt! Non ti avevo visto, giuro! Stavo cercando di ammazzare una lucertola, aveva questi occhi rossi che mi fissavano in maniera così inquietante da farmi perdere la testa. Non mi sono accorta della tua presenza fino all'ultimo secondo." spiegai mettendo l'arco in spalla. "Seguimi, ti devo medicare prima che tu perda troppo sangue."

"Si chiamano Scacertole, comunque." mormorò il ragazzo, con una nuova smorfia di dolore stampata sul viso. Quando fummo dentro l'edificio dei Medicali lo feci sedere su un letto e andai a prendere l'occorrente.
"Avanti, togliti la maglietta." ordinai raggiungendolo.
Lui mi guardò imbarazzato e non si mosse.
"Andiamo, non è la prima volta che ti vedo senza maglia." ammisi sorridendogli incoraggiante.
Lui titubante se la levò, restando a petto nudo.
Mi inginocchiai vicino al bordo del letto e iniziai a medicarlo. Dovetti mordermi le labbra per evitare di arrossire. Newt aveva un bellissimo corpo per uno che lavorava solo con le piante.

Una volta che ebbi finito di fasciarlo, osservai soddisfatta il mio lavoro. 
"Ti piace quello che vedi?" mi chiese lui con un ghigno malizioso.
"Ah, smettila, Newt." borbottai cercando di alzarmi da terra.
Una volta che fui in piedi, lui mi circondò i fianchi e mi attirò a sé. "Mi spieghi come faccio a resisterti se sei così dannatamente bella?" chiese sorridendo.
Gli sorrisi di rimando e girai il volto per non fargli vedere il rossore che popolava le mie guance.
Sentii le sue labbra posarsi sul mio collo e il suo respiro caldo farmi il solletico. 

The Maze Runner - RememberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora