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"Direi che è il caso che tu cominci dall'inizio."

Crowley annuì e avanzò di qualche passo verso di lei. Doveva ammettere che adorava vederla confusa, gli dava un certo senso di soddisfazione; la grande Allison Morgan non sapeva da dove iniziare per mettere ordine in quel caos che sembrava circondarla.

"Devo ammettere che vederti così confusa e disorientata mi dà un certo brivido," le disse abbozzando un sorriso. "È piacevole, per una volta, vederti perdere il controllo."

"Se credessi che ne vali la pena, ti darei un pugno dritto in faccia. Ma questo non cambierebbe il fatto che sei un vero bastardo, quindi risparmierò le mie energie."

Il Re degli Inferi rise. "Woah... eccola la Allison Morgan che tutti conoscono e amano. Sai, sei una spina nel fianco, ma capisco perché c'è tutta quella folla di gente in attesa e in ansia per te di fronte alla tua stanza d'ospedale."

"Ma di che parli?" Allison allargò le braccia. Cercava di mantenersi vaga perché non voleva fargli sapere quello che aveva capito e perché... beh non ci aveva capito molto.

"Cercherò di farti un breve ma preciso riassunto" le disse lui. "Tuo fratello ti ha colpito in testa mentre eri vestita di tutto punto per partecipare ad un matrimonio. Il colpo è stato talmente forte che sei entrata in una specie di coma e in bilico tra la vita e la morte ti sei ritrovata in questa specie di limbo."

"Limbo?"

"Sì. Siamo dentro la tua testa ma siamo anche in una dimensione ultraterrena, un ponte tra il vivere e il morire. In casi come questi, l'Inferno e il Paradiso cercano di accaparrarsi l'anima. Alcune volte stringono una sorta di patto tra di loro così da non doversela contendere: ad uno non interessa quindi la cede all'altro senza troppi drammi."

"Una specie di mercato delle anime", sussurrò Allison.

"Più o meno. Ma in questo caso, e cioè nel caso specifico della tua anima, è una guerra all'ultimo sangue."

"Perché?" chiese la donna e davanti allo sguardo di Crowley sospirò e alzò una mano. "Sai una cosa? Non dirmelo, non sono certa di volerlo sapere."

"Ad ogni modo," continuò il Re, dopo un momento. "Il Paradiso vuole che tu smetta di lottare, credono che tu abbia fatto già abbastanza e che ti meriti un po' di pace. Io invece vorrei che aprissi gli occhi e tornassi a fare quello che sai fare meglio; rompere le uova nel paniere ai cattivi."

Allison annuì prendendosi un attimo per riflettere; conosceva Crowley ed era certa che dietro quella sua "richiesta" ci fosse molto di più di quello che lui voleva lasciar credere.

"Lasciami indovinare, tu hai già in mente un cattivo in particolare a cui vorresti che rompessi le uova nel paniere, vero?"

"Sei sveglissima, non c'è che dire" il tono di Crowley era sarcastico, ma il suo sguardo era serio come mai prima.

"A chi hai pestato i piedi, Crowley? L'ultima volta che hai mandato me, Sam e Dean a risolvere un tuo problema, ci hai mandati incontro alla morte con una pistola che, dicevi, poteva uccidere Lucifero. E ricordi com'è finita? Jo ed Ellen sono morte in quella dannata città del Missouri."

"Lucifero era un problema di tutti e mi sembra di aver già detto che quello è stato un errore in buona fede," si difese Crowley. "Credevo davvero che la Colt potesse farlo fuori. Perchè nessuno vuole credermi?"

"Cerca dentro di te e avrai la tua risposta" Allison si mise le mani sui fianchi e si guardò intorno prima di voltarsi a guardare di nuovo lui. "Perché non inizi a dirmi qualcosa di utile?"

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