Capitolo 19

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Luke pesca il cartellino e legge la domanda ad alta voce "Quante mogli ha avuto Enrico VIII?"

"Dieci?"

"Sì, certo, venti. No genio, sei."

"Oh, andiamo! Queste domade sono assurde. Che ne sappiamo noi se non si è sposato qualcuno in segreto?"

"E' cultura generale." dico prendendo il cartellino con la domanda dalle mani di Luke e lanciandolo addosso a Calum, che mi fulmina con lo sguardo sbuffando. "Mi potete dire come sono finita in squadra con questo troglodita?" chiedo rivolta agli altri. Allison alza le palle ridacchiando "Stare con il tuo ragazzo sarebbe stato troppo facile."

"Già, ma tu sei in squadra con il tuo." Ridacchia di nuovo appoggiando la testa sulla spalla di Ashton, mentre lui le circonda la vita con un braccio. Fanno venire il diabete certe volte, per quanto sono dolci.

Giochiamo per un'altra mezzora, arrivando alla conclusione che sì, le domande di quel gioco sono troppo impegnative per noi. Mettiamo via il gioco e gli altri decidono di andarsene. Mentre Giselle si allunga per darmi un bacio sulla guancia, mi sussurra all'orecchio "Stiamo per uscire insieme." la sua voce è più acuta del solito, il che mi fa capire quanto sia esaltata. Ridacchio leggermente e accompagno tutti alla porta.

"Che ne dici se rimango un po' qui?" mi chiede Luke a voce abbastanza alta, credo per farsi sentire da Calum, appoggiando un braccio sulle mie spalle. Sto per rispondere che mi va bene, quando mi sento afferrare per un polso e vengo tirata via dal braccio del biondo. "Mi dispiace, ma Blakey deve aiutarmi in Storia del Cinema."

"Ma se nemmeno seguo quel.." Il suo piede schiaccia il mio, e instintivamente gli tiro una gomitata nelle costole. Vedo Luke trattenere a fatica una risata, poi alza le spalle e si china a darmi un bacio sulle labbra "Tranquilla, cucciola. Ci vediamo più tardi magari." ed esce dalla porta. Calum si stacca da me, ma io mi giro, avanzando verso di lui e mettendo le mani sui fianchi. "Calum Thomas Hood. Vuoi dirmi perché diavolo lo hai fatto?" lui inietreggia verso il divano, e ben presto resta attaccato al retro dello schienale. "Andiamo, cucciola" dice scimmiottando il soprannome che mi aveva dato Luke. "Ti ho solo salvato da un noioso pomeriggio in compagnia di Luke."

"Credevo foste amici. Perché lo tratti così?"

"Lo siamo, ma non quando cerca di rubare ciò che è mio." Mi afferra per la vita e si spinge verso lo schienale. Cadiamo sul divano, sdraiati in modo storto ma con tutti i corpi a contatto tra loro. Con un colpo di reni si stende sopra di me.

Mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, per poi accarezzarmi il viso. I suoi occhi sono incatenati ai miei, e sono così belli quegli occhi scuri. "Non sono tua."

"Non ancora. Ma so che lo vuoi tanto quanto lo voglio io." alzo la testa in atteggiamento fiero, mentre cerco di non fissare quelle labbra carnose che mi sventolano davanti agli occhi. "Montato."

"Montami." Non riesco a trattenere una risata, prima di dargli del coglione. Si china, lasciandomi un bacio sulla guancia, poi rotola giù dal divano. Lo guardo, leggermente a testa in giù, mentre mi offre la mano per aiutarmi ad alzarmi. La afferro mentre lui mi trascina in piedi e poi vicino a se. "Che ne dici di festeggiare tra di noi per il nostro esame?" Do un'occhiata all'orologio sulla parete.

"Calum è mezzanotte e mezza."

"Ehi, quando è passato il tempo? Comunque non è un problema, so cosa fare." Sparisce nella sua stanza, tornando pochi secondi dopo con due fogli e una penna. Comincia a fare quadretti su uno dei due, per poi colorarne alcuni come una scacchiera. Stacca dei pezzi di carta irregolari colorandone la metà.

"Ta-dá! Dama alcolica." Ogni volta che ti mangio una pedina, dovrai bere uno shortino di.. Cos'abbiamo in casa?" Si alza andando in cucina. Apre la vetrinetta prendendo due bicchierini, poi fruga nel frigo. Torna con una bottiglia di vodka che non so dove abbia preso, e riempie i due bicchierini. "Pronta per giocare?"

"Grazie per avermi interpellato." Alzo gli occhi al cielo e sistemo le mie pedine, facendo la prima mossa.

Quindici minuti e otto shortini dopo, mi sembra che ce ne siano due di scacchiere. Calum ha bevuto il mio stesso numero di bicchierini, ma non sembra nelle mie stesse condizioni. Sta osservando con gli occhi strizzati una delle due scacchiere, poi guarda me.

"Mancano ad entrambi solo quattro pedine. Che ne dici di rendere il tutto più interessante?"

"In che modo?"

"StrepDama."

"Sei serio? Quanti anni hai, otto?"

"No, nove. Quindi ci stai?" Alzo gli occhi al cielo osservando il gioco. È rimasto con due damoni, mentre io ne ho uno solo, ma per quanto la strategia di gioco, potrei farcela. Se riuscissi a spostare di quattro posti quello in C4, e arrivare con il damone in E7.. Chi voglio prendere per il culo? N so nemmeno cosa sto dicendo. Guardo Calum, e nonostante la consapevolezza che probabilmente perderò, annuisco accettando la sfida, sperando che sia altrettanto ubriaco da sbagliare tutto.

In cinque mosse riesce a mangiare una delle mie pedine grazie al suo damone. Mi garda attraverso le ciglia, con il sorriso malizioso che abbia mai visto. "Direi che puoi cominciare dalla maglietta."

"Direi che ho ancora veto di scelta. Comincio dalle scarpe."

"Non vale barare!"

"Io non sto barando. Nessuno ha stabilito quali fossero gli indumenti da togliere. Con fatica mi tolgo le scarpe, maledicendomi per non aver messo i calzini sotto le Vans quella mattina. Continuiamo a giocare, quando riesco finalmente a mangiare la sua pedina, grazie ad un'altra fidata pedina. Mi aspetto che anche lui si tolga le scarpe, Vans come le mie, invece si alza in piedi e afferra il bordo della canottiera che indossa e la sfila.

Compare di nuovo quel sorriso malizioso quando il mio sguardo rimane fisso sul suo stomaco, sui suoi addominali e la leggera V sui suoi fianchi. La mia vista viene oscurata da qualcosa di scuro, con un profumo che ormai conosco bene. Mi tolgo la maglietta dalla faccia, e non so come sia possibile, Calum è davanti a me.

"Sono stanco di giocare. Mi vuoi? Perché sono mesi che voglio quelle labbra solo per me." Resto a fissarlo a bocca aperta mentre gioca con una ciocca dei miei capelli. Non sono sicura se intenda che è stanco di giocare a scacchi, o giocare con me. Lo vedo avvicinarsi, la sua bocca è sempre più vicina, e quando mi sfiora sento una scarica scorrermi lungo la spina dorsale.

Mi fissa negli occhi, e con uno scatto fa alzare entrambi in piedi. Mi afferra le cosce e mi solleva, in modo che le mie gambe gli circondino la vita. Comincia a camminare, e nonostante il disorientamento dovuto all'alcol, so che stiamo entrando in camera sua. Ne ho la conferma quando vengo avvolta dal suo profumo dall'oscurità della stanza, con l'eccezione di un fascio di luce proveniente dalla finestra.

Vengo poggiata sul letto, mentre lui si sdraia in mezzo alle mie gambe. Mi toglie i capelli dal viso, e posso a malapena vedere i suoi occhi scrutarmi, per poi fissarmi le labbra. Si avventa su esse, come un animale assetato. Sento la sua lingua picchiettare sul mio labbro, e senza pensarci gli concedo l'accesso.

Mentre la sua mano scorre sulla mia coscia, non posso fare a meno di pensare che per lui sono solo uno sfizio. Che una volta che mi avrà avuta, sarò solo una cosa passata.

Voglio davvero questo? Farci sesso da ubriaca, dimenticare tutto il giorno dopo e fingere di essere estranei?

'CAUSE WHEN YOU LOOK LIKE THAT, I'VE NEVE EVER.. Se la conoscete, continuate ahah

Scusatemi davvero, so che manco da un sacco, ma la mia fantasia si è decisamente preso una vacanza. Spero di recuperare il tempo perso, quindi mi metterò sotto a scrivere sia questa, che le altre storie ahah. Non ho riletto per la fretta di pubblicare, quindi scusate gli errori, e se ne notate ditemelo liberamente! Grazie della pazienza, un bacionee

Jess❤️

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