Mi era bastato scrivergli :"Moto?Ci stai?" e Chad aveva risposto :"17,30 guido io ".
Non l'avevo visto per l'intera estate.
Eravamo stati insieme per tre mesi all'inizio dell'anno e lo conoscevo dalle medie,da quando era entrato in aula, ovviamente in ritardo,e aveva occupato l'unico posto libero...quello accanto a me.Dopo essersi seduto svogliatamente l'avevo guardato con un sorriso timido,avevo tredici anni allora. Si era girato e mi aveva detto :"cazzo guardi". Per i primi mesi lo odiai.Era stato bocciato l'anno prima e aveva perso i suoi cosiddetti amici e la "reputazione" alla quale si teneva ben saldo.
Era solo e detestava esserlo anche se lo nascondeva bene; lo ritenevo uno di quei ragazzi volgari, strafottenti,menefreghisti,e arrampicatori sociale...
rappresentava tutto ciò che andava contro la mia morale ma in realtà era solo un ragazzo arrabbiato.
Sappiamo tutti come vanno queste cose: la brava ragazza si innamora del ragazzo disastrato. Oh si ..è stato la mia prima cotta adolescenziale,lo ammetto.Nella mia vita non aveva portato solo una boccata d'aria fresca bensì un ciclone:mi ha insegnato che il controllo,il cercare di moderare ogni propria reazione, porta ognuno di noi ad essere falsi con sè stessi.La nostra reazione stabilisce chi siamo e probabilmente per le ragazze come me,che rischiano di avere reazioni eccessive anche quando sono solo innervosite, non rappresenta chi vorremmo essere:la nostra natura puó essere domata, non nascosta,tanto vale farsene una ragione.Chad mi aveva lasciato una perifrasi di vita che aveva coronato la mia crescita :potevo lasciarmi andare,non per molto,per un secondo soltanto,per respirare.Per due anni lo considerai il mio migliore amico,crescemmo insieme,ci frequentammo,recentemente eravamo stati insieme e dopo un'estate non eravamo più nulla.
Non ci amavamo,o almeno non più.
Non eravamo amici.
Agli occhi degli altri non eravamo nemmeno un disastro :non ci dimostravamo nessun sentimento in particolare,perchè tentare di far funzionare per forza le cose era come un dopo sbronza,pieno di rimorsi e con il solo risultato di un malessere generale.Qualora uno dei due fosse stato geloso non osavamo dirlo e il nostro orgoglio ci impediva di cercarci.Oserei dire che la nostra "amicizia" vista dall'esterno sembrasse quasi equilibrata,fredda ma equilibrata,in fin dei conti non ci esprimevamo.
Litigare era spossante,stare insieme? Peggio,essere solo amici...strozzante.
Certe storie non finiscono come in quei patetici romanzetti rosa e l'unica cosa che mi ha insegnato la chimica è che alcune reazioni sono irreversibili.
Eravamo cenere e l'amore nel nostro futuro non era più contemplato; infondo ci andava bene cosi.Beh, parlando da pessimista cronica quale sono ,penso che tutto sia destinato a finire e noi in quel momento eravamo giunti all'arrivo,senza medaglia o premio.Nonostante ció,sebbene passassero mesi, ci sentivamo in qualunque caso,il che era un dato di fatto anche se non volevamo ammetterlo.
Quel pomeriggio ,chiamandolo, avevo fatto un passo sperando che non si rivelasse più lungo della gamba.