Untitled Part 1

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Prologo.

Mi trovavo in una stanza completamente bianca, seduta sul pavimento gelido, ero circondata da un silenzio tanto forte da potersi definire assordante, sentivo solo l'eco del mio pensiero.

Ogni tanto si sentiva un forte tremolio come se all'esterno ci fosse un terremoto che dava forti vibrazioni, suppongo ci dovesse essere un rumore assordante date le circostanze.

Fissando il muro davanti a me mi accorsi di una leggera crepa che continuava ad allargarsi, e da lì il mio cuore iniziò a battere a un ritmo molto veloce non capivo come potesse essere possibile una frattura del genere, nulla avrebbe potuto penetrare qui dentro.

Cercai una soluzione ma non mi venne in mente nulla;

Il mio corpo iniziava a paralizzarsi man mano che la crepa cresceva, iniziai a sentire dei rumori provenienti dall'esterno, urla, si erano urla ne ero sicura ma non riuscivo a capire di chi erano, mi chiedevo se gli altri stavano bene e iniziai ad entrare nel panico e non potevo permetterlo o la stanza sarebbe ceduta assieme a me.

Ci fu un forte rumore e assieme a questo si allargò la crepa, sentivo ondate di aria provenire dall'esterno che iniziava ad entrare ovunque creando un forte sibilo.

Sentì tre forti rumori e dopo di che si creò un varco dalla crepa sul muro, l'aria all'interno della stanza veniva risucchiata verso l'esterno e mi sentivo quasi come svenire, non avrei potuto mantenere aperta per molto la dimensione Alfa sapevo che se avessi provato a chiudere l'apertura avrei perso i sensi e la dimensione si sarebbe chiusa.

Vidi un ombra provenire dall'apertura, era l'ombra di un uomo molto robusto e con se portava una scintillante spada.

-Finalmente ti ho trovata sai ho dovuto cercare in sette dimensioni per trovarti, ho trovato i tuoi inutili amichetti, non sai che spreco di tempo è stato ma finalmente sei mia.

Non riuscivo a vedere la sua faccia, ma la sua voce era riconoscibile in mezzo ad altre mille.





CAPITOLO PRIMO  


Tre settimane prima.

Come al solito mi svegliai alle 05:50 per prepararmi prima di prendere l'autobus, era una mattina piuttosto fredda e decisi di mettere sciarpa e cappello.

Arrivata a Legnago decisi di saltare la prima ora per rileggere gli appunti della verifica di Diritto.

Andai al Costa Caffè dove feci colazione ed iniziai a studiare, ero seduta sull'ultimo tavolo infondo al locale che era quasi del tutto pieno.

La porta si aprì e vidi entrare un ragazzo alto sul metro e novanta capelli neri e lisci, con il solito taglio rasato sui lati che tutti i ragazzi portavano, ma a lui stavano particolarmente bene soprattutto perché i suoi capelli scuri cadenti davanti alla fronte si intonavano ai suoi occhi marrone color corteccia.

Sembrava stesse cercando qualcuno all'interno del locale, dopo di che mi guardò e venne verso di me.

-Scusami potrei sedermi qui? E' che i tavoli sono tutti occupati.

-S-si certo ti faccio spazio.

-Grazie mille.-  Mi disse con un grande sorriso

Non so perché ma mi sentivo davvero molto attratta da questo ragazzo, era un'attrazione molto strana che non avevo mai provata per nessuno, aveva un non so che di misterioso.

Qualche minuto dopo entrò urlando un uomo alto e molto muscoloso

-TYAGO DOVE SEI? FATTI VEDERE STUPIDO RAGAZZINO!

Dopo quella esclamazione il ragazzo dai capelli neri si alzò e si diresse verso l'uomo.

-Si può sapere perché urli? Disse il ragazzo.

-Non capisci proprio la serietà della cosa vero? Sei stato addestrato da sempre per questo momento e te ne vai gironzolando in giro senza seguire i miei ordini, sai benissimo che dobbiamo trovare la figlia di Nicholas prima della prossima luna piena e ti ricordo che sarà sta sera; e non fare lo sbruffone perché sei nato di Martedì.

-Al contrario di come credi tu la ragazza l'ho trovata ed è seduta in tavolo con me, vieni te la faccio conoscere.

I due dopo una discussione si avvicinavano al tavolo e si presentarono;

-Piacere io sono Tyago e lui è il mio amico e tutore Trevis.

-Piacere, io mi chiamo Lucia, desiderate qualcosa? - Dissi con tono incuriosito.

-Si certo abbiamo un piccolo grande problema che solo tu puoi risolvere e sai ti spiegherei tutta la storia però abbiamo poco tempo e non possiamo stare qui a lungo.

-Si certo capisco però io dopo avrei una verifica, mi spiace.

Il ragazzo mi guardò con un'espressione molto triste –Credo che da oggi le verifiche saranno gli ultimi dei tuoi problemi, ora ti prego vieni con noi.

-D'accordo. - Non so perché ho detto di sì, ma mi fidavo.


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