Chapter 1

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Era solo l'inizio di una lunga e noiosa giornata. Il programma era particolarmente nella norma e niente di che sarebbe dovuto accadere. O così pensai.
Sveglia alle 5.30, colazione di fretta e impossibile maratona al bagno per accaparrarmi la doccia (anche questa mattina mia sorella era riuscita ad appropriarsene) , non che mi dispiacesse anzi quei venti minuti di ozio si trasformavano facilmente nei soliti viaggi , mentali.

Ah forse non ti ho detto chi sono e cosa faccio.
Io sono te.
Si hai capito bene, sono proprio te , ma questo è ininfluente. Capirai più avanti.

Come dicevo, viaggi mentali. I miei preferiti, non erano niente di che , solo piccoli pezzetti di storie o pensieri che occupavano una mini parte della mia giornata (o gran parte, dipende dal tuo punto di vista alla fine di QUESTO viaggio!) ma con poco riuscivano a rendermi felice o almeno a rendere facile il trarre positività da ogni cosa. Nonostante tutto venti minuti erano tanti, o pochi (capisco che ora sia tutto troppo difficile o confusionario, ma ti prometto che avanti col tempo sará tutto più chiaro) , e bastavano appena per riorganizzarmi la vita e magari cantare qualche sigla di serietv altamente popolari dovunque tranne che nel mio paese.
Ero solita a fantasticare sulle più recenti ossessioni , tra le milioni che avevo, realizzando live storie o sceneggiature che procedendo prendevano pieghe inaspettate o talmente banali da essere "riscritte" (un po' come ora) ; non so bene come cominciò tutto, so solo che ora fanno parte di quella che mia madre o le persone che mi vogliono bene chiamano creativitá , e che io chiamo leggera follia del quale non c'é bisogno di preoccuparsi.
L'unica cosa di cui c'é da preoccuparsi é che da viaggi mentali quali erano sembravano sempre di più prender forma, concretizzarsi, non lasciandomi quasi più spazio nel comprendere effettivamente la loro realtá. Sono pazza?? No...non lo sono.

Una volta uscita come al solito il bagno sembra una camera a gas, un passo dentro e sei morto. Ma il tempo scorre e la doccia me la devo pur fare.
Poi scuola , cinque ore, noia.
Altri viaggi mentali nel ritorno a casa, un po' di Brendon Urie qua e la, malditesta puntuale, compiti per quel che faccio, tisana+letto+libro.
Quasi a formula matematica la mia giornata ,a dispetto dei viaggi mentali,non cambiava.
Mai.
Erano le otto? O le nove? Il tempo non é mai quel che vuoi che sia, comunque non importa. Leggevo Dostoevskij convinta nel poter finire il capitol-
Come non detto, crollata. Nel più profondo sonno dei sonni, ma tutto quello che mi aspettava era nero. Solo dell'inusuale nero troppo scuro per i miei gusti. E poi la stanza gira, ma che ca**o succede?

Pianeta MeWhere stories live. Discover now