Capitolo 1

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Un cielo pieno di stelle mi riempie gli occhi.
Seduta sul cornicione di casa con le cuffie nelle orecchie ... troppo scossa per parlare ancora. Dopo un giorno pieno di intemperie interne, proprio in quella notte
piena di stelle e di lacrime,decisi di iniziare a scrivere i miei pensieri poiché l'unica cosa che non poteva rifiutarsi di ascoltarmi era la carta.

25 Giugno * inizio*

Mi presento sono "una stupida ragazza triste", il mio vero nome è Cassandra, ma esso non importa.
La mia esistenza, già di per se difficile, è inoltre tormentata dai miei guai interiori, non servono molte parole per descrivere i miei amici più cari: i demoni, essi li porto dentro, li nascondo in un' anfratto di me stessa ma sono la parte più vera e difficile.

"I miei demoni mi chiamano... Loro sono migliaia io una.
SILENZIO! Silenzio!
Non ascoltano mai le mie urla disperate."

Anche questa notte le loro urla mi scuotono, prendono il mio essere e lo stritolano non preoccupandosi per niente di tutto quello che porto dentro di me.
Sotto questo cielo pieno di stelle, questa notte di fine giugno,io mi infrango come una stella cadente e nel buio serale mi addormento frastornata dai miei pensieri.

26 Giugno *cicatrici*

La mattina arriva svogliata anche oggi, il mio corpo intorpidito dalla brezza notturna si desta dal suo sonno e nonostante la faccia imbrattata dal trucco, mi alzo e mi guardo allo specchio.
Dio!- esclamo- la mia mente perversa inizia a parlarmi ed io intensamente penso
"Guarda la finzione nei tuoi occhi, guarda i graffi e le cicatrici, rivedile alla luce, stanno sparendo, il dolore resta però... guardati allo specchio e vedi tutta la dolcezza andata a male... guardati come sei spezzata, rotta, lacerata ... Ma nonostante ciò la gente ti vede normale, non conti niente."

La mia mente perversa, non perde neanche una giornata nel ricordarmi del disastro che sono.
Ad ogni modo io, stupida ragazza triste, apro l'armadio e mi metto a cercare qualcosa da indossare, non ho molte possibilità dato che devo andare a mare.
Dopo un attenta riflessione, decido di non vergognarmi del mio corpo e tappo la bocca della mia coscienza che mi ammoniva sul mettermi un bikini.
Eh già! Quando sei una stupida ragazza triste il sol pensiero di scoprire troppo il proprio corpo è un problema, non lo fai con tranquillità ma bensì cerchi di evitarlo.
Scendo dalla scala di casa mia, dopo essermi preparata tutte le cose necessarie e come tutte le mattine compio il mio rituale: in solitudine raggiungo la spiaggia e vi rimango per qualche oretta.
I miei pensieri come onde si irrompono liberi nella mia testa mentre la brezza marina rilassa il mio animo tormentato.
La mia mente corre veloce ai miei soliti cattivi pensieri:

" Tempeste interiori, uragani che ti scoperchiano da dentro, sciabordii interni... Ho il mare dentro; un mare in tempesta e pieno di squali pronti ad uscire allo scoperto appena abbasso la guardia."

Mentre il mio essere pessimista emerge, smetto di reprimere la mia voglia di passeggiare libera e inizio a percorrere il bagnasciuga

Due ore dopo

Continuo a camminare finché , mentre sono travolta dai miei pensieri, finisco con l' urtare qualcuno.
I pensieri si bloccano alla vista di quel ragazzo

" aveva la pelle color del cioccolato fondente, occhi marroni come il nocciolo di una pesca e un sorriso che risplendeva sotto il sole cocente"

Il mio cuore ebbe un sussulto quando mi parlò con un tono gentile.

- piacere sono riccardo - disse lui con un tono allegro e timido allo stesso tempo, continuava ad avere quelle fossette che mi portavano gioia.
- Em...mmm... piacere Cassandra, scusami per prima ma non ti avevo visto.
Che stupida! - pensai - possibile che non riesca a parlare con un ragazzo senza diventare rossa-
* mi fece l' occhiolino e poi parlò *
- solitamente le principesse si incontrano nelle favole e non su un bagnasciuga nelle prime ore del mattino - afferma sorridente
*Avvampo*
- Infatti io non sono una principessa sono una ragazza normale - affermo con aria infastidita, odio quelli che ci provano subito ... Ma lui sembra così dolce!
- sei senza dubbio una principessa, sei splendida con quegli occhi azzurri che sono paragonabili al mare in tempesta, i capelli sui toni del biondo cenere e quello sguardo etereo e assente.
* Imbarazzata distolgo lo sguardo*
- Emm... grazie ... non sono abituata ai complimenti
- peccato per me sei splendida! Comunque vuoi continuare la passeggiata con me? - ammicca sorridente.
Senza pensarci un secondo rispondo - certamente-
Lui, con aria soddisfatta, risponde
-allora che faceva di bello questa ragazza tutta sola?

Tre ore dopo

Riccardo dopo avermi riaccompagnato a casa, mi diede il suo numero e mi chiese se mi avrebbe mai ricontrato sul bagnasciuga l'indomani.
Ammicando maliziosamente gli risposi - probabile lo faccio quasi tutte le mattine-
Sorridendo disse - a domani allora ... principessa .

Appena entrata in casa mi fiondai nella mia stanza senza riflettere molto.
Quell' incontro mi aveva lasciato stupita e completamente allegra.
Volevo sapere sempre di più di quel ragazzo misterioso ... Mentre mi arrovellavo la mente ricevetti un messaggio

*principessa, scusa ma mi sono preso la libertà di segnarmi il tuo indirizzo, nel caso non dovessi trovarti nel bagnasciuga, comunque vedo che ti sei scordata di chiudere le finestre della tua stanza ... fiondati nel letto con meno foga la prossima volta ahahaha*

Non sapevo completamente come rispondere, il mio cuore batteva all'impazzata ... non dovevo cedere, con il tempo mi sono accorta che innamorarsi è la peggior malattia esistente.
Nonostante ciò zittii la mia ragione e gli risposi

*Mi spii,adesso? Riccardo io non ti ho promesso un altro incontro ... ricordalo!*

Dopo questo ulteriore messaggio posai il telefono e svogliatamente mi misi a studiare.

Tre ore dopo

Mi risvegliai nel mio letto con il quaderno di greco in mano, mi accorsi che mi ero addormentata dopo un verso della versione ... Che cretina! Dopo quattro anni che studio questa lingua non ho ancora imparato il metodo per non addormentarmi!
Proprio mentre i miei pensieri correvano dal greco al latino come una brava studentessa di classico farebbe, sentii un rumore di passi che si avvicinavano.
Avevo la porta chiusa perciò pensai fosse mia madre, aspettai tranquilla e mi misi a studiare, quando dopo molteplici minuti la porta si aprì ...
Rimasi stupita, interdetta ... davanti la porta non c' era mia madre ma Riccardo .

I pensieri di un' adolescenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora