Sono le 7 e la sveglia suona, già non vedo l'ora di tornare a casa oggi pomeriggio. Almeno oggi è mercoledì e non c'è rientro...
Prendo una gonna e una maglietta e vado in bagno a vestirmi e prepararmi. Mentre mi preparo apro Facebook e leggo un post sulla maturità che mi fa ricordare una discussione avuta con la mia classe quando stavo ancora in Italia. In quella classe non mi sentivo a casa, avevo amici che si contavano su una mano e mi sentivo diversa dagli altri. Durante quella discussione una mia compagna mi disse "questo dimostra ancora una volta la tua maturità". Chi ti dice che io non vedo l'ora di essere matura? Qualche giorno prima feci un discorso con i miei genitori riguardo alla maturità in cui dissi di non sentirmi matura e " se dovessi essere ancora così a diciotto anni sappiate che non voglio avere i diritti di un maggiorenne perché con questa mentalità non li merito". Secondo i miei genitori quello fu un discorso molto maturo perché la maturità si dimostra anche così. Ecco io non sono quel tipo di persona che dice e fa quello che le persone si aspettano, anzi io faccio quello che ritengo giusto per me, ed è per questo che alle persone non piaccio particolarmente e il fatto di aver già un gruppo di amici qui a Miami rende la mia teoria credibile. Non sono io sbagliata, erano loro a non capirmi. Erano pochi quelli che realmente mi capivano, forse perché eravamo pazzi allo stesso modo. Martina, Debora ed Elena erano alcune di queste, mi mancano tantissimo...
Appena scendo dalla nuvola vado di sotto e vedo mia madre al telefono che impreca al tizio dei traslochi, sono tre giorni che devono arrivare con l'ultimo camion di mobili ma ancora non si sono visti. Evito di fare colazione per non sentire mia madre così prendo un tè in bricchetto ed esco. Vedo passare Nick davanti a casa, non posso non salutarlo...
"Ehi Nick! Come stai?"
"Ciao Giù, bene dai, non sapevo abitassi qui, casa mia é li di fronte alla tua!"
Sarà destino? Io lo spero...
"Vorrà dire che andremo insieme a scuola ogni mattina allora!" Continua.
Mentre andiamo verso la fermata mi metto le cuffiette perché al mattino non mi sveglio mai con la luna dritta e non voglio farglielo notare, ascolto Un bacio a te di Nesli. Nick mi si avvicina, tolgo le cuffiette. "Almeno fammi sentire anche a me la tua musica eh!"
Sorrido e gli passo la cuffietta. "Chi sarebbe sto qui?"
"Un cantante italiano" rispondo sorridendo.
"Senti ma, secondo te, io sono immatura?" Riprendo.
Lui si mette a ridere ma non risponde. Non insisto, magari ho fatto una domanda scema, e continuiamo a sentire musica fino alla nostra fermata dove stacco la musica. Appena scendiamo incontriamo Alex e un altro ragazzo molto carino. (Possibile che in questa scuola siano tutti così maledettamente carini?)
"Piacere, sono Ernie" dice.
"Piacere, Giulia"
"Hai bisogno che ti aiuti a portare qualche libro?" Chiede.
Non faccio in tempo a rispondere che Nick dice "Ehm no, la aiuto io"
Divento paonazza.