La storia

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La guerra civile romana del 49-45 a.C., nota anche come guerra civile di Cesare e Pompeo, è uno degli ultimi conflitti sorti all'interno della Repubblica romana. Essa consistette in una serie di scontri politici e militari fra Giulio Cesare, i suoi sostenitori politici e le sue legioni, contro la fazione tradizionalista e conservatrice del Senato romano, composta dagli Optimates e spalleggiata dalle legioni di Pompeo. Molti storici concordano nel dire che la guerra civile fu una logica conseguenza di un lungo processo di decadenza delle istituzioni politiche di Roma, iniziata con gli omicidi dei Gracchi nel 133 e 123 a.C. e continuata con la riforma delle legioni di Gaio Mario, che fu il primo a ricoprire molti incarichi pubblici straordinari inaugurando un esempio che sarà seguito dai futuri aspiranti dittatori della decadente repubblica, la guerra sociale, lo scontro tra mariani e sillani conclusosi con l'instaurazione della dittatura di Lucio Cornelio Silla, nota per le liste di proscrizione emesse nel suo corso, ed infine nel primo triumvirato. Che l'analisi sia o meno corretta, questi eventi frantumarono le fondamenta della Repubblica, ed è chiaro che Cesare volse abilmente in suo favore l'opportunità offertagli dalla decadenza delle istituzioni. Dopo una lunga lotta militare e politica fra il 49 e il 45 a.C., combattuta in Italia, Grecia, Egitto, Africa e Spagna, Cesare sconfisse nella battaglia di Munda l'ultima fazione tradizionalista del senato. Questa guerra civile aprì la strada alla fine della Roma repubblicana, a cui sarà dato il colpo di grazia dall'esito della guerra civile tra Ottaviano e Marco Antonio (terminata con la battaglia di Azio del 31 a.C.). Gli effetti della guerra civile di Cesare portarono profondi cambiamenti nelle tradizioni politiche della repubblica, compromesse definitivamente proprio dallo svolgimento della guerra tra cesariani e pompeiani.

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