12. Mia

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Continuai a ridere per le facce che avevano fatto tutti, anche quando Simone era uscito di casa incazzato nero.

"Davvero credete che io abbia fatto sesso con Jason?" Dissi tra le risate "lui è gay!" Affermai cercando di tranquillizzarmi.

"Ma..." Disse Sam senza parole.

"Era incazzato!" Continuò Camilla.

"Gli passerà" dissi "...credo..." continuai.

...

Dopo altre ore passate a parlare insieme ai miei amici, tornai a casa con le valigie.

Salutai per bene i miei genitori e mio fratello e andai nella mia vecchia camera.

Presi il telefono,  andai nella sua chat.

Non fare cavolate...        Gli scrissi.

Rispose subito. 

Simo: perché?

Io: perché non è vero ciò che ho detto

Simo: già... Beh, troppo tard

Io: che hai fatto?

Simo: nienye

Io: sei ubriaco? Dove sei?

Simo: in un bar

Io: sii più preciso

Simo: da Dawn

Io: stai la, arrivo

Scesi di sotto e andai da mia madre.

"Mi impresti la macchina?" Domandai.

Annuì "le chiavi sono nella borsa"

Dopo aver preso le chiavi, uscii di casa e salii in macchina.

Guidai verso il bar della signora Dawn, una signora sui 40anni.

Spero solo che Simone mi abbia dato ascolto e sia rimasto la.

Mi fermai davanti al locale, e lo vidi sulla panchina fuori, con gli occhi chiusi, la testa all'indietro mentre fumava.

Da quando fuma?

Scesi dalla macchina e andai verso di lui, gli presi la sigaretta, gliela buttai a terra e gliela pestai.

Sogghignò e si passò una mano sui capelli.

"Cos'hai da ridere?!" Domandai irritata "e spiegami perché sei qua e da quando fumi?"

"Vieni qua" disse prendendomi per un polso e facendomi sedere a cavalcioni su di lui, mi abbracciò.

"Rispondi alle mie domande" dissi.

"Non me le ricordo" affermò.

"Perché sei qua?" Domandai.

"Volevo ubriacarmi" rispose.

"Perché?" Domandai ancora.

"Perché non riesco a capacitarmi che ti sia scopata quel tipo, Josh" disse.

"Jason" lo corressi "e non siamo stati a letto insieme"

"Ma, lo hai detto tu..." Lo bloccai.

"Lo so, ma non è vero. Non abbiamo fatto niente" dissi.

Sospirò.

"Sono, leggermente, più sollevato..." Disse.

"Da quando fumi?" Domandai.

"Da quando avevo quattordici anni" rispose.

"Non ti ho mai visto fumare, perché?" Domandai ancora.

"Perché avevo smesso" disse.

"E perché hai ricominciato?" Continuai.

"Quante domande!" Affermò ridacchiando "ho ricominciato quando Clara mi aveva detto di Marcello e... Non so, avevo bisogno delle sigarette..." Disse.

"Ti accompagno a casa" dissi alzandomi e aiutandolo ad alzarsi.

Salimmo in macchina e lo riportai a casa sua.

"Siamo arrivati" dissi fermando la macchina davanti al suo palazzo.

Mi voltai verso di lui e vidi che si era addormentato.

"Simo..." Sussurrai scuotendolo.

"Mh..." Mugugno.

Aprì gli occhi, si guardò in torno e scese dalla macchina. Mi aprì la portiera e mi disse di scendere.

Feci ciò che mi disse e lo accompagnai in casa.

Entrammo nella sua stanza, si buttò sul letto e si addormentò.

Gli tolsi le scarpe e lo coprii con la coperta.

"Non... Non andartene" disse, assonnato, dopo avermi preso il polso.

Mi tirò verso di lui, caddi sul letto e mi abbracciò.

"Ma..." Obiettai, ma Simone mi zittì.

"Rimani qui... Con me" disse ancora con gli occhi chiusi.

"Okay"

Mi lasciai andare.

Cosa poteva capitare di male?

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SPAZIO AUTRICE

Hey!

Ho pubblicato un nuovo capitolo solo perché è San Valentino e non ho un cavolo da fare.

Auguri agli innamorati!

Zauuuuu

Baci baci

~Ale

Credevo di odiartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora