Capitolo 16- Una sua foto.

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Dopo la passeggiata al fiume non ha più fatto riferimento a quelle parole.
"Mi piaci"
Mi ripeto ogni giorno, ripensando al suo tono, alla voce calda e grave, alla sua morbida guancia e al piccolo sorriso sul suo viso quando me l'ha detto.

-Sei sicura abbia detto questo..?
Mi chiede Isabel, curiosa della situazione. Ho deciso di raccontarglielo, anche se l'ultima volta mi ha portato sfiga.
-Magari ha detto "mi contagi" o "gli spinaci"
Emanuel e la sua ironia, Non mi erano mancati per niente mentre ero a casa a fantasticare su un'ipotetica seconda uscita con Alis, o un'altra notte a casa sua  -sperando di essere almeno un po' sobria, questa volta-.

-Che senso avrebbero avuto le altre frasi se avesse detto "gli spinaci"?!
Rispondo alle sue prese in giro, tirando fuori il mio blocco schizzi dallo zaino, nell'ennesimo tentativo di ritrarre il volto della silenziosa ragazza che mi sta mandando letteralmente in confusione.
-In effetti hai ragione... Beh, complimenti! Siete andate oltre ad ogni mia più rosea aspettativa!
Ammette Isabel, facendomi un inchino, con un gesto di riverenza della mano.

Lei e Emanuel sono diversissimi: Lei piccola, magra, bionda e con gli occhi tra il marrone e il verde, lui alto, robusto, moro e con gli occhi scuri. L'unica cosa che li accomuna, mio malgrado, è l'ironia.

-Avevo capito che è lesbica prima di te! Dev'essere umiliante Shey... Mi dispiace!
Mi schernisce Emanuel, con il tono di voce più canzonatorio che io abbia mai sentito. A volte mi vien voglia di lanciargli in testa qualcosa, ma mi trattengo e ribatto.
-Chissà perchè, ma il tuo radar-cerca-omosessuali funziona benissimo! Per caso lo usi per addescare qualche preda?
"Beeeng! Vai Shey, colpisci duro!"

Mi lancia uno sguardo pieno d'odio, ma l'arrivo dei miei compagni di banco gli impedisce di rispondere alla mia provocazione. I nostri compagni di classe non sanno di me, e loro due sono amici fedeli. Fin troppo sarcastici per i miei gusti, ma comunque fedeli. 
Durante storia dell'arte il prof interroga alcuni di noi, tra cui il mio compagno di banco Mark, così Emanuel si trasferisce vicino a me, Isabel si gira a scherzare con lui, e io posso continuare il disegno, che questa volta viene una meraviglia.
-E' così..?
Chiede Emanuel, sempre con una punta di derisione nella voce, mentre si sporge per vederlo meglio.
-No.
Alzo il cellulare verso di loro, e gli mostro la foto che stavo copiando.
-E' così.

La foto profilo di whatsapp. Dopo aver ricevuto il messaggio qualche giorno prima ho salvato il suo numero, ed entrando nell'applicazione ho visto la sua foto  -e salvato pure quella-.
I ragazzi rimangono con gli occhi incollati allo schermo, come ho fatto anch'io la prima volta che l'ho vista. Sorride alla macchina fotografica, un autoscatto fatto con il cellulare, sullo sfondo la spiaggia e un mare limpido e chiaro come i suoi occhi, baciati dal sole estivo. I capelli corti, bagnati, rasati sui lati  -e presumo anche dietro-  la pelle abbronzata, coperta da una maglia bianca a maniche corte. Sul bicipite destro si intravede un tatuaggio scuro che non avevo mai notato, ma la foto di interrompe subito dopo.

"Silenziosa. Solitaria. Enigmatica.
Quanta sofferenza si potrà nascondere, dietro un così bel sorriso?"

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