Capitolo 17- Hai paura di me?

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Ho passato un'intera settimana a perfezionare il disegno, con l'intento di farlo vedere ai Paccari e ad Alis.

O forse a lei no?

Cosa penserebbe di me se mi presentassi in fermata con un ritratto, copia perfetta di una sua foto vista solo qualche giorno prima?
"Si spaventerebbe" mi direbbe Isabel.
"Ti crederebbe una stalker ossessionata da lei, che un giorno potrebbe entrarle in salotto con la macchina, sfondandole i muri di casa" scherzerebbe Emanuel.
Ma se fosse vero? Se avesse veramente paura di me?

-Sei silenziosa oggi.
Mi fa notare Alis, con tono pacato. E' venuta da me in fermata, mentre aspettavo il pullman per tornare a casa.

-No, è solo che...
-Si, lo sei. Di solito spari cazzate come se non ci fosse un domani!
Ride, guardandomi di sottecchi, divertita. Mi spunta un sorriso sulle labbra. "Almeno apprezza le mie battute stupide" penso. Ma non posso chiederle se ha paura di me...

-Hai paura di me?
Sento la mia voce uscire da sola, fuori controllo. Vedo nei suoi occhi un guizzo di stupore, e comincio a preoccuparmi. Ho colpito nel segno? Pensa davvero che le stia troppo addosso, o addirittura che la stia stalkerando ossessivamente da quando mi ha ripulita dai miei drink, quella volta al bar?
Resto in silenzio ad osservarla, mentre si porta una mano a coprire gli occhi.

E poi scoppia a ridere.

-Paura? Di uno scricciolo come te??
Mi squadra dalla testa ai piedi, guardandomi come per dire "E' uno scherzo, vero?"
Sento il blocco che mi attanagliava la gola sciogliersi dentro di me, così le do corda. Salgo sul marciapiede di fronte a lei, cercando di non urtare nessun ragazzo  -già si spintonano tra di loro, ci manca che mi vengano addosso-. Ora con la testa le arrivo ad altezza occhi. Inspiro, gonfiando in modo evidente le guance e il torace, portando le mani chiuse a pugno ai fianchi.

-Si, proprio io!
Le dico, con la faccia più buffa e arrabbiata che riesco a fare. Si avvicina a me, mettendo un piede sul marciapiede, guardandomi dall'alto in basso, alzando un sopracciglio e sfoggiando il suo solito sorriso ironico. Mi sgonfio, sotto il cielo cristallino dei suoi occhi. E finalmente lo vedo. Il sole.
Nascosto tra il cielo azzurro, e il grigiore delle nuvole, vedo anche un piccolo sole  -tra il giallo e il marrone chiaro-  intorno alla pupilla, come una corona.

Ecco cosa mancava nei miei disegni.

"Ma perchè" ora mi chiedevo "mi hai mostrato solo un cielo plumbeo, fin'ora?"

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