"Assolutamente no."
Ero un misto fra paura, voglia di scappare, voglia di piangere non so nemmeno io da quanto tempo non provavo questa emozione. Non potevo mai accettare...fu così che ripresi le mie cose e nonostante le suppliche sue me ne andai. Non riuscivo a stare lì, con lui...Non era quello che volevo. Appena metto piede fuori al palazzo faccio uno scontro, alzo il viso colmo di lacrime e mi ritrovo Alberto. Non ne posso più, lo prendo per il braccio e gli dico chiaramente che dovevo parlargli. Andiamo a casa mia e dopo essermi calmata mi siedo a tavola con una tazza di camomilla e inizio a dirgli tutto. Per tutto il discorso rimane in silenzio e appena vede che non parlo più si alza, mi guarda negli occhi e mi bacia. Volevo morire, stavo impazzendo...veramente lo aveva fatto! Oddio, sono ritornata ai tempi delle urla isteriche delle adolescenti. Quasi non sembro io. Si è fatto tardi e lui se ne va, mi lascia un bacio a stampo e scende. Io rimango affacciata al balcone e appena volto le spalle sapendo che lui era andato via sento un botto. Corro come una pazza, scendo e inizio ad urlare. Cazzo c'è sangue dappertutto, un camion lo ha preso in pieno. Sono le 3.45 del mattino, ci ritroviamo in un stanza dell'ospedale più vicino, il dottore esce e riesce solo a guardarmi con le lacrime agli occhi. Mi sentivo morire, entro nella stanza e trovo l'amico che mi guarda e dice "mancano poche ore" con gli occhi distrutti. Ho i brividi, il vuoto dentro me, mi sento a pezzi e non posso fare altro che stargli vicino. Quando sembra che tutto stia per finire il suo respiro ritorna regolare. Entra il dottore correndo e urlando "un miracolo." con la faccia bianca. Riesce a riprendersi e l'unica cosa che riesce a dire e stringendomi la mano "Ti Amo". Lì scoppio in un vortice di lacrime, la testa mi scoppia , mi gira tutto intorno e poi BOOM. Mentre portano Alberto in sala operatoria per vedere di fare qualcosa entrano 2 di loro armati che sparano senza senso. Tutti scappano , ci sono urla dappertutto e poi ci sono io. Ero presa dalla rabbia dovevo sfogare. Mentro uno era distratto prendo la prima sedia e gliela rompo in testa poi mentre cade l'altro si accorge di me. Inizia un combattimento corpo a corpo, riesco a prendermi la pistola e mentre sto per far partire il colpo fra lacrime, sudore e rabbia arriva la polizia chiamata in soccorso da uno dei pazienti. Se li porta e io non ne posso più...svengo. Ero stanca, triste , ammazzata dentro da tutto questo. Finalmente esce il dottore e...