Prologo

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La penna strisciò sul foglio lasciandolo bianco. Lisa Bagli ripeté l'operazione cercando di far uscire quel poco inchiostro rimanente, ma ciò che ottenne fu solo il suono ripetuto di qualcosa che raschiava contro il banco. Assuntina Montessoro, professoressa di Lettere presso il Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci, alzò impercettibilmente gli occhi dal libro e con un leggero tocco delle dita si avvicinò gli occhiali al viso. Fissò la ragazza, ancora intenta a cercare di resuscitare la penna, e, quando il resto della classe se ne accorse, Giuseppe Poggio smise di leggere ad alta voce il brano e calò il silenzio.
"Qualcosa non va, Bagli?"
"Mi si è scaricata la penna." Rispose Lisa, indugiando.
La Montessoro frugò per qualche istante nel proprio astuccio ed estrasse un'elegante e piccola biro. Si alzò dalla sedia dietro la cattedra e andò a posarla sul banco della giovane.
"Grazie." Disse Lisa con tono incerto.
"Continuate a leggere."
Lisa fissò la penna e poi la donna.

Quando anche l'ultima campanella fu suonata, Assuntina Montessoro ripose libri e quaderni nella propria borsa e s'incamminò verso l'aula di musica. Rappresentava quel genere d'insegnante di cui potevi pensare che la vita terminasse tra le mura della scuola: rigida, severa, ironica, ma con una mente che nessun altro avrebbe potuto eguagliare. Per questo Simone Rovere, inizialmente, aveva stentato a credere che suonasse uno strumento tanto "giovanile" quanto la chitarra elettrica. Glielo aveva detto il pomeriggio stesso in cui l'aveva sentito dilettarsi con il violino elettrico, quando si era recata nell'aula per parlare con il professor Saccardi.
Assuntina spinse decisa la porta e trovò Simone seduto al solito posto.
"Ciao."
"Buongiorno, prof."
"Che suoniamo oggi?"
Simone sorrise. "Quello che preferisce."




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Grazie a https://www.facebook.com/Wattpad-961821453907068/ per aver pubblicizzato la storia!

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