Capitolo Undicesimo

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Invernale.
Solo così potevo definire il profumo che emanava Evan: invernale.

La sua presa su di me si allentò, e a malincuore iniziai a scostarmi. Il ragazzo sorrise, mi prese la mano e mi condusse in casa sua.
Era una piccola abitazione molto accogliente, seppur spartana.

-È un po' che non mangi, eh?-

-Suppongo di sì.. Ma ho perso la concezione del tempo da un pezzo. Non ho ancora capito che ore siano.-

-La Dimora fa quest'effetto. Solo certe persone riescono a mantenere la concezione temporale.- mi fece cenno di accomodarmi sul piccolo divano, ed eseguii.

-E tu sei uno di questi?-

-No, a dire il vero. Ma Xena... Lei sì.- quando pronunciò il suo nome, abbassò lo sguardo.
Che rapporto c'era tra i due?

-È successo qualcosa, tra voi?- la mia domanda parve coglierlo alla sprovvista. Arrossì, muovendo gli occhi freneticamente.

-Ehm..? No! No, no. Nulla. Come ti è venuto in mente? Vado a prendere da mangiare, eh?- rise nervosamente, dandomi ancora più sospetti.

Cosa mi stava nascondendo?

-Ah, Ctor..- Ctor? Quel soprannome era nuovo. Mi guardò, fissando quegli occhi dolci nei miei. Sembrava una sorta di cucciolo di unicorno con i muscoli. E... Beh, senza il corno. -Se ti interessa, il bagno è di là. Hai un po' di terra... Ehm, ovunque. Sembri la cosplayer di un tumulo!-

-Molto divertente, Evan Tyler. Davvero.- sbuffai, mentre il ragazzo rideva di gusto.
Mi diressi verso il bagno solo per non ascoltare quel suono meraviglioso un'altra volta.
Ormai, la sua risata era diventata come una droga: l'avrei ascoltata ventiquattro ore su ventiquattro.

Mi chiusi la porta alle spalle, smorzando il suono di un Evan fin troppo divertito, e alzai gli occhi sul mio riflesso.
Sembravo seriamente un tumulo con le gambe.
La mia amata felpa nera era lacerata e piena di terra: si strappò a metà quando decisi di toglierla.
La maglia era a posto, più o meno. Aveva della terra nella parte bassa, ma nulla di impossibile.
I jeans neri avevano alcuni strappi, ma non facevano che evidenziare la mia anima da metallara. Eccellente.
Ripulii il possibile e disinfettai le ferite, per poi fasciarle. Uscii dal bagno sospirando e attirando l'attenzione di Evan.

-Tutto a posto?-

-Insomma... Questa felpa è da buttare, ma ne ho bisogno.- il ragazzo mi squadrò, facendomi segno di aspettare un attimo e dirigendosi in un'altra stanza. Ne uscì fuori con un indumento nero in mano, porgendomelo.

-Provala.- mi esortò. Una sua felpa? Sperai di non essere arrossita. Lo ringraziai con un cenno e la infilai, notando che mi stava addirittura meglio della mia.
Forse era il caso di farsi delle domande, eh?

-Grazie, Evan! Te la restituirò quando...-

-Non dire sciocchezze, Wayne! Puoi tenerla quanto vuoi.- mi interruppe, sorridendo. -Ora accomodati, avrai fame.-
Eseguii, sedendomi sul piccolo ma morbido divano.
Il ragazzo si sedette accanto a me, tenendo in grembo un vassoio con del cibo. Lo passò a me e si alzò per scegliere, con mia grande sorpresa, un DVD.

-Come mai quella faccia? Mai visto un film?- chiese, ridacchiando. -Forza Ctor, mangia.-
Iniziai ad intaccare la scorta dei biscotti, quando ricordai di Xena.

-Evan?-

-Shh. Questa parte è la migliore!-

-...Evan Tyler, è la schermata del titolo.-

-Esatto! No, okay. Dimmi.-

-Xena mi ha chiesto di dirti che ti sta aspettando.-

I suoi occhi persero ogni luce, e si alzò in piedi di scatto.
Mi squadrò, pensieroso, per poi spegnere la tv in fretta e furia.

-Ascoltami, so che non ti piace correre, ma dobbiamo farlo per forza. Andiamo.- mi condusse fuori, per poi chiudere la porta di casa.

-Corri, Ctor. Corri!- urlò, iniziando a correre come un forsennato.

I capelli scuri di Evan Tyler erano spinti all'indietro dal vento, potevo vedere i suoi muscoli guizzare anche sotto i vestiti.
Il vento gelido mi sferzava il viso, facendomi quasi male.
Corsi come mai in vita mia, con il pericolo e l'urgenza che mi premevano a ogni passo.
Corsi, mentre il panorama si distorceva.

Arrivammo all'ingresso del corridoio sotterraneo, trovandoci di fronte a uno spettacolo orribile.

Devon Lancaster a terra, con la fidata ascia conficcata nel torace.

Devon Lancaster ricoperto da sangue, polvere e fango.

Devon Lancaster a terra, con gli occhi rivoltati.

C'era una scritta, a terra, fatta con il sangue.

"State aspettando la Mezzanotte?"

Spazio autrice
Sì, lo so. In inglese suona meglio, ahaha.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Grazie a tutti per le visualizzazioni e il sostegno!

Un bacio,
-Reyna.

Midnight: Death is coming.     _Sospesa._Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora