Continuai a seguirla finché non mi accorsi che ormai eravamo fuori città. Quindi, siccome era ormai il crepuscolo, decisi che la avrei pedinata dopo e cercai quindi un posto in cui dormire.
Passarono ore, ma non trovai mai un luogo adatto per dormire. Allora decisi di sfruttare un grosso ramo di un altrettanto grande albero per sdraiarmi.
Stavo preparando tutto, quando vidi lo strano individuo avvicinarsi. Stavo per avvicinarmi, quando notai che quella strana figura stava fluttuando. Notai pure che aveva qualcosa in mano...
Si stava ancora avvicinando, quando si girò per controllare qualcosa.
Tornò a guardarmi, urlò e si dissolse nel nulla.
Salii rapido sull'albero.
"Ed ora cosa faccio? Non ho nemmeno Frost".
In compenso mi avevano lasciato lo scudo, che non avevo mai utilizzato, nello zaino.
Lo presi e, così come con la spada, lo scudo mutò.
Era più grosso e, notai, aveva una strana incisione sul davanti
"meto atque gelo mundum ducam"
Oramai la strana cosa era sotto di me, ma io ero troppo preso a cercare di capire cosa volessero dire quelle parole.
"È tuo?" dallo spavento caddi dall'albero.
"Tranquillo, non ti voglio fare niente. Ti ho visto da lontano. Vorresti dirmi che ci fai a mezzanotte in un campo?!"
"Ci conosciamo?" non capivo realmente chi fosse
"No. Te l'ho detto, ti ho visto da lontano ed ho deciso di andare a controllare. Allora...cosa ci fai qui?"
"Non so dove dormire, così ho deciso che lo farò su quell'albero." risposi
"Non è scomodo?"
"Solo un po' "
"Non vorresti venire a casa mia? Più che casa, è un orfanotrofio..." vedendo la mia reazione si accinse ad aggiungere "tranquillo...è un posto piuttosto carino"
"Certo. Mi dispiace, ma preferisco l'albero. Ciao."
"Va bene... vorrà dire che resterò qui con te".
Per qualche minuto accettai la sua compagnia, finché...
"Hey, perché non vieni?" mi chiese lei
"Non vengo perché non posso né voglio"
"Ok, scusa.... comunque resterò qui con te"
Feci finta di addormentarmi: non mi fidavo per nulla di quella ragazza.
Ma, alla fine, il sonno ebbe la meglio e, di conseguenza mi addormentai.Quando mi svegliai la ragazza non c'era più: era fuggita con tutta la mia roba, compreso lo scudo.
Allora mi incamminai verso la città.
Era il caos.
C'era gente che correva verso le proprie auto e cercava di fuggire da qualcosa.
Mi sbagliavo: era un qualcuno.
Attraversai la folla e controllai, seminascosto, chi fosse.
Era l'uomo posseduto dall'Elmo.
Stava creando ombre dalle forme mostruose e mandandole contro tutti. Ma l'aspetto più terrificante non era la faccia, ormai resa dall'Elmo tutta nera, senz'occhi e bocca. No, non era quello a terrorizzarmi, né le ombre: era la sua risata, una risata che faceva capire che l'ultima cosa che avresti udito sarebbe stato il suo riso.
Eppure anche il resto non era da meno: le ombre, dalla forma di un enorme cane a tre teste, stavano divorando le persone.
Potevano andare perfino alla luce del sole, e, a contatto con esso, divenire vere e proprie ombre a tre dimensioni.
Stavo per andarmene, quando uno di quegli stupidi cani mi venne incontro ed io lo ghiacciai.
"Oh! Ma guarda chi si vede... Peter!"
Non ebbi nemmeno il tempo il rispondere che una massa di ombre mi si avvolsero attorno.
Ero bloccato, di nuovo.
"Bene bene bene.... saresti tu colui che mi dovrebbe fermare? Seriamente? Io non ci spererei molto, Peter" esordì lui.
"Comunque, so dove è la ragazza e, anzi, ti darò una mano a recuperare la spada e lo scudo, ma solo se tu mi aiuterai ad uccidere Rascall e Randall"
Tuttavia prima ancora che io riuscissi a rispondergli, qualcosa mi colpì fortemente e svenni.Ero in una casa abbandonata. Ero terrorizzato. Avevo con me solo un semplice pugnale.
Nient'altro. Da sopra provenivano rumori strani.
Da sotto... peggiori.
Tentai di aprire il portone principale, ma quest'ultimo non si apriva. Diedi calci, tentando disperatamente di trovare una via di fuga. Ne diedi altri ancor più forti ed improvvisamente i rumori cessarono.
Finché... Finché non lo sentii.
Sembrava qualcosa di metallico che graffiava la pietra... Stava arrivando.
Urlai, continuai a spingerla.
Ma niente.
Non succedeva nulla.
Quando arrivò, mi trovo seduto, paziente, ad aspettarlo.
Abbassai il capo, ormai sottomesso.
Alzò il braccio, pronto a farlo, pronto ad uccidere.
Quando lo abbassò un dolore acuto mi avvolse la schiena.
Caddi, senza vita.
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L'inverno: Peter Howard
FantasyVi piacerebbe avere poteri... 'speciali'? Be', a Peter Howard no. Lui non ha mai chiesto di far soffrire coloro che gli stanno vicino. Lui non ha mai chiesto di saper congelare chi lui vuole. Lui non ha mai chiesto di distruggere ciò che pensava fos...