5 CAPITOLO- GODITELO

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I risultati al centro davano i suoi frutti, non erano diventati dei professionisti-il mio obbiettivo non fu mai stato quello- ma vedevo dei seri miglioramenti in loro.

Erano tutti delle bravissime persone credevo nelle doti che potevano avere finalmente cominciavano a recepire la musica, la cosa più importante essendo la base principale nel ballo.

Avevo convinto anche Thomas a ballare il che risulta molto imbarazzante per lui perché un tronco di legno sarebbe più bravo a muoversi.

Sentivo in me un cambiando diverso, qualcosa di serio, sentivo di essere qualcuno o per lo meno qualcosa, non ero più la classica ragazza con la famiglia e la vita perfetta ero diversa, mi sentivo diversa e per questo devo ringraziare il prete della chiesa se non fosse per lui non arei mai lasciato Luca e non avrei mai conosciuto quei dieci ragazzi meravigliosi e Thomas.


In realtà non pensavo a lui come un qualcosa di più, era semplicemente un bravo ragazzo con un passato problematico mi preoccupava solo che una volta fuori dal centro questa persona che avevo conosciuto si trasformasse in un'altra a me però sconosciuta, era pur sempre un calciatore, era "qualcuno" con una vita direi abbastanza complicata e intensa, io non facevo parte di quel mondo. Il mio unico svago penso sia stato:...., sinceramente io non avevo mai avuto alcun tipo di avventura o divertimento, non ho mai rischiato è ciò costatava che eravamo molto diversi uno dall'altro.


il caldo stava arrivando, il mese di Maggio stava finendo e la maturità si stava avvicinando, al centro rimaneva un solo incontro da fare; i ragazzi piano piano si sono ripresi, alcuni erano pure usciti.
Mi rendeva davvero felice stare lì, vedere che delle persone malate potessero guarire grazie all'aiuto di un altra persona o grazie al mio.. d'aiuto.

Tutto ciò mi rendeva molto ottimista per gli esami, ho sempre studiato così tanto puntando a una borsa di studio per la "Sapienza università di Roma", solo che non potevo permettermela, quindi speravo tanto in una borsa di studio dandomi una grossa mano.

Arrivò il venerdì, mi rattristava ciò ma ero a dir poco soddisfatta, all'inizio speravo di riuscire a preparare un coreografia finale, ma non importa; quello che realmente importa è che con della buona musica son riuscita a strappare un sorriso a ognuno di loro, il mio obbiettivo era di provar a trasmettere le stesse emozioni che provavo io ballando.

La mamma mi accompagnò per l'ultima volta davanti a quel portone in legno, entrammo insieme, passai il metal detector.

Appoggiato alla porta della mensa c'era Thomas:" hey dolcezza, così te vai?" mi disse con voce calma, nel frattempo sorseggiava caffè, mia mamma si mise a ridere andando verso l'ufficio di Rebecca "eh sì, oggi è proprio l'ultimo giorno non mi sembra ancora vero, non sentire la mia mancanza mi dispiacerebbe un sacco" gli dissi con un leggero sghignazzo "ma ti sei già dimenticata che io fra una settimana esco di quì" mi fermai a fissarlo alzando leggermente le sopracciglia stupita di ciò che mi aveva appena detto, mi ero completamente dimenticata "spero solo che si sia dimenticato dell'appuntamento", pensai tra me e me "ah già è vero, mi ero proprio dimenticata" cercai subito di svignarmela "ci vediamo a lezione" non feci in tempo a darli le spalle "pensi davvero che possa aver dimenticato il nostro appuntamento? è da due mesi che aspetto quel giorno" mi girai e mi avvicinai a lui "senti Thomas" abbassai lo sguardo "tu sei un ragazzo davvero stupendo, ma io non posso mi dispiace" non so perché quella risposta, a dir la verità mi spaventava il suo mondo ma non volevo esagerare la situazione perché sarebbe la giustificazione più stupida che gli abbiano mai detto.

Non disse nulla perciò mi girai dandogli le spalle una seconda volta dirigendomi così in aula sperando però di scamparla " perché? perché dici questo? pensavo di piacerti, è perché sono finito qui dentro? non è giusto eli, ho sbagliato e ne sto pagando le conseguenze" si avvicinò a me prendendomi per il polso così da trovarci faccia a faccia "non puoi negarlo, tra noi ce più di questo, non farlo ti prego" volevo baciarlo, aveva un buon profumo e le sue labbra erano così perfettamente carnose, mi provai ad avvicinare sempre di più, era un movimento lento e romantico "scusatemi, Elisabetta avresti una lezione da tenere" disse Rebecca con voce arrogante, penso sia stato il momento più imbarazzante della mia vita "si esatto" dissi io balbettando "dopo ti aspetto nel mio ufficio, ti devo parlare" aggiunse "MERDA, abbiamo fatto un cazzata meglio se mi stai alla larga ti prego" mi staccai da lui e con passo affrettato me ne andai verso il corridoio, lui mi seguì urlando il mio nome "che ce ancora? penso di esser stata chiara? lasciami in pace"


"ma che t'importa, sei qua a fare volontariato, mica ti paga, dai ti prego finiamo quello che stavamo cominciando, ho una voglia matta di bacarti" mi prese di forza dalla vita avvicinandomi a lui " ma cazzo lasciami, vedi che non capisci nulla, mi servivano crediti in più per la borsa di studio e grazie a lei potevo andare all'università che sogno fin dalle medie, ma che sto a spiegartelo, sei un calciatore avrai finito la terza media come minimo. Senti ficcatelo bene in testa tra noi non potrà mai funzionare siamo di due mondi completamente differenti è inutile che insisti ho preso la mia decisione" mi lasciò il braccio senza dire una parola, era la prima volta che riuscii a fissarlo negli occhi, forse ce l avevo fatta forse l'avevo convinto.

Penso sia stata la cosa migliore per entrambi, lui una volta di qui avrà mesi da recuperare con il calcio o gli amici, non avrebbe mai avuto il tempo di frequentare una sempliciotta di paese conosciuta in un centro di riabilitazione, era matematico che la cosa non potesse funzionare.


"sono stata davvero bene questi mesi, mi mancherete davvero moltissimo verrò a trovarvi appena posso ma spero che voi non ci siate più quando tornerò qui, voglio che vi ricordiate di me col mio pezzo preferito 'we are Young-Fun'" ascoltandola al ritornello mi resi conto delle parole che diceva la canzone 'noi siamo giovani, diamo fuoco al mondo, potremmo trovare nuovi modi per lasciarci andare' in quel momento ho capito che non importava se sarebbe andato bene o male, ero giovane e dovevo godermela, forse era questo quello che avevo sbagliato per diciott'anni, non sono mai riuscita a godermi nulla di ciò che la vita mi offrirà di bello.
Presi la rincorsa e uscii dalla stanza, lo cercai da per tutto al secondo piano, al piano terra nei bagni; non sapevo dove fosse mi gira intorno e lo trovai nella sala tv mi vide correre e si alzò in piedi mi attaccai al suo collo abbracciandolo forte e stampandoli un bacio sulle labbra, penso di esserli rimasta appiccicata per almeno 5 minuti volevo godermi ogni secondo così da non scordare quel momento "non m'importa se poi fuori di qui sarai un'altra persona, non m'importa se io mi innamorerò e tu mi spezzerai il cuore, voglio vivere il momento " gli dissi stampandoli un altro bacio, mi guardò negli occhi "io non posso farti del male, rischierei di auto lesionarmi".



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