"Era iniziata con un ragazzo simpatico che, fuori dall'aula, l'aveva aspettata con un mazzo di fiori in mano.
"Sono per te" le aveva detto.
Lei aveva alzato un sopracciglio, perplessa.
"No, grazie."
"Ti prego, insisto. Ti ho vista tantissime volte a seguire questo corso. Ti ho fissato per tutte le lezioni..."
Glieli porse.
Lei sembrava scocciata.
"Bene, grazie."
Li prese per non stare altro tempo a parlare con lui. Se ne andò e buttò i fiori nel primo cestino che incontrò sul percorso per tornare a casa.
Lui vide la scena e gli scomparse il sorriso sul volto. Gli si spezzò un po' il cuore.
Ma non si arrese.
Il giorno dopo la aspettò, di nuovo, con un altro mazzo di fiori.
"Ancora tu?"
"Per te."
Lei sbuffò e li prese.
"Non buttarli via, per favore."
Qualcosa in quella richiesta fatta timidamente la fece sorridere. E quando la vide sorridere, sorrise anche lui.
Continuò così per un po' di giorni, ogni giorno dei fiori diversi, finché un giorno la ragazza gli chiese cosa cercasse in lei.
"Vorrei sapere il tuo nome."
Era iniziata così.
E poi c'erano stati gli appuntamenti, i baci, le carezze. Come tutte le coppie normali.
Ma lei non era una ragazza come tante.
E infatti, quando un giorno, accarezzandole i capelli, lui le disse: "Ti amo" lei sorrise imbarazzata e abbassò lo sguardo.
"Stupido."
Era una ragazza così. Non riusciva mai davvero a credere che ci fosse qualcuno nel mondo sul quale poter finalmente appoggiarsi, dal quale poter finalmente lasciarsi amare.
Era una ragazza così. Difficile, timida, bellissima.
E c'è da dire che quei due si amavano moltissimo.
Quando comprarono casa, la riempirono di fiori."