Capitolo 9.

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È salvo! Ci è riuscito, lo sapevo...è sempre stato forte e non si è mai arreso difronte a niente. Entro nella stanza e non si ricorda di niente, nemmeno come si chiama, cerco di parlargli ma niente non si ricorda di me. Torno a casa sfinita, distrutta e vado a farmi una doccia e uno shampoo ma mentre sto per entrare in vasca sento il campanello...Chi può mai essere alle 3:45 del mattino? Apro la porta e mi ritrovo Oreste con un orso gigante di peluche e un mazzo di rose rosse. All'inizio mi cadono le lacrime poi ritorno in me, prendo i regali con molta gioia, non me lo sarei mai aspettata. Lo guardo negli occhi e cerco di capire cosa voleva da me, lui cercava di farmi tornare da lui ma io non ne avevo ne intenzione ne piacere. Ormai avevo perso la testa per Alberto. Dopo di questa non si fa vedere più. L'indomani vado in ospedale con lo stesso mazzo di rose che mi aveva fatto Oreste e lo do a lui. Per me quei fiori non avevano nessun significato ma donati a lui erano un segno del mio amore. Era lui quello che volevo. Quando entro in stanza lui dorme ed io gli lascio un leggero bacio sulla bocca e i fiori sul mobile accanto a lui. Appena apro la porta per farlo riposare sento chiamare il mio nome con un filo di voce...era lui si era ricordato, quel piccolo bacio gli aveva aperto la mente. Torno correndo da lui con gli occhi colmi di lacrime e lo abbraccio per quanto potevo evitando tutti i fili che percorrevano il suo dorso coperto da una camicia sbottonata che mi faceva al dir poco impazzire. Mi sussura che il medico gli aveva comunicato che in meno di 24 ore sarebbe potuto uscire e che appena sarebbe uscito voleva passare il resto della vita insieme a me. Dice tutto questo tremando e non riesco a capire il perché. Inizio ad andare a casa e faccio la spesa per il giorno dopo che viene in un batter d'occhio. Si fanno le 18.30 e finalmente è ora. Trovo una macchina nuova giù al mio palazzo bellissima con le chiavi vicino , tolgo la targa e me la prendo io...Chi trova prende! Quando mamma era ancora in vita mi diede delle lezioni di guida e per quanto potevo essere piccola quelle parole dette per gioco mi erano rimaste in mente. Metto in moto e vado a prenderlo, lui è fuori che mi aspetta e appena mi vede mi riempe di baci. Ci fermiamo in un bar e lui come al solito nonostante tutto offre senza fermarsi un attimo. Ritorniamo in macchina e mentre guido inizia ad accarezzare le mie gambe con un fare molto provocatorio fino ad arrivare alla mia intimità. Per una parte mi faceva troppo piacere e non volevo che smettesse ma per un'altra stavo guidando e già non sapendola portare bene perdevo il controllo facilmente. Arrivato ad un certo punto inizia ad essere più violento e la mia vista stava quasi per abbagliarsi dal piacere e presa dall'eccitazione mi fermo in una terra quasi vicino a casa mia dove non passava nessuno. Lui capisce io dove volevo arrivare e inizia a sbottanarsi la camicia...all'improvviso non si capisce niente , si sentono solo urla, respiri pesanti, calore...ma mentre stavamo sul punto più bello sentiamo dei passi e pian piano un calore che di certo non proveniva dalla situazione...

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