Tu devi essere l'amica di Lucille, giusto?

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"Dio, amico! Spegni quella cosa!"
Sammy alzò il braccio da sotto le coperte e si affrettò, per quanto poteva, a spegnere la sveglia. Ma quanto era stupido questo a mettere la sveglia dopo una sbronza del genere?
La notte prima avevamo bevuto e anche parecchio, avevamo deciso di dare una specie di festa tra amici ma la situazione è degenerata... E non poco.
Casa nostra era gremita di ragazzi ubriachi, compresi noi. La mattina all'alba siamo riusciti a mandare via tutti ma dopo le conseguenze si fecero sentire.
Guardai l'orologio, erano le otto, questo vuol dire che abbiamo fatto solo tre ore di sonno e sinceramente avevo intenzione di farne ancora molte altre.
Il biondo si girò per prendere il telefono, penso stesse leggendo qualcosa e ad un tratto lo vidi sbiancare.
" CAZZO! SONO LE OTTO!" Urlò in preda al panico, sobbalzai.
"Ma ti vuoi chiudere la bocca?" Mi portai le mani alle tempie per il mal di testa fortissimo che sentivo.
"No! Alzati, corri! Dobbiamo andare all'aeroporto!" Aeroporto? Cercai di fare mente locale ma non mi venne in mente niente... Dovevamo partire? Mi rivolsi a lui con sguardo interrogativo, proprio non capivo.
"Arriva mia cugina! Ti ricordi? Lucille! E viene con la sua amica, le avevo promesso che saremmo andati a prenderle! Adesso alzati o ti prendo a calci!"
Oddio. Lucille. Mi ricordo di lei... Non siamo mai andati d'accordo... Io e Sammy siamo amici sin da bambini e molte volte mi è capitato di incontrare quella strega. Era una figlia di papà super viziata, spero che l'amica non sia come lei perché non riuscirei proprio a sopportare un clone della pazza.
Non avevo la minima voglia di andare in aeroporto a prenderle.
"Senti amico, vai tu, io nel frattempo sistemo qui, ti prometto che per quando torni sarà tutto in ordine."
Non lo sarebbe mai stato, perché non so pulire e poi avevo anche intenzione di dormire un altro po'.
"Va bene, ma voglio vedere tutto in ordine Nate, sono stato chiaro?"
Sembrava serissimo. Sorrisi.
"Certo capo."
Lo vidi prendere dei vestiti dall'armadio e uscire di casa in fretta e furia. Mi guardai un po' attorno... La nostra camera era messa da schifo, perché cavolo mi sono offerto di sistemare?
Mi diressi verso il bagno e appena vidi la mia immagine riflessa nello specchio rimasi scioccato... Cazzo, avevo proprio un aspetto orribile, anche se, ovviamente, ero bello pure così. Mi infilai nella doccia, tanto di dormire non ne avevo più voglia. Uscii, mi lavai i denti e dopo aver messo le mutande, mi misi solo un paio di pantaloni grigi della tuta.
Scesi in salotto... La vista era a dir poco spaventosa. Bicchieri e bottiglie sparsi ovunque, cicche buttate a terra o sul divano e c'era pure una macchia di vomito sul tappeto. Che schifo.
Ovviamente avevo solo una scelta: pulire. Io e Sammy abitavamo in quella casa da un paio d'anni, avevamo risparmiato per quasi tutto il liceo e alla fine ce la siamo comprata. Quindi ero finito a vivere con il mio migliore amico in una villetta a Los Angeles.
Finii di pulire dopo un'oretta scarsa, mi guardai attorno e notai che avevo fatto proprio un bel lavoro. Ero fiero di me stesso.
Sobbalzai quando sentii il campanello, aprii la porta e mi ritrovai davanti una ragazza col fare altezzoso seguita da Sammy.
"Lucille" dissi io sorridendole ma in cuor mio non ero per niente entusiasta di averla davanti a me.
"Ciao Nate" sorrise "come stai? Ti vedo in forma" disse indicandomi.
Seguii con lo sguardo la direzione del suo indice e alla fine capii, ero ancora a petto nudo.
"Oh..." Riuscii a dire solo questo.
Ridacchiò e mi scansò di lato entrando in casa per poi andarsi a buttare sul divano. Che fastidio.
"Tranquilla eh! Come fossi a casa tua, mi raccomando!" Urlai seccato, lei di rimando mi fece un dito medio. Alzai gli occhi al cielo e poi vidi Sammy andare verso di lei per dirle qualcosa.
"Ciao" una voce femminile mi fece girare di nuovo. Guardai dritto davanti a me, c'era una ragazza minuta con degli occhioni enormi. Indossava dei jeans stracciati e una felpa della Vans identica ad una che avevo anch'io, mentre ai piedi indossava delle Converse nere. I suoi lunghi capelli castani erano racchiusi in una morbida treccia che le ricadeva sulla spalla. Era proprio tutto il contrario della strega, che invece portava dei trampoli ai piedi e una gonna cortissima che lasciava intravedere tutto quel ben di Dio.
Le sorrisi, senza un vero motivo.
"Tu devi essere l'amica di Lucille, giusto?" Non so perché l'avessi chiesto, dato che era ovvio che fosse lei. Ma quanto sono stupido?
"Sì, sono Samantha, piacere." Mi rivolse un sorriso un po' imbarazzato, fece sorridere anche me.
"Posso entrare...?" Mi chiese dopo un po', mi ero incantato a guardarla, vabbè.
Mi scansai da un lato e le feci segno di entrare. Dopo di che, chiusi la porta alle mie spalle.

summer in LA || Nate MaloleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora