Michela's pov
Riaprii gli occhi. Sentivo qualcuno, qualcuno che mi chiamava. La sua voce era roca e mi faceva tremare come percossa da una folata di vento ghiaccio.
-Piccola svegliati.- stropicciai gli occhi più di una volta. Non conoscevo quella voce o meglio, l'avevo già sentita, ma non si collega ad un ricordo preciso. Scattai a sedere sul letto. Avevo ancora la vista appannata, ma intravedevo una forte luce in contrasto con degli occhi blu profondo.
-Dove sono?- chiesi con voce assonnata. Sentii sghignazzare e subito dopo capii di chi era quella risata, quegli occhi e quella voce. Non può essere.
-Siamo a casa tua... Cavolo eri proprio stanca ieri!- Ieri? Ieri ero sul divano a chattare con Ares su... Non lo so di preciso, mi ricordo solo il mulino bianco, un letto e una gallina.
-Che abbiamo fatto ieri sera?- chiedo con voce mozzata. Ho davvero paura di..
-Niente siamo andati in discoteca e abbiamo bevuto un po' di whisky e te eri davvero incontrollabile.- il sorriso sulla faccia di Daniele mi spaventa. Non posso aver fatto... Qualcosa, con lui, me lo ricorderei, giusto?
-Dov'è Leo?- giro la testa in cerca di qualcosa che mi dimostri che questa è tutta finzione.
-Ah... Il boss è andato a prenderti qualcosa da mangiare. Mi ha detto di non fare niente di azzardato ma...- la pausa mi fa pensare male e quegli occhi da maniaco non sono da meno.
-Questo non rientrava nei miei progetti.- con uno scatto mi fa sdraiare sul letto e lui sopra di me tenendosi sui gomiti ai lati della mia testa.
-Dov'è Francesco?- si rabbuia per un po', ma poi ritrova quel sorrisetto provocante.
-Il tuo ex? Quello che ti ha lasciato per andare in America con la sua amante?-. Non può essere! La testa mi gira, il mio cuore batte sempre più piano e ho un dolore forte nel petto. È forse questa la morte? Sento arrivare le lacrime, ma le spingo indietro.
-Dai piccola, lo so che riesco a fartelo dimenticare..- le sue labbra sfiorano la mia pelle e il suo respiro mi fa venire i brividi.
-Dan..- riesco a dire.
-Lo so piccola, lo so.- mi prende i polsi e li mette ai lati della testa. Apro gli occhi per un secondo e noto che qualcosa non è al suo posto. Nel mio polso. Il mio tatuaggio. La chitarra e quelle maledettissime spine.
-Mike?- dice Daniele guardandomi in maniera strana. Mi afferro il polso con l'altra mano e tasto quella parte dove avevo... Ho il tatuaggio!
-Lo sapevo.- sussurrai.
-Cosa?- il suo sguardo incontra la parte del polso dove sto tastando.
-Ti sei fatta male?- aggiunse.
-No... Il polso!- esclamai. Sapevo che quello non era reale, ma per un momento ero cascata nelle fiamme della paura, menomale mi sono salvata prima che mi bruciassero viva.
-Che ha il tuo polso?- è evidente che non ci sta capendo niente. Perché lo sto sognando? Perché mi sono accorta di essere in un sogno? E perché ancora non mi sono svegliata? I suoi occhi blu-azzurri mi guardano in modo preoccupato e mi risvegliano dai miei pensieri.
-Perché ti sto sognando? Perché sto sognando un noi?- mi prendo la testa. Non ci capisco più nulla. Sono morta e allo stesso tempo viva, felice e al momento triste. Lui mi guarda e io ancora aspetto una risposta o almeno qualcuno me la deve dare. Lui sa qualcosa!
-Sogno? Sei ancora sbronza?- scuoto la testa e faccio un verso a metà tra un colpo di tosse e una risata.
-No, no. Perché sto con te?- gli ridomando. Lui sorride e si mette a sedere dall'altra parte del letto.
-Non lo so, forse perché mi ami.- i suoi denti bianchi e i suoi capelli mossi dalla brezza che entra dalla finestra mi mozzano il fiato. È quasi come un... Angelo? Ma i suoi occhi sono brillanti e pieni di desiderio e danno i brividi.
-Perché sono ancora qui?!- mi alzo dal letto e mi dirigo verso il bagno. Sento i passi suoi seguirmi. Mi bagno il viso e mi guardai allo specchio. So che non è vero, ma ogni secondo che passa diventa sempre più realistico. I gesti, le voci, i sentimenti.... Sono troppo reali. Lo sentii appoggiarsi allo stipite della porta.
-Stai bene?- mi chiede.
-Forse, voglio capire.- lui si guarda i piedi e poi tornò a puntare i suoi occhi marini su di me.
-Perché pensi solo a lui? Non ti ha fatto abbastanza soffrire?- lo guardo negli occhi. Lui sa. Conosce.
-Non è così. Lui...-
-Ti ama?- mi interrompe.- Se ti avesse amato davvero ora non saresti così insicura.- abbasso lo sguardo, è così strano non capire. Sta parlando di questo mondo parallelo o del mondo reale? In tutti e due i modi sarei insicura?
No, so che mi ama!
-Non sono insicura.- dissi. Lui mi squadra e poi viene verso di me. Il mio battito diventa sempre più veloce ogni passo che fa.
-Scusami, voglio solo che tu non soffra.- sussurrò. Le nostre labbra erano vicinissime, sentivo il suo respiro.
-L'amore fa soffrire sempre! E se uno non sa sopportare, non ha bisogno d'amore.- lui sospira e mi guarda negli occhi.
-Vedrai. Ti farò cambiare idea.- mi dette un bacio sulla fronte e subito dopo sentii il vuoto. Mi risvegliai coccolata dalle coperte candide. Il sole splendente nel cielo e accarezzava tutto ciò che poteva con i suoi raggi. Era giorno. Era il giorno. Il giorno in cui sono combattuta tra amore e sicurezza. Era soltanto un sogno. Diverso. Da quando l'ho incontrato questi sogni sono ricorrenti. Sogno lui. I sogni che mi dicono che dovrei stare senza di lui, ma mi avvicinano costantemente sempre più a lui. È una tortura e non sembrano sogni, so per certo che ci sia qualcosa di diverso. Diverso? Mi riguardo il polso e la vedo. Vedo quella chitarra contornata da rose rosse con il gambo spinoso. Guardando quello mi ritorna il sorriso. Infondo non è negativo stare con lui, ma non capisco perché il mio inconscio mi dice il contrario. Mi risdraio aspettando l'ora e intanto ritorno nel passato troppo difficile, troppo inquietante, troppo bello.
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La terapia degli incubi /Francesco Viti/. SOSPESA
FanfictionSequel di terapia dei sogni. "Alcune volte il cuore ci manda in confusione, ci porta alla pazzia, ma è questo vivere no? Io la mia decisione l'ho presa. Gli crederò, anche se so che cadrò." La storia dei sogni annegati da incubi.