ERIKA
Mi ha abbracciato talmente forte quasi da togliermi il respiro. Quanto mi sono mancate quelle braccia. Il calore del suo petto contro la mia guancia. La sua mano sulla mia testa che mi spettina i capelli. Quella sensazione di riparo e protezione.
Aveva solo due ore di pausa, poi doveva rientrare a lavoro. Speravo si prendesse il pomeriggio libero per me. Ma mi ha detto che proprio oggi non gli era possibile. Aveva una riunione importante dove la sua presenza era fondamentale. E' in questi casi che ti rendi conto della differenza di priorità tra te e il resto del mondo. Tu salti la scuola, scappi di casa, rischi guai tremendi per rivederlo. Lui non può saltare una riunione per te. Ti può dedicare solo due ore del suo preziosissimo tempo. Non mi vedeva da cinque anni. E chissà quando mi rivedrà. Ma lui proprio non poteva assentarsi dal lavoro oggi! Mi sono quasi pentita di essermi data tanto da fare per una persona che non prova nemmeno a chiedere un pomeriggio di permesso per stare con me! Mi ha chiesto di rivederci stasera. Mi ha detto: "Potremmo andare tutti insieme a cena, anche con tua madre". Ma lui non sa che mia madre non è in un hotel nel centro di Pisa ad aspettarmi, come invece gli ho raccontato. Lui non lo sa che mia madre non sa nemmeno che io sia qui. Gli ho detto che stasera dovevamo già ripartire per Milano.
Mi ha preparato gli spaghetti alla carbonara, solo dopo essersi accertato che fossero ancora i miei preferiti.
Era emozionato come un bambino al suo primo giorno di scuola.
"Sei così cresciuta. Non ti avrei riconosciuta se ti avessi incrociato per strada".
E' bastata questa sua semplice frase a far sparire di nuovo la dolce piccola Erika, per far ricomparire la me aggressiva.
"E tu perché hai lasciato che passassero cinque anni? Perché non sei più venuto a trovarmi?"
"Erika. Credo che questa cosa dovresti chiederla a tua madre"
"A mia madre? Perché non puoi dirmelo tu?!" - fatico a moderare il tono della voce, fino a esplodere con la domanda che mi tormenta da mesi: "Tu non mi vuoi bene, papà?"
"Ma certo che te ne voglio Erika! Più di quanto tu possa immaginare! Ma c'è qualcosa che dovresti sapere. Però non posso essere io a dirtelo. Deve essere Gianna a parlartene"
"Lascia fuori mia madre da questa storia! Io voglio solo sapere tu cosa provi per me!"
"Ti amo come si ama una figlia Erika! Ti ho sempre amato sin dal primo giorno che ti ho vista, proprio come se fossi stata mia!"
"Come se fossi stata tua?"
"Erika ti prego. Devi parlarne con tua madre. Non riesco a credere che lei non ti abbia ancora detto nulla"
"Io non sono tua figlia? E' per questo che te ne sei andato? Io non..." - la frase viene mozzata da un'improvvisa crisi di pianto.
"Mi dispiace tesoro" - e così dicendo si avvicina a me cercando di abbracciarmi. Ma io come se avessi preso la scossa, lo allontano e gli urlo contro: "Ti dispiace? Come puoi dire che ti dispiace?"
Mi manca l'aria. Mi gira la testa. Mi sento così confusa. Cado sul divano e con la testa tra le mani, insieme a singhiozzi e lacrime, snocciolo le mie perplessità:
"Ma allora chi è mio padre? Chi è? Io voglio saperlo! Io ho diritto di saperlo!"
"Hai ragione. Hai assolutamente ragione" - si siede accanto a me, tentando di mettermi una mano sulla spalla, che io scuoto via. "Ma non posso essere io a dirtelo. Devi parlarne con tua madre"
"Tu lo sapevi e non mi hai mai detto nulla. Tu mi hai fatto credere di essere mio padre! Sei un bugiardo! Sei un bugiardo!"
Non gli lascio tempo di replica, raccolgo le mie poche cose e scappo via con veemenza.
Cammino speditamente convinta che mi segua. Ma poi mi accorgo che non lo fa. D'altronde ha la sua riunione a cui pensare. Rallento fino a fermarmi e seduta su un marciapiede, spero ancora di vederlo venirmi incontro, ma di lui neanche l'ombra.
Piango amaramente mentre riecheggiano nella mia mente le ultime battute scambiateci.
Più di tutti rimbomba quel suo: "Non riesco a credere che lei non ti abbia ancora detto nulla"
Cerco di dare un senso a quelle parole. Ma non riesco ancora ad accettare che l'uomo che ho chiamato "papà" sin da quando iniziano i miei ricordi, in realtà non ha alcun legame di sangue con me.
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Un desiderio dentro al cuore
General FictionUna madre. Una figlia. Le difficoltà di un'età difficile. La mancanza di comunicazione. Un segreto, che le porterà a perdersi. Saranno in grado di ritrovarsi? "Un desiderio dentro al cuore" nasce dall'aspirazione di affrontare un tema spinoso come...