Capitolo 1(?)

9 1 0
                                    


Mi ritrovo sempre così. Ogni sera nel mio letto, perso nei miei sogni, nelle mie immagini, nelle mille avventure vissute nei libri messi in ordine nella libreria di fonte a me.
Dunque riflettevo sul da farsi, come ogni giorno, ma mi ritrovavo sempre lì nel mio letto. Piano piano mi avvicino al cuscino, Poggio delicatamente la mia testa.
Una lacrima scende spontanea al pensiero che anche oggi non sei con me che anche oggi non posso stare con te. Vorrei abbracciarti, perché tra le tue braccia mi sentirei da dio, mi hai stregato, mi sono innamorato di te ed è stata la cosa migliore che mi sia mai capitata. Non ci ho mai parlato dal vivo, ma ormai la vedo sempre in giro, nella mia testa, nei miei sogni e mi ha fatto innamorare.
"Ma questo amore che provo per te sarà eterno". Mi ripeto.
E non posso non pensarti anche oggi.
Posso riassumere tutto in due parole se a te non piacciono i discorsi dunque mi limiterò a spiegarti che se non hai mai provato un tal sentimento allora stai sprecando la tua vita. Ora alzati e cammina.
Ma non riesco più a muovermi, il sonno ha preso il sopravvento sul mio corpo. Mi addormentai.
Mi sveglio che sono ormai le 10 di mattina e mi ritrovo ancora nel letto, essendo domenica la scuola non c'è, posso riposare e star tranquillo. Mi guardo intorno, la luce penetra leggermente dalla tapparella tirata, alla mia destra c'è il mio piccolo comodino. Cellulare, lampada, un libro. Lo sollevo e ne rileggo il titolo più volte. "Un'avventura". ecco un'avventura è ciò che mi serve per spezzare la monotonia della mia routine. Passo ore a leggere senza fermarmi. Al termine del libro inizio ancora a domandarmi dopo aver vissuto un'altra vita dentro la storia del protagonista, cosa manca a me che lui ha? Amici? Una fidanzata? Un grande forse che non posso colmare e che rimane vuoto e che se continuo così ci rimarrà per sempre?
Presi la decisione di uscire, ma non mi ero accorto che fuori pioveva, il cielo si sentiva come me, era triste. Vuoto. Cupo. Grigio.
Ma non mi feci problemi, uscii lo stesso ma dopo aver messo un piede fuori casa mi sentivo già il peso di quella tristezza che il cielo mandava, sembrava fatto apposta per scaricarla su di me. Inizia a camminare senza meta, ormai ero bagnato e il mio maglione era ricolmi d'acqua. E poi la vidi. Era immobile sotto un porticato bloccata per la pioggia. Fu come vedere un angelo. Poi il buio.
"Brancolavo nel buio, in uno spazio angusto, scuro. Mancava quel senso di sicurezza che provi quando stai alla luce. Dove ero? Non me lo ricordavo.
Cosa era successo? Non lo sapevo. Avevo visto lei. E poi null'altro.
Camminavo senza meta verso un punto bianco in fondo a questa -stanza- poi la luce si fece più intensa. Sempre di più. Sempre più intensa. E poi riaprii gli occhi"
-dove mi trovo?-
Era una stanza bianca. Da solo. Come sempre. Una grande finestra alla mia destra. Una porta chiusa alla sinistra. Ospedale. Non capivo come ci ero finito quando notai che sulla sedia era seduta lei. La ragazza dei miei sogni. Apri gli occhi e mi rispose.
-tranquillo ora stai bene-
Era lei che mi parlava, come se fosse un angelo venuto dal cielo per salvarmi, si trovava nel posto giusto al momento giusto. Era lei che mi aveva portato qua ne ero sicuro. La voce veniva a mancare, bruciava la gola. Lei era nell'angolo e mi guardava. Ma distolse lo sguardo quando sentì il mio occhio su di lei. Torno alla sua lettura.
Mi riaddormentai.
"Dove mi trovavo? Ero al buio, ma era familiare come posto come se ci fossi già stato. Poi vidi una figura avuta venire verso di me e chiamando il mio nome. La morte era mia compagna quella giornata".
-mi sento strano- mormoro.
-è perché sei morto- rispose la figura incappucciata.
- cosa vuol dire che sono morto? Non può essere-
Lei non si scompose, apri il suo mantello e me tiro fuori un piccolo bastone, disegno nel pavimento nero un cerchio, un cerchio dai margini bianchi.
- non capisco- replico, ma non mi ascolta.
Improvvisamente si vedono delle immagini provenire dal cerchio, ero io. Senza vita nel letto di ospedale. Mia madre che piange lacrime di dolore. Mio padre che prova a consolarla ma anche lui cede. I medici che portano il certificato del decesso.
Non volevo crederci... Era solo un sogno. Non posso essere morto.
- ora capisco?- chiese la figura incappucciata.
- no, non capisco davvero nulla.- urlai contro di lei.
- sei morto ed è mio compito avvertirti che ciò che sta per accaderti potrà non piacerti, seguimi.- mi disse con calma.
- e se non lo facessi?- risposi.
- allora finiresti nel limbo-.
Non avevo scelta decisi di seguire la figura incappucciata, camminava lentamente e non ebbi problemi a seguirla.
Ad un certo punto tutto si fece bianco e persi i sensi.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 16, 2016 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

DeltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora