Capitolo 20

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"Hai fatto in fretta!"

"Non mi è piaciuta affatto la voce di Sam al telefono, e neanche la tua a dir la verità."

"Già.", chiude la porta e mi fa sedere sul divano.

"E questi cosa sono?", gli dico prendendo dei fogli dal tavolino.

"I documenti per il divorzio."

"Li hai già firmati!"

"Sì. Non ci ho pensato su due volte. "

"Non è da te Paul."

"Lo so Sharon, ma questa volta è troppo! Avevo il dubbio che avesse una relazione, ma non pensavo che durasse da due anni e mezzo!", la sua voce trema, "Vorrei conoscere l'altro!"

"Beh... Io lo conosco...", distolgo lo sguardo, andando a fissare un punto qualsiasi sul pavimento.

"Come?"

"Si Paul. E' il mio vicino di casa."

"E tu che ne sai?"

"Li ho visti l'altra mattina. E poi oggi pomeriggio quando sono andata a prendere Sam a scuola. E' stato in quel momento che ho capito tutto."

"Perché non me lo hai detto?"

"E come avrei potuto farlo? Non ci credevo nemmeno io! E poi, seriamente, con quello che stiamo facendo anche noi..."

"Hai ragione. Effettivamente non dovrei sentirmi così... Eppure credevo di essere io quello che stava sbagliando tutto...."

"Tata!", arriva Sammy.

"Ehi! Ciao!", mi salta in braccio, salvandomi da una conversazione che avrebbe preso un brutta piega.

"Mi leggi la favola della buona notte?"

"Certo tesoro! Andiamo!", gli do la mano e lo accompagno in camera.

Lo metto a letto e gli rimbocco le coperte; mi siedo sul letto accanto a lui e mi passa il libro delle favole; inizio a leggere.

"Ecco qua! La storia è finita! E adesso gnometto mio, si dorme!"

"Ok! Grazie tata! Ti voglio bene!"

"Te ne voglio anche io!"

Gli do un bacio sulla fronte e, dopo avergli spento la luce, esco per raggiungere Paul.

"Si è già addormentato?"

"Ancora no, ma non credo manchi molto. E'esausto!", mi siedo sul divano, "So che è una domanda stupida e fuori luogo, ma come stai?"

"Non lo so Sharon, non ho la più pallida idea!", si butta all'indietro sul divano.

"Mi fa male vedervi così! C'è qualcosa che posso fare?"

"Sei qui, e questo basta!", mi prende la mano.

"Vorrei poter fare di più, ma giuro, non saprei cosa! Nonostante ciò che è nato tra noi in questi giorni, so che sei molto legato a lei..."

"E' la madre di mio figlio! E' normale!"

"Si, lo so. Non credevo che avesse una relazione con un altro uomo. Tu sei così diverso da Jason!"

"E' così che si chiama?"

"Sì."

"E perché siamo diversi?"

"Beh... tu sei bello, affascinante,intrigante, dolce, gentile, premuroso, ti piace divertirti con tuo figlio, ridi e scherzi con tutti, ma sai anche quando è il momento di fare il serio. Lui no, non è affatto così! E' praticamente il tuo opposto. Non sto dicendo che è un cattivo ragazzo, tutt'altro! E' solo che non capisco come abbia fatto ad innamorarsi di Lise! Lei è una donna energica, intelligente, che non si fa mettere i piedi intesta da nessuno! Mah! L'amore è così strano a volte!"

"Pensi davvero tutte quelle cose di me?", mi chiede lui per cambiare discorso.

"Certo! Almeno per me sei così. Mi piace parlare con te, mi piace ridere, scherzare... Mi piace il modo in cui mi baci, in cui fai l'amore con me...", dico tutto questo a bassa voce, per non farmi sentire. "E' come se mi avessi sempre conosciuta e desiderata..."

"Potrebbe essere così... potrei averti sempre desiderata!"

Eccolo lì, quello sguardo maledetto che mi fa rabbrividire ogni volta.

"Ti prego, non guardarmi così!"

"Perché, come ti guardo?"

"In un modo strano, che mi fa morire!". Mi si avvicina e mi bacia.

"Che diavolo fai?"

"Quello che voglio!"

"E lo vuoi fare qui? Sul divano? Potrebbe arrivare Lise..."

"Non me ne importa nulla Sharon! Io voglio te, e ti voglio adesso!"

Riprende a baciarmi ed io, impotente e vogliosa tra le sue braccia, mi lascio trasportare dalle emozioni del momento. Si allontana improvvisamente da me...

"Hai ragione! Così non va... Vieni con me!". Mi prende per mano e mi porta fuori casa, nel giardino sul retro, dove c'è la piscina.

Ha creato una specie di isoletta con un letto e un gazebo, entrambi costruiti da lui; mi fa sdraiare li e inizia a spogliarmi. Sento le sue mani esplorare il mio corpo, togliermi i vestiti e darmi piacere. A mia volta lo denudo e percorro il suo torace con la bocca, baciando ogni centimetro del suo corpo. Lo sento eccitarsi accanto a me; sento il suo membro indurirsi al tocco delicato della mia mano.

"Tu si che sai cosa voglio veramente!", mi sussurra in un orecchio.

Apro le gambe e lo accolgo dentro di me. Nonostante tutto quello che ha passato oggi, sento in lui la voglia di stare tra le mie braccia, di farmi godere, di voler assaporare ogni singolo istante passato con me. Ed io non posso far altro se non assecondarlo, e non solo perché lo voglio far felice, ma perché è quello che desidero anche io. Quando sono con lui mi sento amata e desiderata come mai prima d'ora; quest'uomo mi sta trasformando e lo sta facendo in meglio. Percepisco l'orgasmo; sta arrivando impetuoso come sempre; le sue labbra si posano ancora una volta sulle mie e il gemito di piacere viene soffocato da quel bacio. Restiamo abbracciati sotto le stelle, nudi, coperti soltanto da un asciugamano.

"Sono contento di aver trovato te. Non so se sarei in grado di affrontare tutto questo da solo, soprattutto con Sam."

"Ed io sono felice di essere qui per sostenerti e aiutarti con lui. A prescindere da tutto questo, se hai bisogno di qualsiasi cosa sai dove trovarmi!"

"Grazie!", mi da un bacio sulla guancia.

"Non devi ringraziarmi Paul. Tengo sia a te che a Sam e se posso aiutarvi mi fa piacere!"

Ci rivestiamo e torniamo in casa. Paul va incamera di Sam e si sdraia al suo fianco, mentre io mi distendo sul divano, con le testa affollata da mille pensieri.



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