Capitolo 8

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Per un secondo appoggiata sulla soglia di legno le passarono per la testa i momenti che aveva vissuto con quel ragazzo riccioluto dall'altra parte.
Vide scorrere le immagini di frammenti della sua infanzia.
Lo smalto rosa,le magliette con i pupazzetti sopra,i fiori tra i capelli,le gonnelline scozzesi e le tante risate.
Doveva ammetterlo gli mancavano quei momenti.
Si erano lasciati all'orfanotrofio straziati dal pianto.
Erano vissuti come due fratelli,separati alla nascita ma pur sempre fratelli.
Rebel si scostò e così fece la sua testa da quei pensieri.
Aprì la porta e ributtò un urlo.
"T-tu cosa ci fai qui?"chiese paonazza.
"Posso entrare e ne parliamo?"
Rebel si scansò e fece passare Jason.
Sbattè la porta e andò ad avvertire sua madre.
"Aspettami qui"gli disse e lo lasciò ai piedi della scale.
"D'accordo",Jason rimase immobile fino al suo ritorno e poi salirono le scale fino alla camera di Rebel.
Appena entrato Jason le si catapultò addosso abbracciandola e Rebel nascosta nel suo maglioncino sorrise.
Se lo aspettava,voleva risentire quel misto profumo di bacche ed erba bagnata che Jason si portava dietro da piccino.
"Cosa posso fare per te?"chiese subito dopo la ragazza.
Jason si accomodò sul letto e la spinse con sè.
"Mia sorella Reina,è stata adottata"cominciò Jason.
"Oh sono felice,quindi?"chiese Rebel sempre più curiosa di svelare quel mistero.
"Beh,è cambiata tanto."proseguì.
Non venne risposta da Rebel,ma annuì e lui continuò a raccontare.
"Io però rivoglio quella ragazza cicciottella di prima,disordinata,con lo smalto di brillantini e abile nel fare le ghirlande di margherite "
Gli occhi di Rebel si soffermarono dentro quelli di Jason e vide che nascondeva in quel faccino pulito e leale l'amarezza di un fratello quasi respinto.
"Io le ho scritto una lettera e magari tu potresti darmi un parere"chiese alla fine senza usare giri di parole.
"Certo,fammela leggere"propose Rebel dispiaciuta,ma al contempo libera dalla preoccupazioni che l'avevano assillata per quegli infiniti minuti.
Jason si alzò e dalla tasca destra tirò fuori una lettera piegata in 4 metà.
Rebel non esitò e scandendo la voce risuonante nella stanza illuminata lesse:
'Cara Reina,
Se così posso chiamarti.
Volevo farmi sentire e farti sapere che sto bene,che senza di te mi sento solo,ma che ce la farò.
Mi hanno detto che per te non è lo stesso.
Tu sei cambiata e sei diventata quello che più odiavi,mi hanno mostrato perfino le tue foto e non riuscivo a credere a quello che vedevo.
Valanghe di nero,t-shirt con teschi,nuvole di fumo,dilatatori e piercing ovunque.
E sai... sono stato male,ho ricordato quello che mi dicevi quando vedevi qualcuno accendere un mozzicone oppure quanto disprezzavi gli abiti neri,dicevi portavano tristezza e adesso infatti nei tuoi occhi non vedo altro che quello.
Dolore.
Cosa ti è successo sorellina?Cosa ti ha ridotto così?Rivoglio indietro quella ragazza che mi scriveva ogni sera,che mi dava il bacio della buonanotte per farmi sognare,che mi accarezzava i capelli con le sue dita sottili,rivoglio quella ragazza capace di cantare ovunque e con chiunque.
Rivoglio indietro quella Reina che non perdeva occasione di correre al mare seppur con nel costume qualche kilo in più.
Reina voglio riavere i tuoi ricci biondi,le tue lettere,i tuoi abbracci nonostante tutto e tutti contro.
Io tutto questo non l'ho dimenticato e vorrei non lo facessi neanche tu.
La mamma non ne sarebbe felice e neanche papá sai?
Ritorna quella di prima Reina,ti prego
Jason"
Rebel si asciugò le lacrime e prese un sospiro.
"Vieni qui"disse con le braccia aperte verso Jason travolto dal pianto.
"Andrà tutto bene" "andrá tutto bene"gli ripetè con il fiato nell'orecchio.
"Grazie,gr-grazie"disse Jason soffocando il singhiozzo.
"Avevo bisogno di risentire quella parole,di rendermene conto perchè ancora non ci credo."
Rebel le rimase aggrovigliata e non si permise di dire altro.
Avrebbe voluto tanto avere il coraggio di cambiare come aveva fatto Reina,ma in meglio.
"Ti manca vero?"gli chiese.
"Si, ma non mi arrendo.
Io la riavrò"rispose Jason determinato.
"Così ti voglio"ci fu un altro abbraccio e poi Rebel si alzò per prendere un album sulla mensola sopra il letto.
"Guarda qui"gli disse indicando la prima foto incollata sulla pagina.
"Ma questi eravamo noi?"esclamò Jason sorridendo leggermente.
"Si e qui c'è Reina"
Jason dilatò le pupille e la fissò.
Camicetta rosa,gonnelline a fiori ,qualche riccioli fuori dalle treccina sulle spalle ed un sorriso invidiabile.
"Era davvero bella"
"È bella"lo corresse Rebel.
"Lo risará,ne sono sicura".
"Promettimi che almeno tu non ti perderai"le disse Jason forzando l'inarcamento delle sopracciglia.
"No,io ci sarò"rispose lei.
"Grazie"
Poco tempo a seguire Jason andò via e Rebel rimase sola seduta sul suo letto a rimuginare su quanto aveva assaporato in così poco.
Non merita quello Jason.
No.
Non poteva permettersi di farlo scappare un'altra volta perchè con lui aveva ricordato quei momenti di innocenza che le mancavano.
Se ne accorse subito che non ne avrebbe potuto fare più a meno.
Scese le scale senza prestare particolare attenzione al gradino e quasi inciampò sull'ultimo.
Spalancò il portone e iniziò a corrergli dietro.
"Jasoon,aspetta!"
Il ragazzo si fermò all'improvviso e riuscì appena in tempo a prenderla in braccio.
"Mi sei mancato"gli disse.
Sorrise compiaciuti e rispose sussurrandole "anche tu".
Erano bellissimi in quel dipinto di affetto che li incorniciava e anche questa volta Rebel si era fatta trascinare dal cuore,non dalla testa.
"Vieni con me"




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