•Jake 20/12

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Cara Helen,

Sono contento che tu abbia vissuto il funerale con serenità, che eri già sicura di affrontarlo in questo modo.
Ne ero certo anche io, in fin dei conti, ti conosco così bene che potrei scrivere un libro su di te!
Marie come sta? Si è ripresa? Per lei sarà dura ma è una ragazza forte, supererà anche questo momento così difficile.

Ho chiamato i genitori di Lucas, non è stato facile trattenere le lacrime, ma mi ero promesso di non piangere, proprio per Lucas, lui vorrebbe vedermi felice, e così è stato.
Ho parlato prima con suo padre, lui è sempre stato un uomo tutto d'un pezzo, rispettabile anche se a volte troppo severo. Un soldato. Poi ho parlato con sua madre, che è scoppiata in lacrime quando ho iniziato a vagheggiare sui momenti passati con Lucas. Infine, la prova più dura è stata parlare con Jasper. L'ho visto nascere, l'ho visto compiere i suoi primi passi e le sue piccole cadute. Questa, di caduta, l'ha ferito molto. Ed è mio compito stargli vicino in ogni momento, come un fratello: come quel fratello che ha perso.

Mi aspettano tante cose nuove al mio ritorno in America.
Una su tutte, mi aspetta una nuova Helen. E lo so, perché questa esperienza ci sta cambiando.

Ci sta facendo capire il valore di essere uniti. Il valore di essere uniti ed indivisibili nonostante i chilometri, nonostante le terre ed i mari che ci dividono.

Non vergognarti delle tue parole, non sentirti una pervertita nel dire che hai voglia di fare l'amore con me, perché è un istinto umano. È parte dell'immensa bellezza mistica che compone la parola Amore. È sentirsi uniti non solo dal sentimento, ma anche fisicamente: un tutt'uno di corpi che si sfregano, s'accarezzano, si fondono, si separano e si incontrano migliaia di volte. Una volta ancora, una ancora con te.
Se ti fa sentire più a tuo agio con questo tuo sentire, posso dire con fermezza che anch'io non desidero altro in questo momento.

Vorrei solo un secondo con te, me lo farei bastare. Perché io non faccio l'amore solo con il tuo corpo. Io faccio l'amore con i tuoi pensieri, con il tuo sguardo caldo, con la tua psiche che tanto ha fatto addolcire e divampare la mia.
Non ho bisogno d'altro.

Ho bisogno di te.

E per fare un passo in avanti ho finalmente trovato un telefono per poterti scrivere. Non lo sapevo, ma Enrico ne aveva uno di scorta. Molto rudimentale, molto vecchio, ma almeno ha Whatsapp e Facebook. È già qualcosa. È già salvezza.
Mi rendo conto che senza telefono noi non riusciamo a stare. Che è come una droga. Postare, twittare re-twittare, commentare, condividere. Sono queste le parole chiave.
E continuo a chiedermi: ma non è che senza starei meglio?
Prova ad immaginare un mondo senza il Solcial Network. Da piccoli era così, e ho i migliori ricordi della mia infanzia stampati in testa come fotografie appese ad una bacheca.
Cosa c'è di meglio di parlare con una persona guardandola negli occhi? Stiamo perdendo tutto questo, ed è molto triste.

Resteranno pensieri, murales sui muri.

Non ti preoccupare per i miei genitori. Penso che la tua idea della cornice sia stupenda, molto azzeccata. Ti piacciono le cose collegate alle foto! È molto bello. Ricordi impressi sulla carta. Come queste parole. Che non verrano mai e poi mai cancellare.
Eterne.

E se può sbiadire l'inchiostro, il pensiero non potrà mai.

Per la cena, cerca di non strafogarti come al tuo solito di antipasti. Come al matrimonio di mio zio. Cavolo, ti avevo detto che stavi decisamente esagerando, tu non mi hai creduto, non potevi immaginare che tutto quel banchetto, tutto quel ben di Dio, fosse solo il preludio di una mangiata micidiale.
Italiani!

Io ti ho spedito un pacco, un bel regalo, spero possa piacerti. È una cosa molto semplice ma che rinchiude un significato molto profondo. Spero arrivi in tempo!
Ho anche mandato un regalo ai tuoi, qualche bottiglia di vino, che so essere molto apprezzato! Fammi sapere cosa ne pensano. Di solito sono una frana con i regali. Le sorprese mi vengono bene, lo ammetto, ma con i regali è meglio che ci penso non dieci ma cento volte.
A volte sono troppo ambiguo.
Come il completo intimo che ho regalato a tua sorella l'anno scorso a Natale.

Imbarazzo.

La prossima volta le regalo un barattolo di Nutella da tre chili. Non si sbaglia mai con la Nutella!

Ora torno a scrivere la bozza dell'articolo. Mi stanno uccidendo di lavoro in questi giorni.

Sei sempre nei miei pensieri.
Ti amo piccola mia.

Tuo, Jake.

Carta, penna e cuore.  #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora