𝔒𝔟𝔰𝔢𝔰𝔰𝔢𝔡 - Rose sfiorite

24 - Starcasinò

Thalia

Era finalmente giunta l'ora della pausa pranzo. Raggiunsi la mensa e mi sedetti in uno dei tanti tavoli ancora liberi.

Il tempo quella mattina erano trascorso velocemente, o forse così mi era parso perché non avevo prestato attenzione a una singola lezione. La pagina del mio quaderno era rimasta bianca e intatta, non avevo tirato fuori dallo zaino l'astuccio e nemmeno aperto un libro.

Il mio sguardo aveva continuato a perdersi oltre la finestra dell'aula. Mi distraevo a fissare le macchine che correvano veloci sull'asfalto, dall'altra parte dei cancelli della Marymount School.

Nella mia mente riavvolgevo il nastro fino a tornare alla sera prima e un senso di vuoto mi strinse lo stomaco in una morsa: mio fratello aveva scoperto la vera identità di The Masked Angel, ciò lo aveva profondamente deluso e quella mattina non mi aveva rivolto la parola, per non parlare del prossimo incontro di Flynn e Bryan al Starcasinò con un certo Joseph, mai sentito nominare prima di quel momento.

Mi chiedevo quando fosse successo, quando la mia vita aveva assunto quella piega misteriosa e fuori dal normale. Quando i segreti e le bugie si erano insinuati in me, tanto da spingermi a mentire? Forse Manhattan mi stava cambiando, magari era proprio quella città a mutare in peggio i suoi abitanti.

«Eccoti finalmente. Ho provato a chiamarti al cellulare non so quante volte, non ti trovavo.» Roxy si sedette davanti a me.

«Scusami, ma oggi proprio non è giornata. Ieri ho litigato con mio fratello e-»

«Quello che si è trasferito dal Messico? Mi spiace, è per qualcosa di grave?» chiese lei mentre dava un morso alla sua fetta di pizza.

«Esatto, proprio lui. Comunque no, non è nulla di grave. Insomma, i soliti litigi tra fratelli.» presi la bottiglietta e bevetti un sorso d'acqua. «E inoltre ho saputo che Flynn e Bryan hanno un appuntamento con un certo Joseph, al Starcasinò. Avevo intenzione di farci un salto, verresti con me?»

«Mhh, quando sarebbe?»

«Stasera, devono incontrarsi alle otto a casa di Bryan e poi raggiungere insieme il casinò.»

«Stasera non posso, ho promesso a mia madre che l'avrei accompagnata a comprare l'abito nuovo per la festa di beneficienza che si terrà fra qualche giorno. Ma non credo sia un'ottima idea andare da sola, non pensi?» mi chiese lei prima di abbassare lo sguardo sul mio vassoio. «Devi essere proprio giù di morale se non dai nemmeno un morso a quella torta, tu ami i dolci. Vedi di fare pace con tuo fratello, e in fretta. Rischi di svenire per mancanza di zuccheri.»

«Lo farò, parlerò con lui, prima o poi.» presi il piattino con la torta e glielo porsi, almeno non sarebbe andata buttata. «Voglio mettere un punto a questa storia una volta per tutte. Vedrai, andrà bene.»

Quando si trattava di Flynn mi sentivo come una falena, mentre lui era la luce. La falena viene attratta dall'abbagliante luce di una lampada, tanto da arrivare a bruciarsi e a morire per inseguire quei raggi dorati.

Io ero attratta da lui. Per qualche ignoto motivo gli andavo dietro come se da questo dipendesse la mia vita, come se fossi ipnotizzata. Che non si trattasse più soltanto dell'omicidio 6ye della morte di Gabriel?

«Se lo dici tu, ma fa' attenzione.»

Sorrisi per la prima volta durante quella giornata. Feci il giro del tavolo e mi sedetti al suo fianco, per poi lasciarle un bacio sulla guancia. Si preoccupava sempre per me, in ogni occasione, le ero grata per questo. «Te lo prometto. E appena vado via ti chiamo, che ne dici?»

«Dico che devi, sarò in pensiero fino a che non riceverò una tua chiamata.»

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Ben presto giunsero le otto di sera. Con un libro aperto sulle ginocchia e il telefono fra le mani, non avevo fatto altro che osservare il lento scorrere del tempo attraverso i numeri sul display del cellulare, che cambiavano a ogni minuto che passava.