La strada era piena di vaganti morti, quasi non si vedeva più l'asfalto da quanti erano e da quanto sangue imbrattava tutto.
Daryl si girò, guardandosi attorno e constatando che non ve ne era più nessuno. Sospirò, togliendosi il sudore dalla fronte con il dorso della mano, mentre nell'altra teneva ancora ben stretto il pugnale.
Iniziò a camminare cercando gli altri e guardandoli di sfuggita per accertarsi che stessero tutti bene.
E stava cercando lei: doveva pur essere da qualche parte. Sapeva per certo che era scesa a combattere, mai si sarebbe tirata indietro. Era quasi certo che fosse stata una delle prime a buttarsi in strada, per salvare gli altri.
Ma più avanzava più lei non si vedeva. Iniziò a camminare più velocemente, muovendo lo sguardo da una parte all'altra, sempre più preoccupato.
Svoltò ed eccola lì: stava appoggiata con una spalla ad una colonna di un porticato, gli occhi socchiusi e il respiro affannoso.
Daryl non si concesse il tempo per sorridere, per osservarla. Andò verso di lei con passo veloce, per poi bloccarglisi davanti e toccarle la spalla.
Carol alzò subito lo sguardo, i muscoli tesi. Non lo aveva sentito arrivare, si era concessa uno dei rari momenti di riposo. Ma quando vide che Daryl era davanti a lei gli si buttò tra le braccia, stringendolo a sé.
"Sei stato tu, al lago?"
Gli chiese, il volto ancora affondato nel collo dell'altro.
Daryl si sentì inizialmente impacciato, ma non si aspettava una reazione molto diversa. Era come a Terminus, come quando lei li aveva salvati ed era tornata da lui.
Così l'uomo portò le proprie braccia ad avvolgere la figura più piccola e la strinse a sua volta.
"Sì"
Non aggiunse altro. In effetti, non sapeva cos'altro aggiungere: mi sei mancata? Avevo paura di non trovarti? Ormai vivevano in un mondo in cui quelle paure li accompagnavano ogni giorno, e lui non se la sentiva di dire cose scontate.
Dopo un po' Carol si mise dritta, senza però staccarsi dall'abbraccio. Guardò Daryl in volto e gli spostò una ciocca di capelli.
"Vi è tanto da fare, adesso"
Lui annuì, per poi corrucciare la fronte e prenderle il volto tra le mani, interrompendo così il loro abbraccio. Le inclinò il volto un po' di lato, osservandola per bene.
"Cosa ti è successo?"
Chiese, indicando con il mento il taglio che Carol aveva in faccia.
Lei chiuse gli occhi, sospirando e portando le proprie mani su quelle di lui, facendogliele abbassare.
"Mentre eri via sono successe delle cose. Ma posso cavarmela da sola, non è niente di grave"
Non voleva che Daryl si preoccupasse troppo per lei, non voleva dirgli subito dello scontro tra lei e Morgan. A dirla tutta, non riusciva a immaginarsi la reazione di Daryl.
Vi era sempre stata questa cosa tra loro, questo continuo proteggersi e preoccuparsi l'uno per l'altra. Carol non poteva negare a se stessa che le faceva piacere, e che qualcosa in lei si muoveva tutte le volte che lo vedeva, che pensava a lui. E che lo abbracciava. Avrebbe voluto continuare a stare in quell'abbraccio per molto tempo ancora, ma di tempo non ve ne era.
"Daryl, dovresti medicarti"
Sasha stava arrivando dietro di loro ed entrambi si girarono al suono della sua voce.
"Sei ferito?"
Carol si allarmò subito, iniziando a passare gli occhi sul suo corpo, per poi prenderlo per le spalle e farlo voltare.
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Non più
FanfictionMomento tra Daryl e Carol dopo la ripresa di Alexandria. Come potrebbero mai reagire i due, dopo l'ennesima separazione?