rosa (oneshot)

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avvertenze: la tematica di questo breve racconto è il suicidio, se trattare l'argomento vi disturba in qualsiasi modo, vi sconsiglio di leggerlo. credo.
***non voglio istigare nessuno a compierlo***

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rosa: indica il perdono, 
lo scambio continuo ed equilibrato
nel dare e nel ricevere.
proprietà principale di questo
colore è però scacciare l'angoscia
o i pensieri negativi.

i luoghi, le voci, i colori e le sensazioni legano le persone.
il loro luogo era un limpido laghetto di ninfee, dove si specchiava il tramonto dorato e dove lei incorniciava il suo riflesso di petali di pesco. passavano le ore a guardarsi, tra loro solo il vento che increspava l'acqua, e un carosello di emozioni. sgretolavano la sera con i loro sguardi, lasciandosi sopraffare dal rosa del cielo. i sussurri che si rincorrevano sulla loro pelle li toglievano persino l'aria. per questo non parlavano mai. si percepivano. se qualcuno avesse chiesto a lei di descrivere il suo amico del lago, lei avrebbe risposto 'rosa confetto'. forse per lei era solo un ennesimo modo per distrarsi, per fugare i pensieri negativi che si annidavano nella sua mente. lui, invece, era alla costante ricerca del perdono che solo lei sarebbe riuscita a dargli. scivolava tra i meandri delle sue preoccupazioni, per adagiarvisi con leggerezza, scacciandole, asciugandole le lacrime e addentrandosi sempre di più nella sua anima. superò qualsiasi soglia, sera dopo sera, mentre caricava su se stesso le tempeste di lei. a volte si chiedeva se non fosse più facile rinunciare al perdono, piuttosto che sopportare tutto questo, e sentirsi rodere l'anima per l'eternità.
quello che una volta rodeva lei, iniziò a distruggerlo. era questo il prezzo. era questo essere scusato. allora, era lui la rosa? e lei cos'era, allora? si era rivoltata contro di lui, ora. o, forse, stava solo finendo ciò che aveva iniziato. era quello che lui voleva, il perdono, il perdono eterno, che solo la morte sa dare.
l'aveva cercata, ed eccola lì, sotto il tramonto, a specchiarsi tra le ninfee. gli sguardi non cambiarono, non cambiò la tristezza di lei, non cambiò il rosa di lui. c'era solo più equilibrio, quanto più lei si trastullava nei suoi occhi, tanto più lui si avvicinava al perdono, e all'acqua.
oh, caro, la cosa più rosa che hai ora, è il fiore sulla tua tomba.

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questo scritto risale a qualche mese fa, l'ho ritrovato per caso mentre girovagavo nei meandri del computer (quando avrei dovuto studiare, lol)
buh, buona giornata

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