CAPITOLO 10

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Dimitri si riprese alla grande, molto probabilmente man mano che il suo organismo, come il mio, smaltiva ciò che l'aveva fatto stare male.

Mentre camminavamo verso la scuola, pensammo a cosa poteva esserci in quella pasta. Dimitri ipotizzò che potesse essere una dose di veleno e che saremmo dovuti stare attenti a tutti i movimenti di George per vedere se metteva qualcosa nel mio piatto.

-Non capisco- dissi dopo un minuto di silenzio.

Dimitri mi guardò. Eravamo quasi al cancello della scuola.

-Perché non ha tentato anche con te?-.

-Non so. Potrebbe essere che George sia stato incaricato da qualcuno, oppure che lo stia facendo per suo conto-.

-Magari- dissi seguendo il filo del ragionamento -vogliono eliminare solo me perché il primogenito diventa Alfa-.

-Anouk! Ne abbiamo già discusso! Lo siamo entrambi!-.

Gli mostri i palmi. -Calma! E abbassa la voce che ci sentono!-.

Lui mi guardò truce.

-Lo so! Stavo cercando di dire che loro non lo sanno!-.

Sembrò rilassarsi, ma poi strinse la mascella. -Possono anche non saperlo, ma non dobbiamo permettergli di farci del male-.

Annuii. -Oh no- confermai.

In classe Mary non c'era. Le scrissi un messaggio per sapere se stava bene e se sarebbe venuta. Rispose con una serie di emoticon arrabbiate e sbuffanti dicendomi che non aveva sentito la sveglia e che sarebbe entrata alla seconda ora. Sorrisi e misi via il cellulare appena entrò il prof di matematica.

Dimitri, a metà della seconda ora, cominciò a scrivermi un poema sulle sue teorie per quanto riguardava il mio avvelenamento. Quella di togliermi di mezzo per la questione dell'Alfa era la più probabile e mio fratello avanzava l'idea di parlarne con nostro padre. Io non ne ero convinta e, mentre cercavo di spiegargli di tenere fuori nostro padre da tutta questa storia (non volevo partire di nuovo), suonò una strana campanella.

Mary afferrò subito il mio braccio, poi si girò verso di me. -Questa è la campanella dell'allarme anticendio-.

Quando la campanella si ripetè, nella mia classe scoppiò il panico. La professoressa di italiano calmò gli animi e ci fece alzare per uscire dalla classe.

Fiutai la paura e l'agitazione dei miei compagni e in corridoio l'odore di fumo e di gas. Doveva essere in qualche aula, visto che non vedevo fumo.

Mary, accanto a me, era agitata, mentre io molto tranquilla. Non avevo paura delle fiamme, solo che qualcuno potesse rimanerci intrappolato: questo mi faceva molto arrabbiare.

Stavamo per uscire dall'edificio quando colsi dei movimenti strani in cortile alla mia destra. Era Dimka.

Lo guardai alzando le sopracciglia e mi fermai facendomi superare dai compagni dietro di me che seguivano la prof.

Mio fratello indicò tre professori (di cui uno con in mano un registro di classe) che parlavano agitati e si guardavano in giro. Confusa, tornai a guardare Dimitri.

Logan, mimò con le labbra.

Spalancai gli occhi, mentre il cure accelerava il battito. Diedi un rapido sguardo al gruppo della sua classe e non vidi i suoi capelli castano scuro, né incrociai i suoi occhi neri. Dimitri mi stava indicando la scuola continuamente. Lui era troppo in vista per rientrare, ma io no.

Vidi Mary tornare indietro. Mi toccò il braccio. -Anouk, non ti perdere. Non ti vedevo più-.

Le strinsi il polso e la staccai da me. -Vai con gli altri-.

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