Anche per te non ha significato nulla, vero?

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Nate's POV

Allora, Sammy era chiuso in camera con Lucille da almeno venti minuti e io non sapevo cosa si stessero dicendo. Una piccola parte di me sperava vivamente che Sammy si fosse dimenticato del bacio tra me e Lu ma conoscendolo, mi avrebbe assillato fino allo sfinimento, quindi l'unica soluzione era parlarne con lui.
Invece, di parlare con Lucille non ne avevo proprio la minima voglia, sarebbe stato molto più che imbarazzante se uno di noi avesse provato ad affrontare l'argomento. E va bene, non la sopportavo quasi mai, ma era come una sorella per me quella ragazza e avevo fatto un grosso sbaglio a baciarla... Eppure se avessi potuto, avrei continuato ancora per molto. Quando sbucai in salotto notai che Sam era accucciata da sola sul divano a smanettare con il telecomando, immagino che prima di interromperci, ci fosse Sammy lì vicino a lei. Adesso però quel posto l'avrei occupato io. Quando mi buttai sul divano Samantha sobbalzò,  probabilmente non mi aveva sentito arrivare.
"Ma sei scemo! Mi hai fatto prendere un colpo!" Si portò una mano sul petto e chiuse gli occhi.
"Meglio così." Stavo ancora ridendo per la sua espressione, quando mi arrivò una cuscinata sulla faccia.
"Bene, adesso siamo pari!" Mi fece la linguaccia. Eh no, aveva proprio capito male la ragazza. Mi sporsi verso di lei e iniziai a farle il solletico, era buffissimo vederla dimenarsi e ridere mentre mi supplicava di smetterla.
"N-nate! B-basta ti prego!" Riuscii a sentire solo questo tra una risata e l'altra.
"Chiedi pietà!" Continuai la mia lenta tortura e dopo un po' chiese pietà, così la finii di farle il solletico.
"Dio Nate... Non respiro più." Disse ironicamente tra un sospiro e l'altro, le era venuto il fiatone. Che carina.
"Questa era la mia vendetta tesoro. Non metterti mai contro il sottoscritto." Detto ciò le feci l'occhiolino indicandomi e lei iniziò a ridere nuovamente.
"Certo che sei proprio un'idiota Nate!" In effetti non era la prima persona che me lo faceva notare...
"Posso chiederti una cosa?"
Si girò di scatto, "certo dimmi."
"Come mai le estati scorse non ti ho mai vista con Lucille, mi ricordo di molte sue amiche, ma di te mai e mi sembra strano dato che lei stessa mi ha detto che siete come sorelle." Abbassò gli occhi, magari non voleva rispondere e dal canto mio non avevo nessuna intenzione di forzarla.
"È vero, conosco Lucille da quando sono piccola, praticamente siamo cresciute insieme... Non sono mai venuta perché, nonostante volessi venire per i continui inviti di Lu, avevo dei problemi con mio padre. Lui beveva molto e quando lo faceva -sempre praticamente- trattava me e la mamma molto male. Diceva che eravamo "di sua proprietà" e ci teneva chiuse in casa. A mio fratello invece non ha mai detto nulla, non lo so il motivo, ma vallo a capire un alcolizzato del genere."
"E perché quest'estate sei venuta?"
Le scese una lacrima e in quel momento mi sentii tremendamente in colpa. Dovevo imparare a farmi i cazzi miei, Dio.
"Beh, se n'è andato via. Ha deciso che voleva vivere la sua vita senza di noi, ha preso le sue cose e si è trasferito con un'altra donna, ma sinceramente è molto meglio così. Quindi, quando è finita la scuola Lu mi ha chiesto se volessi venire qui a Los Angeles da voi e non potevo assolutamente rifiutare questa volta." Si passò una mano tra i lunghi capelli castani.
"Ovvio, siamo troppo belli noi per rifiutare!" Le vidi sputare un sorriso.
"Sei il solito cretino, Nate."
Mi dispiaceva per suo padre ma del resto, cosa potevo farci io? Chissà se Sammy le sapeva certe cose...
Probabilmente gliel'aveva chiesto anche lui o magari gliel'aveva detto Lucille, oppure più semplicemente si era fatto gli affari suoi da buon cristiano.
In quel preciso istante, sbucò Lu in salotto. Ecco, la fortuna non era dalla mia parte. Non mi rivolse un solo sguardo e si andò a sedere accanto a Sam.
"Sammy si sta facendo la doccia e dato che sono le nove e mezza ha detto di ordinare le pizze perché sennò non mangiamo più." Disse "Bene, ci penso io!" Sam si alzò dal divano e si diresse verso il suo telefono che penso stesse in cucina. Doveva tornare, non poteva lasciarmi lì da solo!
"Noi dobbiamo parlare Nathan..." Ecco! Mi aveva chiamato Nathan! Lo faceva solo quando aveva qualcosa di molto importante da dirmi e io in quel momento sarei solo voluto scomparire!
Decisi che era meglio sistemare la situazione all'istante
"Lucille, non fraintendermi, non so perché l'ho fatto ma l'accaduto non deve assolutamente ripetersi più... Anche per te non ha significato nulla, vero?"
Abbassò lo sguardo.
"Ehm no, certo che no! Volevo dirti la stessa cosa." Detto ciò si alzò e se ne andò.

summer in LA || Nate MaloleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora