"No Arthur, non posso continuare così" sbottó Harry dentro al microfono del cellulare "Non mi presenterò un giorno di più in questo stato" alzò gli occhi al cielo annoiato, all'ennesimo tentativo di convincerlo del suo manager, ma ormai era deciso ed era piuttosto testardo: doveva cambiare stilista, era di vitale importanza.
Un borbottio di assenso fu emesso dall'altro capo del telefono.
"Va bene, grazie Arthur, domani si deve presentare a casa mia, alle 14 in punto, non fatelo tardare, grazie" chiuse la chiamata con nervosismo per poi lanciare il telefono sul divano, facendolo cadere nella piega tra lo schienale e la seduta.
"Fanculo" sbottó passandosi
una mano fra i capelli laccati scompigliandoli, rendendoli impresentabili, resosi conto si alzò e andò in bagno, risistemandoli col gel azzurrastro.
"Per-fet-ti" sussurrò allo specchio alzando prima un sopracciglio e poi l'altro, godendosi il suo riflesso.
La giovane star non aveva difetti, se non quello della presunzione, era innamorato di se stesso, narcisista e vanaglorioso, un piccolo vanesio, orgoglioso e petulante. Una donna, in sostanza.La sorte gli aveva riservato un futuro glorioso, un posto nella discografia anglo-americana e due dischi di platino, un posto settimanale all'Ellen Show e le copertine di tutte le riviste britanniche che citavano le sue glorie.
Il giovane, già viziato, non migliorava di certo sapendo di avere il mondo sotto ai suoi stivaletti edizione limitata, e si ritrovava ad essere meravigliato dalla propria figura, quasi da considerarsi un dio, e ora, quel piccolo dettaglio dall'avere uno stilista di merda era terribilmente dannoso per i suoi chakra.
E ciò che era dannoso per i suoi chakra non andava d'accordo con il suo universo e di conseguenza col suo karma interiore.
Era terribilmente affezionato alle sue credenze personali e totalmente campate per aria tanto che non avrebbe violato mai, nemmeno per l'intera collezione autunno-inverno di Gucci, le sue regole personali.*
il giorno dopo, alle 13:58, Harry era inesorabilmente annoiato e spazientito, guardò l'orologio appeso alla parete e sussurro fra sé e sé:
"Se quel buono a nulla di quello che pensa di poter essere il mio nuovo stilista non sarà qui fra un minu..." non riuscì nemmeno a finire la frase che campanello suonò, lasciando intendere l'arrivo del famigerato stilista.
Harry andò la porta e aprì
sgarbatamente, svelando i suoi occhi la figura di un giovane uomo sulla ventina, perfettamente sbarbato e con i capelli impeccabilmente laccati.
due occhi azzurri lo fissarono gelidi: "beh quindi saresti tu... tutto qui?"
Harry lo fissó stupito e scioccato: "in che senso tutto qui?"
Nessuno in diciott'anni di vita l'aveva mai definito «tutto qui», lui è sempre stato il magnifico, bellissimo, perfetto insomma era Harry Styles, chi non lo amava? Nessuno gli aveva mai messo i piedi in testa, nemmeno le più alte cariche dello Stato, e ora questo qui -insomma com'è che si chiama?- osava dirgli «tutto qui»?
Harry distolse attimo i pensieri dalla propria autoglorificazione e fissó gli occhi verdi in quelli azzurri dell'uomo di fronte a lui: "Insomma? Cosa intendi con tutto qui?"
L' uomo, lo guardó con noncuranza, sostenendo lo sguardo: "Con tutto qui intendo dire: si cantano le tue lodi in tutto il mondo, insomma mi aspettavo qualcosa di più...carino?"
Harry ormai era scioccato , Il liscio riprese a parlare: "comunque scusami , mi ero dimenticato di presentarmi io sono Louis...cosa ci fai ancora con quella faccia da pesce lesso?! Insomma risvegliati! Qui dobbiamo lavorare lavorare lavorare! non ho intenzione di mandarti in giro con...cosa sarebbe quella roba?...ancora per molto!".
Harry era attonito, Il lisc-Louis era entrato da circa due minuti e aveva già smontato tutto il suo ego, senza nemmeno scomporsi, senza nemmeno far muovere un capello da quella perfetta laccatura.
ancora in catalessi, seguì quello che a quanto pare era diventato il suo nuovo stilista nella cabina armadio, dove quest'ultimo stava già buttando in aria i suoi completi di Calvin Klein.
"Oh mio Dio, e questo tu lo definisci moda? ma come ti vesti tesoro mio? O meglio chi ti ha vestito per tutto questo tempo? Suppongo tu non sia nemmeno capace di farlo da solo..."
Harry non replicó, in effetti da quando era diventato famoso, tutto quello che indossava era controllato da altre persone, nonostante avesse un'attrazione irrefrenabile per tutto ciò che era bello o semplicemente stravagante.
Fissò la figura dell'uomo che stava praticamente smontando il suo armadio buttando tutto alla rinfusa e si mise le mani fra i capelli trattenendo uno sbuffo spazientito.
STAI LEGGENDO
Later♡l.s.
Fanfictionshort story. ♡ Nel quale Louis è uno stilista famoso e tremendamente gay e Harry è una star del cinema tremendamente narcisista e viziata. ♡ 1/12