Sul mio volto si allargò un sorriso mentre mi guardavo intorno ed esaminavo la mia camera. Lo stavo facendo davvero, finalmente avrei vissuto la mia vita come volevo. Ero cresciuta sola con mio padre, e gli volevo bene, ma lui non aveva la minima idea di cosa significasse essere un genitore. L'unica parte che aveva capito alla perfezione era quella relativa alla parola NO. Questo è il riassunto perfetto delle nostre conversazioni. Mi stava sempre addosso, mi parlava solo di rado e pretendeva che fossi sempre perfetta. Non potevo prendermela con lui se era fatto così: era entrato nei Marines subito dopo il diploma, ed era davvero bravo nel suo lavoro. I ragazzi che si arruolavano nelle sue unità lo rispettavano , e lui traboccava di orgoglio. Mi ha fatto studiare in casa, quindi ogni giorno andavo a lavoro con lui e facevo i compiti nel suo ufficio. Non ci ho messo molto a imparare che era meglio non fare domande, se non capivo qualcosa. Perché lui inarcava il sopracciglio, mi fissava, sospirava e si riconcentrava nel suo lavoro.
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Ti lascio ma restiamo amici
ChickLitHarper ha diciotto anni ed è cresciuta in una base militare, sotto la rigida supervisione di suo padre, un marine severo e poco comunicativo. Ma finalmente è riuscita a spuntarla: farà l'università a San Diego, all'altro capo del Paese, e potrà così...