Primo giorno di scuola.

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È tardi, sto per perdere l'autobus ed è solo il primo giorno di scuola. Dove cazzo sta lo zaino????
"MAMMA DOV'È LO ZAINO??"
"STA SUL DIVANO ANNA" mi urlò lei dalla stanza accanto.
Presi lo zaino, le cuffie e il cellulare e corsi giù per le scale.
Mentre chiudevo la porta l'autobus mi sfrecciò davanti
"CAZZO." cominciai a rincorrerlo e ad agitare le mani, dopo una curva l'autista si accorse della mia presenza e si fermò, salii e mi accomodai in fondo.

Mentre ascoltavo la musica, l'autobus si fermò di nuovo, terza fermata, salirono tre ragazzi: uno basso, timido, capelli scuri, occhi marroni, un altro alto, occhiali da vista, zaino che sembrava per esplodere e dizionario di latino sotto il braccio destro, l'ultimo che salì era un ragazzo alto, magro, occhiali neri, capelli ricci e , era l'unico che sorrideva in mezzo a tutti quanti, si avvicinò ad un altro, si diedero il cinque e si sedette.
A

rrivata ai parcheggi degli autobus, non sapendo dove andare mi guardai in torno e notai un gruppo di ragazze che stava parlando, allora mi avvicinai a loro e, senza pensarci due volte, chiesi:
"Scusate ragazze, che scuola frequentate?" una di loro mi guardò attentamente e dopo mi disse
"Frequentiamo il liceo linguistico, tu?"
"Anche io devo andare , ma non so dove si trova perché mi sono trasferita da poco"
"Seguici, io sono Anita comunque." mi disse sorridente e porgendomi la mano,  questa ragazza con capelli lunghi, castani e mossi, occhiali da vista viola, occhi marroni mi sembrava una di quelle ragazze timide al massimo dell'indicibile, la guardai un attimo e poi mi presentai.
Mentre stavamo andando a scuola Anita e le sue amiche cominciarono a parlare, nel frattempo, io mi accesi una sigaretta e mi persi nei miei pensieri.
Ci fermammo davanti ad un edificio verde vomito, circondato da cancelli, davanti a questo edificio c'erano ragazzi ovunque che urlavano e scherzavano, Anita mi risvegliò dai miei pensieri
"Anna noi entriamo, vieni?" annuii e le seguii dentro.
Entrata in classe mi feci largo fra la gente e mi sedetti in un banco in fondo alla classe, osservai un po' i miei nuovi compagni e notai che erano vestiti su per giù tutti uguali, i ragazzi avevano un cappellino della obey, i risvoltini fino ai polpacci, e magliette a maniche corte o bianche o nere, invece, le ragazze avevano tutte le Stan Smith bianche e verdi, jeans strappati con risvoltini e maglietta scollata.
Una signora sulla cinquantina varcò la soglia della porta, aveva i capelli rosso fuoco, vestita con dei jeans e una t-shirt, era una signora distinta.
"Bonjour!" finalmente parlò e capii che lei sarebbe stata la mia professoressa di francese, tutti ci alzammo e la salutammo.
"Ragazzi, vedo che c'è una nuova arrivata, come ti chiami?" mi guardò aspettando una mia risposta
"Buongiorno, mi chiamo Anna De Laurentiis." tutta la classe mi guardò
"Buongiorno Anna, io sono la tua professoressa di francese Mina Lecamus, sono nata in Francia ma vivo qui a Roma, parlami di te." gli occhi erano puntati di nuovo su di me
"Il mio nome lo sapete, mi sono trasferita da poco qui a Roma per motivi famigliari, ho 16 anni e niente." la prof mi sorrise e cominciò la lezione.
"Ciao Anna io sono Daniela" mi sussurrò la ragazza vicino a me
"Piacere" le dissi sorridendo poi aggiunse
"Sono Daniela, ho 16 anni, vivo a Roma da un anno, dopo se hai voglia ti faccio fare un giro per la scuola" io annuii.
La lezione di francese passò velocemente come le altre prima della ricreazione, Daniela mi prese per mano e mi costrinse a seguirla davanti alla macchinetta dove c'era qualunque cosa, partendo dalle patatine al tabacco, lei infilò un paio di euro e comprò due pacchetti di oreo, un pacchetto di patatine, tabacco e cartine
"Adesso andiamo sotto, va bene?" mi guardò
" ho bisogno di fumare " le dissi facendole vedere il pacchetto di Marlboro, lei mi sorrise e scendemmo sotto, appena uscimmo lei si rollò una sigaretta e la accese, poi aprì gli oreo con la sigaretta in bocca
"Allora? Parlami di te" mi disse porgendomene uno, lo afferrai e dopo avergli dato un morso la guardai e le domandai
"Cosa vuoi sapere di preciso?"
"Bho, hai fratelli? Sorelle? I tuoi sono divorziati? Non lo so fai tu" mi rispose buttando fuori il fumo e dando un morso ad un oreo.
"Ho due fratelli Edoardo e Marco, Marco ha 19 anni, Edoardo ne ha 18. No, non sono divorziati, mio padre è morto di tumore quando io avevo 5 anni, vuoi sapere perché ci siamo trasferiti?" le risposi tutto d'un fiato
"Cazzo, mi dispiace, non volevo. Se vuoi dirmelo sennò non fa niente." mi rispose Daniela
"Certo, non è tragica la motivazione, mia mamma e mio fratello, Marco, avevano bisogno di un lavoro e dove stavamo noi non se ne trovavano e quindi siamo venuti qui." accesi la sigaretta mentre parlavo e poi guardai Daniela
"Ah ho capito"
"Ora tocca a te Daniè, raccontami di te" le dissi
"Bhe che dire, ho un fratello, Giuseppe, e una sorella, Ilaria, 19 e 26 anni, i miei non sono divorziati e mi sono trasferita qui, un anno fa, per lo stesso motivo tuo. Non mi ero trovata bene perché mi snobbavano tutti, ma poi piano piano ho fatto amicizia con la gente di qui" dopo aver finito la sigaretta entrambe rientrammo in classe.
Le altre due ore passarono molto velocemente e quando uscii da scuola Anita mi stava aspettando davanti ai cancelli per tornare ai parcheggi degli autobus, io, Daniela ed Anita ci salutammo e ognuna entrò nel proprio autobus.

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