capitolo 1

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Eccola qui, la Russia, la grande regina delle terre. Qui gli ambienti sono molto diversi: c'è quello mite, quello freddo e quello completamente congelato.
La nostra storia si ambienta nella zona mite, vale a dire da Mosca in giù, ma i nostri personaggi sono tutt'altro che miti...

- Ora o mai più! - urla Atrenzjievic. - Dobbiamo essere determinati più che mai per far sì che riesca il colpo! -
Nella sala l'aria si fa pesante.
- Ma signore, l'esercito imperiale ultimamente si è duplicato, a Mosca le ispezioni delle case sono ormai a quattro volte al giorno, la polizia è ovunque! Pietro grado ha duplicato l'esercito fino al confine di Lievitz. L'unica è aggirare il Volga se vogliamo attaccare il palazzo, le mura posteriori sono spesse ma non impenetrabili. - Il socio più fidato di Atrenzjievic sembra più preoccupato che incoraggiante.
- Uhm... Molto bene, facciamo così: compagno Lementrov! Tu da domani sarai nelle sale del trono, ti infiltrerai e ci dirai ogni mossa dello zar. Viaggerai di notte -
- Peccato che le guardie fanno i turni anche di notte... - ribatté Lementrov irritato.
- Capo... Io sarei più propenso a dire che bisognerebbe attaccare prima Pietro grado e corrompere il governatore che c'è lì, poi andare finalmente a Mosca e spazzare via l'esercito imperiale. Solo allora la Russia sarà nostra...- propone un altro socio.
- Oh certo carissimo compatriota, andiamo lì e chiediamo " scusate vorremmo parlare col governatore... Sapete, presto la Russia sarà nostra e conquisteremo Mosca e già che ci siamo anche la Siberia, sa com'è quando uno ha sete di potere..." ZACK! Mozzata la testa a tutti. Ooooh!!! Sveglia compagno! Scendi sulla terra una volta ogni tanto e smettila con le tue divagazioni filosofiche! -
- Domando perdono, capo. - risponde il socio nascondendosi.
- Tempo scaduto compagni, non temete, la vittoria questa volta ce l'avremo in pugno. Siete congedati. - dice infine Atrenzjievic.
Tutti escono dalla sala mentre Atrenzjievic si alza, accende un sigaro e si affaccia alla finestra pensieroso: sa di dover sacrificare molti dei suoi compagni in quest'impresa...


- Buongiorno vostra altezza! - saluta il maggiordomo dello zar.
- Buongiorno a te caro Trevic. - risponde il sovrano - Come proseguono le ispezioni? Novità? Progressi? -
- La polizia ha effettuato la prima ispezione della giornata altezza, ma quei topi si nascondono davvero sottoterra, non riusciamo a trovarli; ma credo sia meglio allargare le ricerche anche nella foresta al di là del Volga, là c'è un castello ormai in rovina e... -
- Non se ne parla. Nessuno può sopravvivere all'inverno in quel buco ormai, non è altro che un cumulo di pietre. -
Lo zar scende le scale ed entra nella sala delle udienze: ad attenderlo sono i capi dell'esercito imperiale e il generale dei cosacchi, in piedi con un leggero inchino della testa all'ingresso del sovrano.
Il re ordina di sedersi e prende la parola - Miei compagni di sangue! Sono lieto di vedervi, che notizie mi portate? -
Il generale dei cosacchi si alza e risponde. - Mio re, abbiamo aumentato la sorveglianza nella piazza centrale di Mosca, ogni vicolo ha almeno cinque cosacchi a testa, il corso sud del Volga è stato arginato da entrambi i lati e abbiamo piazzato altre guardie. I campi coltivati sono stati recintati, la cavalleria è aumentata e si è potenziata... Nonostante questi progressi, eccellenza, la feccia di Joseph Atrenzjievic non è stata ancora scovata. Mi domando se quelle pesti si siano davvero rifugiati in tunnel subacqueo perché a questo punto non so davvero dove sbattere la testa... Necessitate di una flotta imperiale altezza? -
Lo zar lo guarda perplesso: - No generale, la flotta non c'entra... Non abbiamo cercato abbastanza, non possono sparire e riemergere senza che ce ne accorgiamo. -
Il generale lo guarda preoccupato - Vostra altezza, ditemi voi allora dove cercare... Comandate e sarà fatto... Io sono davvero a corto di idee... -
- Generale... Anch'io sono in difficoltà, ma una cosa è certa: se quella feccia vuole tentare la Russia, ebbene ella non li perdonerà. -
Uno dei capi dell'esercito si alza e prende la parola - Maestà, secondo me le nostre ricerche sono più ristrette che inefficaci: vedete, Mosca è completamente sorvegliata da cima a fondo, gli uomini di Atrenzjievic li avremmo già trovati da un pezzo se si nascondessero davvero qui. Io suggerisco di espandere le nostre ricerche anche a Pietro grado e nelle cittadelle accanto. Quei mascalzoni potrebbero essere lì più che qui, hanno anche più vantaggi di essere al sicuro, sapete che quella città è dotata di caverne sotterranee... Per me è conveniente parlarne anche con il governatore di Pietro grado. Se non si trova neanche lì, vuol dire che si sono trasferiti in Siberia... Ma prima o poi torneranno... In Siberia o si è attrezzati come si deve o si muore. -
- Va bene capitano, faccia quello che ritiene giusto. -
Poi lo zar, piuttosto seccato, scioglie la seduta.
Dopodiché convoca il maggiordomo - Trevic! - chiama - Come mai non ho visto quel volto da me tanto amato nella seduta? Dov'è il mio ragazzo? - Trevic scoppia a ridere. - Oh, vostra altezza, conoscete Vladimir, è una spietata macchina da guerra, dove c'è caos va e risolve tutto. Vedrete che questo pomeriggio tornerà con qualche trofeo... -

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