Corro verso di lei, cercando di chiudere la cartelletta e nascondere i fogli al suo interno, ma riesce a prenderne in mano quattro o cinque e ad allontanarsi dalla scena del crimine.
-Ehi, ehi!
Le intimo, avvicinandomi con la mano tesa per farmeli ridare. Alis non stacca gli occhi dai disegni, continuando a sorridere e a camminare per la stanza, come avesse trovato delle informazioni compromettenti da non lasciarsi scappare. Mi avvicino di soppiatto, ma al momento di riprendermi gli schizzi alza il braccio verso l'alto, così che io non ci arrivi più.
-Oh, ma dai! Me lo facevano quando avevo 10 anni questo scherzo; e per la cronaca si chiama "bullismo".
La ammonisco con fare scherzoso, indispettita. Sembra divertirsi a giocare, fin quando si blocca rivolta al suo letto, dandomi le spalle. Io resto tra lei e la stufa, che continua imperterrita a tintinnare dietro di me.-"Comoda"?
Le sento chiedere, a bassa voce. Non credo di aver capito bene cosa avesse detto, fin che non si gira verso di me con aria lusingata e stupita allo stesso tempo, mostrandomi il disegno del pullman.
"Avevo scritto 'Comoda' sul bordo del foglio..."
-Ridammelo!
Le grido, lanciandomi all'inseguimento di quel briciolo di orgoglio che ancora mi rimane. Alis abbandona gli altri fogli sulla sedia insieme alla cartelletta mimetica e al ritratto che le avevo fatto, copiando la sua foto di whatsapp. Li lascia tutti, tranne quello. Se lo tiene stretto, continuando a scappare da me, fin quando per fermarla le metto le braccia intorno alla vita. Avrebbe abbastanza forza per prendermi in spalla e buttarmi fuori dalla finestrella che dà sul giardino -che, per mia fortuna, ha però le sbarre-.
Invece lascia il foglio insieme agli altri, mi prende per le gambe e per le braccia, e mi lancia sul letto come un salame. Mi giro a pancia in su, issandomi sui gomiti, quando mi ritrovo a venti centimetri dal suo viso.
Perdo un battito, prima che il cuore cominci ad accelerare improvvisamente.
-Cosa c'è?
Chiede a voce bassa, sdraiandosi accanto a me, ed avvicinandosi al mio volto. Mi spinge delicatamente le spalle sul materasso, piegandosi sopra di me e appoggiandosi sul gomito.
-Pensi io sia comoda?
Sussurra in tono sensuale, avvicinando la bocca al mio orecchio.
-Pensi questo, piccola..?
"Piccola". Al suono di questa dolce parola, uscita dalle sue labbra, mi sciolgo come un ghiacciolo al sole. Sento il corpo bollente, e il batticuore non accenna a lasciarmi in pace. Non riesco a dire niente, e tanto meno a fare qualcosa, bloccata da quegli occhi di ghiaccio.
"Cosa mi stai facendo, ragazza?"
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You are my Once upon a time.
Misteri / ThrillerDue ragazze. Una piccola, grande storia d'amore. Un tatuaggio. Un omicidio. Tutto nasce da un colpo di fulmine. Perché la vita è un baratto: Dai tutta te stessa, e avrai il più grande degli amori, o la più terribile delle sconfitte.