Capitolo 1

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Si risvegliò. In mezzo al campo di battaglia.

Sangue. Sangue dappertutto: sulle sue mani, sui suoi vestiti, sulla sua spada.

Sospettava che ci fosse sangue anche sul suo viso.

Alzò appena lo sguardo. Solo cadaveri. Cadaveri sui quali si avventavano corvi famelici pronti a banchettare.

La puzza delle carcasse era talmente forte che, al confronto, la merda di cavallo è nettare divino.

Aveva la sua spada, Ganduvrill, ancora tra le mani; sulla sua spalla sinistra affondava una freccia angelica. La tirò via. Ricordava bene il materiale di cui erano fatti quei maledetti dardi. Fu lui il primo a produrle, finché non prese parte alla grande rivolta avvenuta in Paradiso.

Diecimila schiere angeliche guidate da Michele, contro le altrettante comandate da Lucifero.

Fu uno scontro totale. Guerra aperta su tutti i fronti, sia in cielo che in Terra.

Il confronto durò anni, finché loro Padre non decise di fare la propria mossa, spedendo tutti i rivoltosi nell'angolo più buio del mondo, costringendoli alla ritirata, in attesa di pianificare la propria vendetta.

Lui era uno di loro, Uriel, uno dei tre angeli secondi solo a Lucifero.

Tentò di alzarsi. Le sue gambe tremavano per la troppa fatica.

In lontananza la vide, era lì splendente al sole. Gerusalemme.

Edificata sulla morte, meretrice accogliente verso la quale sarebbe diretto diretto.

La spada era pesante. Eppure non poteva separarsene.

Impiegò molta energia per alzarsi, la sua fidata Ganduvrill lo sorreggeva. Ne ha viste di battaglie quella lama che, se avesse potuto parlare, si sarebbe rivoltata contro di lui per quante volte l'aveva intinta nel sangue dei suo nemici.

Camminare sotto il sole cocente era un'impresa ardua, farlo con la sua armatura addosso lo era ancora di più. Per questo decise di liberarsi di ogni pezzo inutile e rimanere con solamente la veste e i pantaloni.

Iniziò a sentirsi più libero.

Appena mi voltò per incamminarsi li vide arrivare fieri, sui loro destrieri corazzati pronti alla guerra. Il loro stemma era una croce rossa su sfondo bianco. Lo notarono, non poteva più fuggire.

"Chi sei?" gli domandò il primo cavaliere, quello alla testa del piccolo contingente.

"Gadreel è il mio nome –mentì poiché avrebbero potuto tradirlo in futuro nel caso avessero conosciuto il suo vero nome- Vengo da lontano. Combatto sotto lo stendardo di Rinaldo di Chatillon".

"Valoroso devi essere giovane guerriero se combatti sotto quel dannato –disse il più imponente di tutti –valoroso o avventato".

Non fece in tempo a rispondere quale delle due fosse l'opzione giusta che perse i sensi e cadde al suolo.

Quando si riprese era steso su di un letto soffice ma fetido.

La spalla gli doleva. La ferita causata dalla freccia si era riaperta.

"Finalmente sei sveglio" disse una voce al suo fianco "Hai dormito per due giorni consecutivi, sembravi quasi morto". A pronunciare queste parole era stato uno dei templari che aveva incontrato sul campo di battaglia. Era alto, biondo, fisico temprato dalle battaglie e portava una leggera barba che gli si arrampicava sul viso. Il suo volto era solcato da innumerevoli cicatrici. Testimoni delle lotte che aveva vinto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 02, 2016 ⏰

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