Incontro

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Tornai a casa con un viso pallidissimo. Non avevo toccato cibo quel giorno, e avevo un aspetto orribile. Presi il mio pc portatile, aprendo quasi subito Tumblr. Avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno, e Justin aveva affermato che potevo contare su di lui. Gli inviai un paio di messaggi, ma non arrivò nessuna risposta. Mi rassegnai andando verso il letto ed allentare la tensione in un pianto liberatorio. Quando mi fui calmata un po', sentì il familiare squillo di Skype. Era Justin! La accettai subito. Rimase sbalordito dal mio aspetto orrendo.

<<Qual'è il tuo indirizzo?>>

<<Cinquantottesima strada. Numero settantasette>> risposi secca. Sapevo che sarebbe venuto, e ne avevo bisogno. Dannatamente bisogno.

Staccò la chiamata dichiarando che nel giro di pochi minuti me lo sarei trovato davanti. Non immaginavo il nostro primo incontro così prevenuto... e neanche con un aspetto a dir poco orribile. Sentivo un capogiro e, se non avrei preso subito acqua e zucchero, sarei crollata. Il campanello suonò, ed io andai ad aprire. La zia non c'era. Voleva passare la notte in ospedale. Lo volevo anch'io, ma ha insistito a tal punto da mandarmi via a calci caricandomi su un taxi scadente. Andai ad aprire, cercando di sistemarmi i capelli, ma non ci riuscì un granché.

<<Ciao, Juss>>, lo salutai esaminando il suo corpo.

<<Ehi, finalmente posso toccarti>>. Queste furono le uniche parole dette.

Si avvinghiò al mio corpo, sfiorandomi le labbra. Erano così morbide... prese il mio corpo e sali le scale. Io ero depressa, confusa ed eccitata al tempo stesso. Mi lasciò delicatamente sul letto, sfilandomi i vestiti lentamente. Dalla maglia ai calzini, e sorrideva mentre lo faceva. Non ero spaventata, anzi. Avevo ritrovato il sorriso anch'io quando capii che voleva far sfogare le mie oppressioni attraverso il sesso. Ero consapevole che lo avrei visto solo quella notte e mai più, così ci misi tutta me stessa per togliergli i vestiti in modo seducente, tracciando delicatamente i suoi addominali scolpiti. Si mordeva le labbra quando lo facevo, e piaceva anche a me provocarlo in un modo così sfacciato.

Tracciò il mio corpo con la lingua, facendomi gemere di piacere. Era da un pezzo che non sentivo sensazioni del genere. La pelle bruciava sotto il suo respiro affannoso e i suoi baci famelici. Accarezzai i suoi addominali scolpiti, e di tanto in tanto tracciavo percorsi con la lingua. Invertì la posizione portando il mio corpo su di lui. Sentivo la sua erezione premere contro il clitoride, e morsi l'interno della guancia facendo scappare qualche gemito. Sorrise. Il suo sguardo scintillava di desiderio, e le sue mani toccavano i miei fianchi. Mi abbassai gustando di nuovo quelle labbra color fragola, aumentando l'intensità di volta in volta. Le sue braccia avvolsero la mia schiena e mi muoveva avanti e indietro contro di lui. I miei seni duri accarezzavano il suo petto, e le mie gambe strusciavano contro il suo pene.

Stavamo bruciando di passione, e i baci sul collo erano praticamente ardenti come lava. Mi penetrò, piano, e mi guardava negli occhi mentre lo faceva. Era così bello... anzi, bellissimo. Urlai di piacere quando era dentro. Iniziavamo a muoverci prendendo poco a poco il ritmo. Intanto lui, leccava le mie spalle ed il collo, aumentando l'intensità. Di volta in volta che aumentava dava un piccolo schiaffo ai miei glutei, appoggiando le sue mani lì. Mi muoveva su e giù, ed era così... wow! Arrivammo al culmine emanando urli da parte di entrambi. Esausta, io mi addormentai abbracciata al suo corpo con un sorriso stampato in faccia, mentre lui appoggiava il capo sulla mia spalla.

Il giorno dopo suonò la sveglia. Mi alzai e, per niente sorpresa, trovai il mio letto vuoto. In fondo... doveva andare così, ed io sapevo che la notte prima era solo un bellissimo errore. Ero consapevole che andava a finire in questo modo, ma faceva comunque male. Stavo per avere un rapporto di amicizia ed ora non lo era più. Prima o poi sarebbe comunque finito con questo ma almeno avevamo qualcosa che ci legava. Invece in quel momento... beh, non avevamo praticamente niente in comune. Eccetto un passato doloroso. E per me anche il presente era così.

Mi alzai e scesi al piano inferiore, sperando di trovare la zia. Era al tavolo con un bicchiere di latte in mano.

<<Zia... come sta?>> le chiesi sedendomi accanto a lei.

<<È incerto, ma dicono che presto si sveglierà. Lui è un uomo forte>>, mi rispose con un debole sorriso. Doveva resistere anche lei per tutte e due.

Mi preparò una tazza di latte e cereali, non avevo voglia di mangiare ma la fame ebbe la meglio. Infatti, ne divorai ben tre! Avendo perso quasi tutto, decisi di navigare in internet, facendo ricerche per l'esame di inglese che sarebbe giunto tra una settimana. Il mio cellulare vibrò, il numero non lo conoscevo. Non era esistente nella lista della mia rubrica, ma qualcosa mi diceva di rispondere. La vocina nella mia testa era contrariata, e non sapevo se dare ascolto alla curiosità o alla ragione.

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