Pink Princess

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Pink Princess.

Taehyung ricorda Seokjin con affetto ed un pizzico di curiosità: lo ricorda come una figura costante nei propri anni di scuola materna ed elementare, poi trasferitasi a Tokyo e dunque "dimenticata".

Dimenticata tra virgolette perché, Kim Taehyung, non ha in realtà mai smesso di ricordarsene.

Nonostante la lontananza ed il pensiero a sfiorargli la mente sempre più di rado, lui ogni tanto lo rimembra comunque quel bambino un po' buffo, la Principessa Rosa come lo chiamavano tutti, il suo migliore amico solito confidargli ogni segreto.

Ad esempio, ricorda come gli facesse paura quell'illustrazione a pagina quattordici d'un libro sui mostri di fango, il quale ogni tanto sfogliavano in casa; ricorda com'erano soliti costruirsi "capanne" con qualsiasi materiale a loro disposizione e ricorda persino quella volta in cui avevano bevuto il profumo di sua madre perché —se ha un odore così buono, di certo sarà squisito.

Ed invece era stato orribile, ma non è tanto quello l'aneddoto a cui pensa quando lo scorge in lontananza: lui in quel momento se lo rivede davanti allo specchio, intento a stendersi un velo di rossetto sulle labbra durante un pomeriggio d'estate.

Di Kim Seokjin, ha anche quel tipo di ricordi.

«Che fai?»

Taehyung è curioso.

E' certo di non avere mai, mai, mai visto prima d'ora un maschio fare una cosa del genere: il suo amico è il primo e non sa bene cosa gli passi per la testa.

«Vedo come mi sta» glielo dice con naturalezza, dunque Taehyung pensa sia naturale. Pensa che in fondo non è vero ciò che spesso gli dicono i suoi compagni – che Seokjin è strano, che gli piacciono solo le cose strane e che lui è ancora più strano a trovarcisi bene. Perché è tutto così normale in quella stanza, mentre Jin cancella con l'indice una sbavatura di rosso dalla propria bocca, gli sorride attraverso il riflesso e gli chiede di provare anche lui a vedere se gli dona.