Caro Tom...

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Era il suo primo giorno di scuola a Hogwarts e Ginny Weasley non vedeva l'ora di iniziare il primo anno. Aveva imparato tante cose dai suoi fratelli ma aveva sempre sognato di seguire una lezione della McGranitt o del professor Vitious, di passeggiare per i corridoi e partecipare ai banchetti nella Sala Grande.

Sul treno, la mattina del primo settembre, il cuore le batteva all'impazzata. Conobbe vari studenti che, come lei, erano ansiosi di vedere Hogwarts con i loro occhi. Il lungo viaggio sembrò durare pochi attimi, fra dolci e risate. Non vide nessun volto conosciuto e colui che sperava di incontrare non arrivò, nonostante lo avesse visto poche ore prima. Non incontrò nemmeno i suoi fratelli ma, avendoli accanto da tutta la vita, sperava di avere finalmente del tempo per sé.
L'enorme castello la impressionò molto e, quando la McGranitt finì il suo discorso, le porte della Sala Grande si spalancarono davanti ai suoi occhi increduli. Il soffitto sembrava un cielo stellato ed era disseminato di candele fluttuanti. Nonostante fosse cresciuta circondata dalla magia la bambina era sempre stupita da questi piccoli prodigi.
Lungo il tavolo di Grifondoro Ginny notò i suoi fratelli che la salutavano agitando le mani ma l'assenza di Ron non passò inosservata. Il ragazzo era al secondo anno e, per sua grande fortuna, era il migliore amico di Harry Potter. Ginny ammirava il Prescelto e aveva sempre desiderato conoscerlo.
Le sue riflessioni furono interrotte dal cappello parlante che chiamò il suo nome. Senza esserne sorpresa fu smistata in Grifondoro e andò a sedersi accanto ai suoi fratelli al tavolo gremito. Harry e Ron non si videro per tutta la durata del delizioso banchetto ma la preoccupazione per loro passò in secondo piano quando ai ragazzi fu chiesto di dirigersi verso i rispettivi dormitori.

Percy li guidò attraverso un labirinto di scale e corridoi, illustrando le meraviglie del castello. Le scale si muovevano, diffondendo l'eco dei loro spostamenti e sovrastando il vocio degli studenti. I quadri chiacchieravano fra loro, accompagnando i ragazzi fino alla loro destinazione.
La Sala Comune di Grifondoro era magnifica. Tutto era rosso e oro e i loro bagagli erano già sui rispettivi letti. Dopo aver mangiato quel cibo squisito i giovani del primo anno erano sazi e assonnati ma in molti presero posto sui divani e sulle poltrone della sala godendosi la quiete prima dell'arrivo degli studenti più grandi. L'atmosfera era tranquilla e rilassata: il fuoco scoppiettante diffondeva il suo calore, i pezzi degli scacchi si muovevano con dei fruscii e alcuni quadri russavano sommessamente. Ginny, però, preferì sottrarsi a quel chiacchiericcio rimanendo nel dormitorio.
Si stese sul suo letto e decise di sfogliare i libri che aveva portato con sé. Aprì il baule e, fra i volumi, ne notò uno sottile con la copertina in pelle marrone un po' rovinata.
Non lo aveva mai notato prima, così lo aprì. Tutte le pagine erano ingiallite e leggermente rovinate dal tempo ma non c'era traccia di scritte. Sulla copertina c'era un nome: "Tom Riddle".
Ginny pensò che fosse un diario che le avevano regalato i suoi genitori per il primo giorno a Hogwarts. Usato, come tutto il resto delle sue cose.
Ma fu felice del pensiero.
Decise di scrivere subito, per ricordare quella giornata. Non appena scrisse la prima frase: "Ciao, io sono Ginny", essa sparì, riempiendo di stupore la ragazza.
Al suo posto comparve un'altra scritta con una grafia elegante e antica: "Ciao Ginny, io sono Tom Riddle."
Lei sorrise. Non si sarebbe mai aspettata che fosse un diario magico.
Decise di scriverci tutto ciò che le sarebbe successo durante il suo primo anno a Hogwarts, chiedendosi chi fosse Tom Riddle. Credeva che il creatore del diario gli avesse dato il suo nome o, e questo pensiero la terrorizzò, un demone lo abitava.
Iniziò parlando della sua famiglia e del suo passato, raccontando dei propri fratelli senza però spingersi troppo in fondo. Anche Tom le rivelò qualcosa della sua vita, mostrandole alcune immagini che convinsero Ginny del fatto che non potesse essere un demone.
Ad un certo punto la ragazza si addormentò, con il diario ancora in mano.

Il mattino dopo, a colazione, vide Ron con Harry seduto accanto a lui. La ragazza si accomodò vicino ai gemelli che le raccontarono ciò che era successo la sera prima: suo fratello aveva rubato la macchina volante della loro famiglia, usandola per arrivare a Hogwarts. Non era stato espulso per miracolo.
Come a confermare le loro parole una lettera scarlatta atterrò sul tavolo, proprio nel piatto di Ron. Il ragazzo impallidì per poi arrossire fino alla punta delle orecchie, poi aprì timidamente la busta guardando i suoi amici in cerca di aiuto. La voce furiosa di Molly Weasley riempì la Sala Grande e tutti gli studenti tacquero, ascoltando curiosi. I rimproveri al giovane furono seguiti da un veloce saluto a Ginny, durante il quale il tono della donna si addolcì. Ron si alzò, con il viso dello stesso colore della Strillettera, e si allontanò con Harry e Hermione che cercavano di trattenere le risate.
Dopo la colazione, non appena ebbe un momento libero, la ragazza colse l'occasione per raccontare a Tom l'accaduto.

Le giornate a Hogwarts passarono senza ulteriori intoppi e Ginny iniziò a confidarsi sempre di più con il suo nuovo amico, visto che lui la ascoltava con pazienza e comprensione. I suoi fratelli, invece, erano troppo indaffarati per badare a lei. Harry e Ron avevano molti impegni, fra il Quiddich e le punizioni, mentre Fred e George si preoccupavano soprattutto di organizzare scherzi a Gazza. Percy, invece, era impegnato nei suoi doveri di prefetto e la sua unica preoccupazione era che tutti rispettassero le regole.
In quel poco tempo che aveva passato a Hogwarts la ragazza non era riuscita a farsi molti amici. Per questo spesso passava i pomeriggi a scrivere a Tom e a studiare, in modo da rendere fieri i suoi genitori.
Tuttavia ben presto i voti di Ginny iniziarono a calare e la ragazza provò dei vuoti di memoria. Un minuto prima era nella sala comune di Grifondoro che parlava con Hermione e poi si ritrovava in un'ala sconosciuta del castello, coperta di piume e vernice rossa. Questo fatto la terrorizzava a tal punto che decise di parlarne con qualcuno, credendo di essere pazza. Tom le consigliò di non rivelare i suoi timori a nessuno, dicendole che poteva trattarsi semplicemente di stanchezza oppure sonnambulismo e Ginny preferì ascoltare i consigli del suo amico per il timore di essere giudicata se avesse rivelato la situazione a qualcuno.

Harry Potter- Ginny e Tom RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora