Mi guardo mani, avambracci, pancia, ma ancora non trovo la ferita sanguinante. Sperando sia una zona coperta mi ripulisco le unghie con un fazzoletto e torno verso Alis, che mi guarda preoccupata.
-Che ha detto?
Chiede, alzandosi sui gomiti.
-Vengono a prendermi.
Le rispondo con tono duro, sedendomi ai piedi del letto. Lei mi guarda per qualche secondo, per poi mettersi a sedere con un sospiro.
-Non essere così fredda con me...
L'espressione triste, quasi ferita, sul suo viso. Non so se lo sta facendo per strapparmi un sorriso o se è veramente dispiaciuta per le mie parole. In ogni caso i suoi occhi da cucciolo mi sciolgono il cuore, così mi avvicino e le prendo una mano tra le mie.
-Non ho un buon rapporto con i miei...
Inizio, per poi raccontare delle liti, degli eventi che sono successi, come reprimo la rabbia in quei momenti nei quali mi sento implodere di aggressività. Alis mi guarda interessata, senza rispondere, con la testa storta e gli occhi concentrati su di me. Sa che devo sfogarmi, e mi lascia tutto il tempo che serve per riflettere e parlare.
-A volte non riesco a contenerla, e rischio di fare male a qualcuno...
Ricordo quando, pochi giorni fa, sono saltata al collo di Baldu per strangolarlo. Le racconto anche di questo. L'unica cosa che ometto sono i graffi che mi faccio da sola, quando sono impossibilitata -o voglio evitare- di far male a qualcun'altro; non riesco ancora ad aprirmi fino a questo punto.
Le dico che in condizioni normali sarei capace di difendermi. Ho fatto kung fu per diversi anni, ed ero una delle allieve che se la cavavano meglio -e quasi una delle uniche ragazze-. Purtroppo sotto i fumi dell'alcool, come quella volta al bar in cui mi ha salvata, non riesco a concentrarmi, a intuire cosa fare. Letteralmente non so neanche da che parte sono girata.Annuisce sorridendo, ricordandosi di quella sera, e questo fa sorridere anche me -anche se non ne ho motivo, dato che non ricordo un gran che-.
A un certo punto vedo il suo sguardo rigido e confuso posarsi sulla mia clavicola. "Che cos'ha ora...?" Mi inquieta quando fa così, non riesco a capire cosa diavolo le passi per la testa.
Mi guarda negli occhi, per poi avvicinare una mano, spostarmi i capelli dietro la schiena e afferrarmi la felpa e la maglia, con l'intenzione di toglierle con forza.-Ehi, che fai?!
Le chiedo, improvvisamente rossa in viso e col cuore a mille, opponendomi a quel trattamento barbaro.
-Stai sanguinando. Com'è successo? Prima non eri ferita.
"Oh no... Ecco dove mi ero graffiata mentre parlavo al telefono; in una zona che non potevo vedere."
-Io... E' tutto ok, non preoccuparti, deve essersi riaperta una vecchia ferita.
La liquido in fretta, correndo in bagno e chiudendo la porta dietro di me. Tolgo la felpa e la t-shirt per guardarmi meglio davanti al suo specchio. Ho la parte destra del collo e la spalla completamente arrossate. Sono graffi superficiali, per la maggior parte dovuti al nervosismo della telefonata. Due o tre sono invece causati dalla rabbia, e sono riusciti a farmi sanguinare. Inizio a pulirmi con l'acqua, quando sento la porta cigolare ed aprirsi.-Ti do una mano.
Bisbiglia Alis, posizionandosi alle mie spalle con del disinfettante e del cotone fra le mani. Mi giro verso di lei, dando le spalle al mobile in legno e al lavandino sotto di esso. Mi ravvia di nuovo i capelli sulla schiena, e preme delicatamente il batuffolo roseo di cotone sulla pelle ferita, dopo averlo intriso di alcool etilico. E' freddo e fa male a contatto con la carne lievemente lacerata, ma cerco di non ritirarmi. Non mi farò vedere vulnerabile ai suoi occhi.
-Ti faccio male?
Domanda con voce ferma e premurosa. "Sembra essere sicura di quello che fa..." mi ritrovo a pensare mentre la osservo lavorare, con gli occhi più grigi che azzurri, concentrati sul mio corpo. Ha un tocco delicato nelle mani, e il respiro calmo e rilassato, sicuro di sé.A quel contatto dolce e fresco abbasso lo sguardo, con il viso arrossato, e il cuore in frenetica palpitazione.
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You are my Once upon a time.
Tajemnica / ThrillerDue ragazze. Una piccola, grande storia d'amore. Un tatuaggio. Un omicidio. Tutto nasce da un colpo di fulmine. Perché la vita è un baratto: Dai tutta te stessa, e avrai il più grande degli amori, o la più terribile delle sconfitte.