Capitolo 9: Brandon.

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Mi svegliai. Ero estremamene terrorizzata. Quel giorno non volevo andare al mare, volevo stare in casa anche se la voglia di rivedere Albi era forte. Con la scusa di stare poco bene chiesi a Silvia se potevo stare a casa.

-No! Vedrai che al mare ti riprenderai! E poi non to posso lasciare da sola, non ne ho alcuna voglia!-

-Ok..-Dissi alla fine sconfortata.

Andammo al mare.. Salutai gli altri, non tolsi i vestiti e mi sdraia sullo sdraio, diedi le spalle agli altri, chiusi gli occhi e cercai di dormire senza pensare a quel ragazzo che mi faceva andare in delirio.

Feci finta di dormire e dopo un' oretta circa feci finta di svegliarmi.

-Eccola si è svegliata...FINALMENTE!-Disse Bruna..-Albi si chiedeva se andavi con lui su un pedalò-

Verranno anche Omar e Enrico con voi!- -Oh...Okkei!- Dissi un pò delusa.

Andammo parecchio lontani dalla spiaggia.

-Chissà quanto sarà profondo qui.-Chiesi fissando il mare sotto. -Facciamo una prova?!-disse Alban

-Certo! Tuffati e io ti guardo da sopra.- -Okkei.-

Si tuffò io mi sporsi per vederlo da sopra. Vedevo il mio riflesso sull' acqua, ma non vedevo più Albi.

Passarono 2 minuti circa, o almeno così sembrava. Non lo vedevo, era ancora sott' acqua. Poi a galla vennero delle bolle.

Incominciai a preoccuparmi. Era da troppo tempo in acqua. Una mano spuntò dall' acqua, afferrò il mio braccio e mi portò sotto l' acqua. Urlai dalla paura e la bocca mi si riempì di acqua salata.

Ritornai a galla insieme a Albi.

-Ma sei scemoo?-Gli urlai.

-No: sono Alban! Non arrabbiarti era un piccolo scherzetto.-

-Ah- Ah- Ah! Davvero molto bello!-

Ritornai sul pedalò. Lui rimase in acqua.

-Ma come hai fatto a stare sotto per così tanto tempo?.-

-Si chiama apnea.-

-E grazie, ma neanch' io riesco a stare così tanto tempo in acqua.-

-Chi vuole tuffarsi?-Chiese ai bambini.

-Io! Io! Io!- Gridò suo cugino.

-Okkei prima dammi la mano che ti tengo e non rischiamo che ti ammazzi!-Disse sorridendo.

Aveva un sorriso magnifico, bagniato era semplicemente stupendo e poi sapeva trattare i bambini con tanta tenerezza, cosa che io non sapevo minimanete fare.

Passò 1 ora, invace noi il pedalò lo avevamo affittato per una mezz' oretta.

-Se il proprietario ci dice qualcosa perchè abbiamo tenuto il pedolò più tempo voi andate avanti che ci penso io.-

-Okkei.- E come non detto il proprietario lo fermò per parlargli.

Io e i bambini andammo avanti. All' ombrellone c' erano tutti.

Davanti a me c' era ancora quel ragazzo. Quello che mi continuava a fissare da un pò di tempo. Andai da lui.

-Ma che cavolo hai??- Dissi stra incazzata.

-Cosa dovrei avere?-

-Perchè continui a fissarmi cazzo!!-

-Sei carina! non posso?- chiese sorridendo -No! odio essere fissata!-

-Che succede Brandon?- Chiese Albi a quel tizio.

-Vi conoscete?-

-Sai, com è.. è mio amico!- -Oh...Scusami!-

-Vai tra!-disse Brandon.

-Ne approfitto per presentarvi! Brandon lei è Nat; Nat, Brandon!-

-Piacere- disse porgendomi la mano per stringermela. -Piacere mio-

-State da noi un pò?.- Ci invitò ad andare a passare il pomeriggio nel suo ombrellone poco distante dal nostro.

-Ma Alban..alla fine cosa ti ha detto il proprietario del pedalò?-

-Ma nulla...ha detto che per questa volta ce la fa passare.Ahaha-

Brandon aveva 15 anni e mezzo Aveva una sorella maggiore di 17 di nome Brenda e un fratellino di 11 di nome Daniel.

In quel lungo pomeriggio rimasi sbalordita dalla storia di Brandon e di quello che aveva passato nella sua infanzia.

-"Vedi...quando Daniel aveva appena 4 anni mia madre è morta.."-Disse triste.

-Mi dispiace..se vuoi puoi anche non raccontarmelo se ti fa stare male!-Dissi.

-No, non ti preoccupare... Comunque...quando mia mamma rimase incinta di Daniel mio padre non lo accettò.

Incominciò a picchiare brutalmente mia madre e Daniel naque con dei problemi alla gamba sinistra. Mia mamma entrò in depressione, non usciva mai di casa e un giorno dopo l' ennesima litigata mia mamma si sentì morire e la portammo all' ospedale. Un "grave trauma cranico", così l' hanno definito i medici. Dopodichè entrò in coma e qualche giorno dopo morì. Nessuno sà di questa storia. I familiari di mia mamma sono tutti all' estero e noi ci ritroviamo a vivere con mio padre che ha preso tutte le precauzioni per evitare ogni tipo di fuga da casa. Ha messo telecamere, uomini alti 2 metri sulle porte dei cancelli, raramente ci fa uscire. Dioccaro, peggio del carcere.-

Rimasi a bocca aperta dalla sua storia. Come poteva un uomo essere così ripugnante?. Essere talmente senza cuore da picchiare una donna incinta?.

-Scusa Brandon ma, hai parlato di guardie, telecamere...ma come fa tuo padre?-

-Nel senso dove trova tutti quei soldi per metterci le guardie del corpo? Bhè è semplice..mio padre è un pugile e guadagnia molto bene..ma non servono a un cazzo i soldi se non hai una madre al tuo fianco.-

Mi alzaì e lo andai ad abbracciare. Volevo esserle di conforto, dargli una mano poichè era evidente che anche se erano passati molti anni ci soffriva ancora parecchio.

La sua ferita era ancora aperta e faceva fatica a cicatrizzarsi, volevo essergli di aiuto. ®

Il Valore Della Vita (Completa) [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora