Presi il cellulare di Luke che aveva in tasca e chiamai un' ambulanza.
Diedi loro la via usando quel poco inglese che sapevo e cercando di trattenere la calma.
Dopo qualche minuto arrivarono.
Caricarono Luke su una barella che misero sull' ambulanza.
Sallii insieme a lui, una dottoressa gli mise una mascherina sulla bocca per farlo respirare e intanto gli medicava le ferite.
Il rumore assordante dell' ambulanza di ripeteva all' infinito, un rumore insopportabile, che mi riportava alla mente tanti ricordi: Mirko, il bacio sulla terrazza dell' ospedale..e Alban.
Non lo sentii più da quella sera. Quel vigliacco non si fece vedere ne sentire, ma non mi importava più di tanto, ora tutto il mio pensiero era concentrato solamente su Luke
.Lo fecero scendere dall' ambulanza e lo portarono in sala operatoria. I medici correvano, mettendomi in agitazione.
Io tenevo la mano di Luke, che mi guardava con gli occhi socchiusi, straordinariamente ancora pieni di luce.
I medici mi fermarono sulla porta e mi dissero di aspettare. La mia mano e una piccola parte della manica della mia felpa nera rimase imbrattata del suo sangue.
Pregavo che non sentisse più dolore. Tutti i dolori che Luke provava mi sembrava di sentirli sulla mia pelle, perchè se lui stava male, io stavo male il doppio.
Non ero sola, il senso di colpa mi assaliva e mi faceva compagnia ogni secondo che passava, ogni attimo che pativo quella straziante tortura che sembrava quasi senza fine.
Aspettai.
E aspettai ancora.
Mi sembrava che stessero passando intere giornate.
Un minuto mi sembravano una dannata giorntata, ma il cuore si riempì di gioia quando vidi Luke uscire dalla sala operatoria. Dormiva, ancora sotto l' effetto dell' anestesia.
Che bello che era. Una creatura che ogni volta che ammiravo mi sebrava di ammirare per la prima volta, come ad un bambino brillano gli occhi alla vista del "furgoncino del gelato".
La stanza che gli assegnarono era molto piccola, mi dissero che nella stanza di Luke ci sarebbe stata un' altra paziente.
Il secondo letto non c' era. Probabilmente la paziente della nostra stessa stanza in quel momento stava subendo un intervento, ma la cosa che mi sorprese più di tutte fu che nella stanza non c' erano i parenti di questa paziente ad aspettarla dopo l' operazione.
Presi una sedia. Mi sedetti di fronte a Luke, gli presi la mano e appoggiai la testa sul letto.
Era tardi, io stanca, decisi di dormire ma dopo qualche ora di sonno mi svegliai, a causa di alcuni rumori.
Era buio. Intravidi una figura nella stanza. Mi alzai e accesi la luce.
Era una ragazza, 14enne, capelli biondi lunghi fino alle spalle, viso pallido e stanco, camminava grazie a delle stampatelle.
-Ti serve aiuto?-
-No.- Disse con aria scocciata. Si notava molto che era in difficoltà.
-Avanti, dove devi andare che ti accompagno?-
-Dalla dottoressa, il piede mi sta facendo impazzire.- Abbassai lo sguardo, aveva il piede ingessato.
-Ritorna a letto, la vado a chiamare.-
La dottoressa le diede degli antidolorifici.
-Grazie.-
-Di nulla, come ti chiami?- -Valentina.-Rispose la ragazza.
-Piacere Natasha. Cosa ci fai qui da sola?-
-Sono da sola perchè i miei sono morti da molto, vivo con mio zio ma se ne infischia altamente di me. Mi sono fatta male cadendo dalla moto.-
-Capisco, mi dispiace.-
-Ho imparato a conviverci.-
-Con cosa?-
-Con la compassione che gli altri provano per me: "Oh, povera ragazzina orfananella abbandondata da tutti! "..Ma per favore!- Disse girandosi su un lato del letto dandomi le spalle.
-Beh, buonanotte allora.- Dissi. ®
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Il Valore Della Vita (Completa) [IN REVISIONE]
RomantizmMi chiamo Nat, ho solo 17 anni e quella che vi sto per raccontare e la mia storia! Nell'estate del 2012 sono partita per (Albania, paese d'origine di mamma, per passare le vacanze estive. Tutto succede nella mia vita e nulla deve essere per sconta...