Capitolo 37: Please don't cry, tonight.

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Si butta in ginocchio. Poi si accascia per terra, le sue energie si spengono, lo sento, o meglio non le sento più.

E intanto il suo corpo incominciava a contornarsi di un liquido di colore rosso, e intanto la luce faceva splendere i brillantini ancora rimasti tra i capelli.

Presi il cellulare, chiamai un' ambulanza. Perchè lo feci?

Non lo so ancora oggi, ma in cuor mio sapevo che non avevo altra scelta, non riuscivo a lasciarlo morire.

Mi vestii prima che arrivassero e incominciai a correre via. Non sapevo dove mi trovavo, ma sicuramente non ero molto lontana dal luogo dove si era tenuta la festa.

Uscii, il freddo mi stava congelando e i tacchi peggioravano le cose. Li presi in mano e mi avviai da qualche parte scalza, senza sapere dove stavo andando.

Mi fermai di colpo. Incominciai a sentire della musica, probabilmente quella della festa. Ascoltando attentamente cercai di avviarmi verso dove proveniva quel suono, a quel punto sarei stata capace di ritornare a casa.

Casa?

Stupida, te ne sei già andata da un pezzo da casa tua!... Alex!

La chiamai sul cellulare, ma squillava a vuoto. Se la staranno scopando già da un pezzo. pensai.

Dove potevo andare? Incominciai a riflettere, ma a fermare quel vortice di pensieri nella mia testa fu un suono.

Un suono che si ripeteva così lentamente, il suono di un' anbulanza.

Incominciai a correre. Fino a quando non mi ritrovai davanti ad una casa.

La casa di Luke.

No, non potevo fargli questo, non a lui, che in ogni momento si era dimostrato un amico vero e speciale.

Ma allora dove potevo andare? Cazzo che cogliona che sono, mi presento a casa sua solo quando ne ho bisogno. Pensavo tra me e me.

Non potevo.

Mi sedetti sul marciapiede davanti a casa sua.

Incominciai a piangere ripensando a quel che era accaduto pochi minuti prima.

Passò qualche minuto. Sentivo quasi le mie lacrime traformarsi in piccoli pezzi di ghiaccio sulla mia guancia, o forse era solamente l' effetto del vento a contatto col mio viso.

La porta si aprì di scatto dietro di me.

Mi voltai. Luke. Mi alzai impiedi, mi asciugai le lacrime velocemente con la mano.

Si avvicinò da me.

-Che ci fai qui?-

Svennì, forse a causa del freddo. Lui fece in tempo a tenermi sù.

Un momento, quell' episodio l' avevo già vissuto. Quando Albi e io ci eravamo ritrovati dopo tanti lunghi mesi.

Aprii gli occhi, il sole splendente di quel mattino mi aveva fatta svegliare nel migliore dei modi.

Mi trovavo in un letto. Una camera sconosciuta.

-Ti sei svegliata?- Mi chiese Luke spuntando dal nulla.

-si.-pronunciai con un filo di voce, dato che mi era andata via un pò.

-Come stai, ti senti meglio?-

-Abbastanza bene, grazie.-

-Cosa è successo ieri sera?-

-Sono andata a casa dei miei, e dato che mene sono andata andata al mio ritorno non l' hanno presa molto bene.- Mentii, non ebbi il coraggio di dirgli quel che realmente era successo.

-Ok. E qui lividi e greffi sulle braccia e sulle gambe? Quando ieri sera sei svenuta ancora ti colava sangue dalle braccia.-

-Quelli? Ma nò, me li ha fatti il mio gatto per sbaglio.-

-Smettila di mentire. Ti conosco fin troppo bene, cosa è realmente successo?-

Abbassai gli occhi. Mi sedetti sul bordo del letto di fronte a lui e feci un bel respiro profondo.

-Voleva fare l' amore con me. ma io non volevo.- ®

Il Valore Della Vita (Completa) [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora